Durante il sit-in a Firenze consegnato in Prefettura un piano articolato per il contrasto al degrado e alla criminalità nei quartieri
Durante il sit-in tenutosi ieri mattina davanti alla prefettura, il comitato Cittadini Attivi di San Jacopino rappresentato da Simone Gianfaldoni, insieme a rappresentanti dell’Associazione Leopolda Viva e a Rossella La Regina, la titolare del negozio Svapo’s di Via Toselli che un mese fa si difese da un tentativo di rapina nel suo negozio, hanno consegnato al vice-capo di Gabinetto un documento articolato che propone una serie di interventi mirati in materia di sicurezza urbana e contrasto al degrado.
Il testo, frutto di un’osservazione diretta del territorio, si presenta come una proposta concreta per affrontare le criticità quotidiane vissute dai residenti, basandosi su tre pilastri fondamentali: “intelligence da marciapiede”, atti concreti e riduzione dei microcosmi criminali. Il documento parte da un’idea chiara: per garantire sicurezza servono occhi e orecchie sul territorio. Il comitato propone la creazione di un’“intelligence da marciapiede”, ovvero un sistema informale ma capillare di monitoraggio urbano che si basi sull’esperienza diretta di cittadini, comitati e forze di polizia. Il metodo suggerito è semplice: “girare la città, nei luoghi e negli orari giusti, per annusarla”.
Tra i punti chiave:
-
Il rafforzamento della lotta allo spaccio e ai circuiti che “portano morte”;
-
Il riconoscimento dei comitati come interlocutori istituzionali;
-
Controlli mirati e ad alto impatto, anche grazie al supporto delle forze di polizia in congedo;
-
Attenzione ai minori, in particolare quelli non accompagnati o trascurati, indicati come una delle nuove emergenze urbane.
Il documento entra poi nel dettaglio delle azioni immediate che l’amministrazione comunale dovrebbe mettere in campo grazie ai poteri già previsti dalla legge. Tra le proposte più significative:
-
Rafforzare la Polizia Municipale, aumentandone le risorse, gli straordinari e la motivazione, in sinergia con le forze dell’ordine;
-
Costituire squadre miste tra Polizia Municipale, Guardia di Finanza, Carabinieri, Ispettorato del Lavoro e ASL, per effettuare controlli su esercizi commerciali, suolo pubblico, norme sul lavoro e condizioni igienico-sanitarie;
-
Applicare la “teoria del vetro rotto” contro i piccoli atti di vandalismo;
-
Contrastare fenomeni di estorsione e micro-estorsione;
-
Utilizzare sanzioni educative e non solo punitive, privilegiando l’approccio umano nel contrasto all’illegalità diffusa.
Uno dei passaggi più forti del documento riguarda il riconoscimento della presenza a Firenze di veri e propri “microcosmi criminali”, come dimostrato dal caso dell’ex hotel Astor. Secondo il Comitato, si tratta di realtà parallele che proliferano all’ombra di un modello di sviluppo cittadino distorto: “Una città per ricchi, costosa, terreno fertile per il riciclaggio e la manodopera sottopagata”. Per smantellare questi nuclei, il Comitato chiede un intervento non solo repressivo, ma anche sociale, volto a eliminare le condizioni che alimentano la criminalità organizzata e sommersa.
Infine, il documento guarda anche al quadro normativo nazionale. Viene richiesto:
-
Un intervento sulla Legge Cartabia per aumentare la punibilità dei reati predatori e lesivi;
-
La reintroduzione della procedibilità d’ufficio per reati attualmente perseguibili solo a querela;
-
Modifiche al regolamento nazionale sulla Polizia Locale;
-
L’istituzione di un CPR (Centro per il Rimpatrio) nel rispetto della normativa e dei diritti umani;
-
Un piano per il rafforzamento degli organici delle forze dell’ordine, che secondo il Comitato sono oggi “ai minimi storici”.
Il documento si chiude con un appello preciso: “Intervenire con decisione nei quartieri dove la criminalità si sta annidando e sta creando paura tra cittadini e commercianti”. In particolare, si fa riferimento all’area tra San Jacopino, le Cascine e la zona Leopolda, dove il Comitato chiede interventi interforze prolungati nel tempo, pattugliamenti serali e notturni e una stretta su furti, “spaccate” a negozi e danneggiamenti alle auto in sosta.
La manifestazione di ieri è stata pacifica ma determinata. Il documento ora è nelle mani della Prefettura, e i cittadini attendono risposte. “Firenze ha bisogno di sicurezza – affermano – ma soprattutto di ascolto e interventi che partano dal basso, dai marciapiedi, dove ogni giorno si combatte una battaglia di dignità”.