Lazarus di David Bowie al Teatro della Pergola

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Il musical “Lazarus”, scritto da David Bowie e Enda Walsh, arriverà a Firenze per 4 date (dal 24/04/2025 al 27/04/2025)  al Teatro della Pergola in una delle sue tappe italiane più attese. Lo spettacolo vedrà come protagonista Manuel Agnelli, storico frontman degli Afterhours, nel ruolo di Thomas Jerome Newton, l’alieno malinconico e tormentato già interpretato da Bowie nel film culto L’uomo che cadde sulla Terra (1976).

Con la regia visionaria di Valter Malosti, Lazarus sarà un’esperienza teatrale intensa e immersiva, che fonde musica, teatro e fantascienza in un viaggio esistenziale attraverso l’identità, l’alienazione e il desiderio di redenzione. La produzione includerà anche Casadilego, vincitrice di X Factor Italia, in uno dei ruoli chiave femminili che accompagnano Newton nel suo percorso interiore.

Il repertorio musicale comprenderà brani storici di Bowie riadattati per la scena teatrale, tra cui “Life on Mars?”, “Heroes” e ovviamente “Lazarus”, (brano precedentemente pubblicato nel suo ultimo album testamento Blackstar) in un intreccio di suoni e immagini che trasformano la scena in un sogno tra vita, arte e morte.

Questo evento rappresenta un’occasione imperdibile per i fan di Bowie e del teatro contemporaneo, e promette di essere uno dei momenti culturali più significativi dell’anno a Firenze.

Storia del brano, dell’ultimo album di Bowie e della soundtrack dello spettacolo

 

“Lazarus” è uno degli ultimi, più intensi e profondi lavori di Bowie, pubblicato il 17 dicembre 2015, appena tre settimane prima della sua morte (avvenuta il 10 gennaio 2016). Il brano fa parte dell’album “★” (Blackstar), uscito l’8 gennaio 2016, giorno del suo 69º compleanno. “Lazarus” non è solo una canzone e un progetto teatrale ma testamento artistico, profondamente simbolico e carico di riferimenti autobiografici.

Il brano del 2016

 

“Lazarus” fu anche il secondo singolo tratto da Blackstar, ed è accompagnato da un videoclip inquietante, poetico e visionario. Il titolo fa riferimento a Lazzaro di Betania, il personaggio biblico che Gesù risuscita dopo quattro giorni dalla morte. In questo contesto, Bowie utilizza la figura di Lazzaro come metafora della resurrezione artistica, ma anche come simbolo del suo addio consapevole alla vita e all’arte.

Nel testo, Bowie sembra parlare dal limbo, tra vita e morte: “Look up here, I’m in heaven / I’ve got scars that can’t be seen”

Con questo incipit, Bowie ci introduce in una dimensione ultraterrena. È come se stesse salutando il pubblico da un’altra realtà, anticipando la notizia della sua malattia (un cancro al fegato tenuto segreto al grande pubblico) e preparando la sua uscita di scena con lucidità e teatralità.

Il videoclip: un’opera d’arte sulla morte

 

Il video di “Lazarus”, diretto da Johan Renck, è fortemente simbolico. Si apre con Bowie disteso in un letto d’ospedale, con una benda sugli occhi e bottoni cuciti sulle palpebre. Questa immagine suggerisce cecità, fine, ma anche un’altra visione, forse spirituale.

Nel video si alternano due versioni di Bowie:

1.Il malato, fragile, morente.

2.L’artista in camicia nera, che scrive freneticamente su un diario, danzando in modo inquieto e forsennato.

La scena finale mostra Bowie che entra in un armadio e si chiude dentro, una potente allegoria del passaggio finale: la morte come chiusura definitiva ma anche come trasformazione.

Lazarus: il musical

 

Nel 2015, Bowie scrive insieme al drammaturgo Enda Walsh un musical dal titolo Lazarus, presentato a New York a dicembre dello stesso anno. È il seguito ideale di “The Man Who Fell to Earth” (film del 1976 interpretato da Bowie), e racconta la storia di Thomas Jerome Newton, alieno intrappolato sulla Terra, ormai stanco e alcolizzato.

Il musical include canzoni del repertorio di Bowie (come “Heroes”, “Changes”, “Absolute Beginners”) e tre brani inediti: “Lazarus”, “No Plan” e “Killing a Little Time”, poi pubblicati postumi.

“Lazarus” è il cuore pulsante del concept di Blackstar, un album concepito come un requiem personale e universale. Bowie, conscio della propria imminente fine, ha trasformato la morte in un’opera d’arte, riuscendo nell’impresa di controllare la propria narrativa fino all’ultimo respiro.

Stefano Chianucci

Lazarus

 

di David Bowie e Enda Walsh

ispirato a The Man Who Fell to Earth (L’uomo che cadde sulla terra)

di Walter Tevis

uno spettacolo di Valter Malosti

con MANUEL AGNELLI

Casadilego, Dario Battaglia, Camilla Nigro

e Maurizio Camilli/Mauro Bernardi, Andrea De Luca, Noemi Grasso, Maria Lombardo, Giulia Mazzarino, Isacco Venturini, Carla Vukmirovic

la band (in o.a.)Laura Agnusdei, sassofoniJacopo Battaglia, batteriaFrancesco Bucci, tromboniAndrea Cauduro, tastiere addizionali
Davide Fasulo, piano e tastiere
Stefano Pilia, chitarra
Giacomo Rossetti, basso
Paolo Spaccamonti, chitarra

versione italiana del testoValter Malosti

orchestrazioni e arrangiamenti originaliHenry Hey

progetto sonoroGUP Alcaro

sceneNicolas Bovey

costumiGianluca Sbicca

luciCesare Accetta

videoLuca Brinchi e Daniele Spanò

cura del movimentoMarco Angelilli

coreografieMichela Lucenti

cori e pratiche della voceBruno De Franceschi

maestro collaboratoreAndrea Cauduro

assistenti alla regiaJacopo Squizzato, Letizia Bosi

produzioneEmilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro di Roma – Teatro Nazionale

in coproduzione conTeatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale e LAC Lugano Arte e Cultura