Attivista, madre e cittadina. Francesca Caroti si presenta così, con la semplicità e la determinazione di chi ha scelto di mettersi in gioco partendo dal basso, dalla vita quotidiana e dai problemi reali. Firma nota del gruppo “Abusivismo e Degrado Firenze”, Francesca è tra i promotori di un gruppo civico che da anni denuncia l’abbandono di molti quartieri fiorentini, raccogliendo le migliaia di segnalazioni e voci di chi a Firenze e in Toscana troppo spesso si sente inascoltato.
Oggi, questa voce entra ufficialmente in politica: Francesca Caroti è candidata alle elezioni regionali del 2025 nella circoscrizione Firenze 1 con la lista civica È Ora!, a sostegno di Alessandro Tomasi. Una candidatura che nasce dalla volontà di trasformare la protesta in proposta, di portare nelle istituzioni la concretezza e il senso di responsabilità che tante persone comuni dimostrano ogni giorno.
In questa intervista a LFCV, Francesca racconta le origini del suo impegno, le sue priorità in materia di sicurezza, decoro urbano e legalità, e il suo punto di vista sull’operato delle attuali amministrazioni locale e regionale. Un confronto a tutto campo, affrontato con lo sguardo di chi non porta bandiere di partito, ma idee chiare e radicate nell’esperienza diretta.
LFCV: Lei gestisce da tempo il gruppo Facebook “Abusivismo e Degrado Firenze”, è madre di due ragazzi, e ora si candida alle Regionali con la lista civica “È Ora!”. Ci racconta cosa l’ha spinta ad uscire dalla denuncia sociale per entrare direttamente in politica? Quali esperienze personali o vissuti l’hanno convinta che questo è il momento di provare a cambiare le cose dall’interno?
FC: «Il gruppo Abusivismo e Degrado Firenze è nato dal bisogno, da madre e cittadina, di difendere la nostra città da un lento ma evidente deterioramento: insicurezza, sporcizia, mancanza di rispetto per le regole. Per anni ho denunciato situazioni di degrado, ho raccolto segnalazioni, ho dato voce a chi non ne aveva. Ma a un certo punto ho capito che la denuncia da sola non basta: serve qualcuno che porti dentro le istituzioni quella stessa determinazione e concretezza che i cittadini mostrano ogni giorno. Mi candido con È Ora! perché credo sia davvero arrivato il momento di trasformare la rabbia e la rassegnazione in proposte e soluzioni. Lo faccio da madre che vorrebbe vedere crescere in propri figli e quelli di ciascun cittadino in una Firenze e in una Toscana più sicure, più giuste, più curate.
LFCV: Firenze è diventata seconda città in Italia per numero di reati denunciati: quali sono, a suo avviso, le cause principali di questo allarme? E soprattutto, quali strumenti concreti metterebbe in campo come consigliera regionale per riportare sicurezza e vivibilità nei quartieri, collaborando con istituzioni e cittadini?
FC: Il problema della sicurezza a Firenze non nasce dal nulla. È il risultato di anni di negligenza, di politiche scollegate dal territorio, e di una gestione inefficace del piccolo degrado che poi diventa grande emergenza. Abbiamo quartieri dove la presenza delle forze dell’ordine è minima, dove il commercio abusivo, la microcriminalità e lo spaccio convivono nell’indifferenza istituzionale. Come consigliera regionale proporrei di rafforzare la collaborazione tra Regione, Comuni e Prefetture, destinando fondi vincolati per la sicurezza urbana partecipata: più illuminazione, videosorveglianza nei punti critici, ma anche presidi civici e formazione dei cittadini su come collaborare con le istituzioni. Sicurezza non significa militarizzare, ma rendere vivibili gli spazi pubblici, restituirli ai cittadini onesti.
LFCV: Quando parla di abusivismo e degrado, quali sono le vere priorità da affrontare con urgenza in Toscana? Chi ritiene debba assumersi la responsabilità maggiore nella gestione di questi problemi?
FC: Quando parlo di abusivismo e degrado non mi riferisco solo ai venditori abusivi, che pure sono un problema serio, ma a tutto ciò che mina il rispetto delle regole e il senso civico: cantieri abbandonati, rifiuti lasciati ovunque, graffiti, mancanza di manutenzione. Le priorità, a mio avviso, sono due: ripristinare la legalità diffusa e responsabilizzare chi amministra. La Regione deve coordinare i Comuni e pretendere che i fondi destinati al decoro urbano siano spesi bene, in modo trasparente. Ma anche i cittadini devono fare la loro parte: la cura del territorio non può essere delegata solo alle istituzioni. Serve una catena di responsabilità chiara: dal sindaco, che deve far rispettare le regole, al cittadino, che deve contribuire al rispetto degli spazi comuni.
Da civica mi esprimo favorevolmente sui CPR. Credo che, se gestiti con serietà e nel rispetto della dignità umana, siano necessari. Non devono essere luoghi di abbandono o di disumanità, ma strutture efficienti e controllate, dove le persone che hanno commesso reati o che si trovano irregolarmente in Italia vengano identificate e, se necessario, rimpatriate in modo rapido e ordinato. È importante però chiarire una cosa: non stiamo parlando di “campi per migranti” o di persone per bene che cercano una vita migliore, ma di soggetti che hanno violato la legge o rappresentano un pericolo per la sicurezza. Un Paese civile deve saper distinguere tra chi merita accoglienza e chi, invece, deve essere rimpatriato. Servono regole chiare, tempi certi e controlli rigorosi, perché la legalità e il rispetto delle persone possono e devono convivere.
LFCV: Come giudica i suoi primi mesi di amministrazione Funaro, soprattutto in tema di sicurezza urbana, decoro e ascolto dei cittadini?
FC: in questo anno e quasi mezzo, non ho visto un cambio di passo rispetto alla precedente amministrazione. Sulla sicurezza e sul decoro vedo ancora troppi proclami e pochissima azione concreta. Firenze ha bisogno di una guida più vicina ai cittadini, capace di ascoltare davvero le segnalazioni che arrivano dai quartieri e non solo di promettere tavoli e piani strategici. Mi auguro che la sindaca capisca che non servono più slogan: serve una presenza costante sul territorio e un confronto diretto con chi vive ogni giorno i problemi della città.
Vorrei anche sottolineare un altro aspetto spesso trascurato: il sistema dell’accoglienza gestito dalle cooperative ha chiaramente fallito. Parliamo di sprechi di denaro pubblico, con nessun vero servizio offerto, soprattutto sul fronte cruciale dell’educazione e dell’integrazione dei minori stranieri non accompagnati. Questi ragazzi vengono lasciati a loro stessi, senza un percorso chiaro, diventando facili prede della criminalità o dell’emarginazione. Questo non è accoglienza: è abbandono. E a pagarne le conseguenze sono prima di tutto le comunità locali.
LFCV: cosa pensa dell’operato del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani in questi anni, in particolare sui temi della sicurezza, del governo del territorio e del rapporto con i cittadini?
FC: C’è una distanza evidente tra Palazzo Strozzi Sacrati e la realtà dei cittadini. Credo che la Regione, sotto la guida di Giani, si sia concentrata su tanti altisonanti proclami di grandi opere, ma troppo poco sulla sicurezza quotidiana e sulla manutenzione del territorio.
Anche sul piano economico, la gestione del presidente Giani è stata poco lungimirante. Troppi contributi a pioggia distribuiti senza strategia, mentre le imprese – soprattutto quelle piccole e locali – avrebbero bisogno di essere sostenute fin dall’inizio, nella fase di nascita e crescita. Aspettare di intervenire solo quando un’azienda è in crisi significa arrivare troppo tardi. La Regione dovrebbe invece favorire un ecosistema che premi il lavoro, l’innovazione e la capacità di fare impresa, non limitarsi ad assistere chi non ce la fa più.
La Regione dovrebbe essere un punto di riferimento concreto per i Comuni, non un’entità burocratica. Oggi più che mai serve una politica che torni nei quartieri, nei paesi, nelle periferie, che ascolti le persone e non solo le categorie. Per questo ho scelto di candidarmi: per portare quella voce civica che non ha tessere di partito ma tanta voglia di partecipare e cambiare davvero le cose.