“Io dormo, ma il mio cuore veglia”: in memoria di Lorenzo Bosi

Lorenzo Bosi (È Ora)

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Oggi abbiamo dato l’ultimo saluto terreno, caparra di quello che verrà, all’amico Lorenzo Bosi.

Insieme ad un rispettoso silenzio e alla vicinanza particolare alla famiglia, è giusto usare questo tempo di privilegiata occasione spirituale per riflettere sui cospicui “semi” buoni che Lorenzo ha lasciato intorno a sé.

E mi è tornata in mente la stupenda frase di Meister Eckart, uno dei più grandi mistici del Medioevo: “Io dormo, ma il mio cuore veglia”.

A mio parere, nessuna frase meglio di questa rappresenta il lascito che Lorenzo ci consegna. Il distacco materiale, solo un’assenza apparente, è già copiosamente compensato, anzi moltiplicato, dalla presenza, che sovrintende dall’alto i cantieri aperti grazie alla sua generosità.

Certo, il suo cuore veglia su tutti i campi che ha contribuito ad arare come moltiplicatore operoso di laboriosa energia, lealtà, solidarietà, senso civico della comunità.

La sua Firenze, insieme a tutte le terre vive che la circondano, oggi, proprio da una delle Chiese che ne rappresenta la profonda identità e storia, ha risposto presente, pronta a trasformare quei “semi” in nuove avventure di vita ed umanità, proprio a partire dal futuro dei giovani.

“Io dormo, ma il mio cuore veglia”. Questa la nostra certezza, caro Lorenzo. Pronti a fare squadra, qui e quando si apriranno “i giorni ultimi e nuovi”.

Franco Banchi (giornalista, già consigliere regionale, anche lui ha corso con “È Ora!”)

In copertina: copyright Fotocronache Germogli