Il crimine a Firenze tra statistiche ufficiali e insicurezza reale: il divario che alimenta il malcontento cittadino

GERMOGLI PH: 31 LUGLIO 2024 FIRENZE VIA ALAMANNI STAZIONE SANTA MARIA NOVELLA RETATA CONTROLLI ANTIDROGA DELLE FORZE DELL'ORDINE NELLA FOTO POLIZIA DI STATO

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Criminalità in calo? Alberto Martini (Aria Nuova per Firenze) contesta i dati del C.P.O.S.P. e rilancia la mobilitazione del 17 Settembre per la sicurezza

 

Sono stati diffusi ieri i dati sulla sicurezza del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica (C.P.O.S.P.), a cui prendono parte le massime autorità di pubblica sicurezza (Prefetto, Questore, vertici delle forze dell’ordine), il Sindaco di Firenze Sara Funaro e l’assessore alla sicurezza Andrea Giorgio. Secondo i dati forniti, nel primo semestre 2025 i reati sarebbero in diminuzione: furti, rapine, spaccate e borseggi avrebbero registrato cali in più zone della città, ad eccezione che nel Q2 (Campo di Marte) e nel Q1 (in particolare la zona della stazione SMN). Se da un lato questi dati sembrano tranquillizzare gran parte della stampa cittadina, per Alberto Martini – voce del movimento cittadino  Aria Nuova per Firenze la realtà a Firenze è ben diversa da quella descritta dal rapporto.

“Dicono che sono diminuiti di percentuali astronomiche tutti i reati nei quartieri, sulla tranvia, borseggiatori, spaccate, rapine, tutto” ha dichiarato ieri Martini un un video social. “È diminuito tutto. Praticamente la delinquenza è sparita.” Martini insomma denuncia la distanza tra i numeri diffusi dalle autorità e la quotidianità vissuta da commercianti, lavoratori, donne e residenti. Se da un lato i dati del C.P.O.S.P. – forniti da Prefettura, Questura, Carabinieri e Guardia di Finanza – sono raccolti secondo procedure codificate e rappresentano un riferimento fondamentale per l’elaborazione di strategie di contrasto al crimine, dall’altro queste informazioni rappresentano soltanto i numeri della criminalità emersa, ossia quella effettivamente denunciata o rilevata dalle forze dell’ordine. Rimane esclusa quella vasta area di reati non denunciati – la cosiddetta “cifra oscura” – che sfugge alle rilevazioni ufficiali ma incide fortemente sulla percezione di insicurezza dei cittadini.  È qui che Martini affonda il colpo: Non sono diminuiti i reati, ma sono i fiorentini che non denunciano più: perché a Firenze non serve a niente farlo”.

Martini cita poi il caso, purtroppo piuttosto comune, di una donna di Prato che non sarà in gradi di partecipare alla manifestazione per la sicurezza del 17 Settembre per paura di tornare sola in treno: “Io se non trovo qualcuno che mi porta e mi accompagna non vengo perché a riprendere il treno alle 8 di sera alla stazione di Firenze da sola non ci sto nemmeno se mi pagano.” Testimonianze come questa, al di là del dato statistico, riflettono un clima di insicurezza che le cifre non possono misurare. La sicurezza, sottolinea Martini, non è una questione solo di numeri, ma di diritto alla mobilità, alla libertà, alla serenità nella vita urbana:  Non vogliamo avere paura quando usciamo dal lavoro in centro a Firenze la sera. Le donne non possono essere accompagnate continuamente dai mariti, e non vogliamo che le nostre figlie siano terrorizzate ad uscire la sera nella città di Firenze.”  Per quanto accurati, i dati ufficiali non misurano la paura, l’evitamento di zone percepite come pericolose, il disagio di chi vive episodi di microcriminalità non denunciati. E spesso le statistiche possono essere oggetto di interpretazioni politiche, in funzione di narrazioni rassicuranti o autoassolutorie.

A questa riflessione si aggiunge la critica alla composizione del C.P.O.S.P., che secondo Martini esclude completamente i soggetti più esposti al disagio: “Nel Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, ci si immagina, ci sarà un rappresentante di tutti i commercianti delle città e provincia, no? ci sarà un rappresentante di tutti i dipendenti di autolinee toscane, degli autisti che vengono aggrediti? Ci sarà una rappresentante per la tutela delle donne che in questo momento non possono circolare tranquillamente nella nostra città? Ci saranno rappresentanti dei quartieri di Firenze, e sicuramente qualche sindacalista delle forze dell’ordine? Si, col c…..”. In altre parole: solo una politica della sicurezza aperta al confronto con il tessuto sociale, associativo e produttivo della città può contribuire a elaborare strategie davvero efficaci e coerenti con i bisogni reali dei cittadini. In assenza di questo ascolto, anche le decisioni più tecnicamente corrette rischiano di apparire calate dall’alto, rafforzando la frattura tra istituzioni e comunità.

Il post si chiude con un invito alla mobilitazione per la sicurezza per mercoledì 17 settembre ore 18.00 in Piazza Santa Maria Novella, volta a “rivendicare il diritto a vivere sicuri nella città di Firenze.” Del resto sono solo dell’altro ieri i dati della Fondazione Caponnetto sugli episodi criminali registrati a Firenze questa estate, che parlano di oltre 135 episodi registrati tra luglio e agosto tra spaccate,  aggressioni, scippi, accoltellamenti e persino assalto con ascia.

Come più volte rilevano da innumerevoli altri studi statistici, tra cui i dati del Rapporto Univ-Censis del 2025, che collocano Firenze al secondo posto in Italia per incidenza dei reati sulla popolazione (con 65,3 reati denunciati ogni 1000 abitanti), la criminalità a Firenze è un problema che va affrontato con forza emergenziale. Il confronto tra istituzioni e cittadinanza dovrebbe aprirsi a una riflessione più ampia sulla rappresentanza, l’ascolto e la trasparenza, al di là dei grafici e delle percentuali.

 

Foto: Copyright Fotocronache Germogli