Assume donna incinta (per avere visibilità sui social) ma non la rinnova: scoppia il caso dell’imprenditrice Martina Strazzer. Nel 2024 Bernard Dika la invitò in pompa magna al Next Generation Fest

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La distanza tra realtà e narrazione ma anche imprenditori veri e imprenditori da social

 

di Lorenzo Sibilla

La recente vicenda che coinvolge l’imprenditrice Martina Strazzer, fondatrice del brand Amabile Jewels, solleva interrogativi profondi sul rapporto tra comunicazione e coerenza etica. Nel novembre 2024, la giovane imprenditrice annunciò su TikTok di aver assunto una contabile incinta, presentando la scelta come gesto di inclusione. Oggi, quella stessa lavoratrice – Sara Cecconi – si trova senza impiego, dopo che il contratto a termine non è stato rinnovato al termine della maternità, nonostante le rassicurazioni ricevute in fase di assunzione.

In tale contesto, appare opportuno ricordare che il Portavoce del Presidente della Regione Toscana, Bernard Dika – che ha recentemente annunciato la propria candidatura al Consiglio Regionale nelle elezioni del 2025 con il Partito Democratico – premiò la Strazzer al Next Generation Fest di Firenze 2024 (la kermesse è organizzata dalla Presidenza della Regione Toscana e da Giovanisì, con la collaborazione del Teatro del Maggio Fiorentino ed è finanziato dal Ministero dello Sport), indicandola come esempio da seguire. Un riconoscimento che oggi, alla luce dei fatti, mostra tutta la distanza tra la celebrazione pubblica e la realtà delle azioni.

A questo si aggiunge la scelta di Forbes Italia di inserirla nella lista Under 30 del 2023, senza considerare che il successo imprenditoriale non può essere valutato ignorando il rispetto dei diritti dei lavoratori, in particolare delle madri.

Le stesse forze politiche che rivendicano a gran voce quote rosa e tutele per la maternità non possono, contemporaneamente, avallare con premi e passerelle chi costruisce consenso mediatico su valori che poi non trovano riscontro nelle scelte aziendali.

Emblematiche, e oggi quasi paradossali, alcune delle parole pronunciate dallo stesso Bernard Dika durante l’evento:

“Martina ci ha detto: il potere dei giovani sta nel fare e non nell’aspettare, nel fare, se non sai cosa fare, parti, inizia e sbaglia, impara e riparti. Quindi, grazie di cuore per questo esempio…”

Se “fare” significa assumere una lavoratrice incinta per promuoversi e poi non garantirle continuità, forse, talvolta, attendere e riflettere è più saggio.

Si ritiene doveroso che Bernard Dika presenti pubbliche scuse per aver sostenuto un modello in contrasto con i principi di inclusione e tutela del lavoro, e che il riconoscimento conferito venga formalmente revocato. Sarebbe inoltre opportuno che Dika, a titolo personale, prendesse le distanze dalla figura e dal comportamento dell’imprenditrice, riaffermando la propria adesione a valori di coerenza, rispetto e protezione del lavoro.

Un gesto chiaro e coerente non cancellerebbe l’errore, ma restituirebbe fiducia alla politica e segnerebbe la differenza tra chi proclama valori e chi li pratica.