Un fazzoletto di terra di oltre un ettaro alle porte della città rischia di essere trasformato nell’ennesimo snodo energetico per il 5G.
È al Sodo, nella periferia nord di Firenze (Q5), tra campi e antiche ville medicee, che si gioca la protesta di residenti e comitati contro la realizzazione di una nuova centrale elettrica di trasformazione.
Il progetto prevede l’esproprio di una vasta area agricola e la realizzazione di una cabina elettrica che si aggiungerebbe alle torri di ripetitori 5G, che, negli ultimi anni, sono spuntate come funghi in tanti terreni ex-agricoli di quest’area. Per i residenti si tratta di una ferita inferta non solo al paesaggio, ma anche alla vivibilità e alla salute dei residenti del quartiere. Il sito individuato per la futura cabina non è affatto periferico o disabitato, ma inserito in un contesto urbano densamente popolato, adiacente alla Chiesa del Sodo e nel mezzo di edifici scolastici, civili e antiche ville di rilevanza storico-artistica.
A guidare l’opposizione è l’Osservatorio del Quartiere 5, che ha presentato ricorso al TAR della Toscana per bloccare i lavori, invocando la tutela ambientale e urbanistica di un’area dalla forte identità storica.
La sentenza del TAR è attesa per giovedì 8 maggio 2025. In vista della decisione, la mobilitazione non si ferma. Martedì 6 maggio alle ore 19.00, residenti e attivisti si daranno appuntamento per un presidio nel parcheggio di via Chiuso dei Pazzi, proprio accanto alla storica chiesa del Sodo. A sostenere la protesta anche il comitato Aria Nuova per Firenze, guidato da Alberto Martini.
Il verdetto del TAR rappresenterà un passaggio chiave per chiarire i limiti tra pubblico interesse e salvaguardia ambientale, della salute e del paesaggio. Il caso del Sodo è ormai simbolo di questa sfida. Intanto, la voce del quartiere e dei cittadini continua a farsi sentire.