“Protesta bianca” alla scuola Vamba: da due mesi la classe bloccata da un’emergenza ignorata

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Un bambino violento, 24 scolari senza lezioni, genitori esasperati. Dopo due mesi, ancora nessun intervento né figura di sostegno

 

Sono passati quasi due mesi dal suono della prima campanella e in una scuola primaria di Firenze la situazione è al collasso. Un alunno manifesta da tempo comportamenti fortemente aggressivi: un compagno ha dovuto farsi refertare dal Pronto Soccorso dopo essere stato colpito, altri hanno riportato contusioni e graffi, e pochi giorni fa è toccato a un’insegnante, costretta a ricorrere alle cure mediche per un trauma causato (involontariamente) dal medesimo bambino.

Le due insegnanti della classe, senza alcun sostegno né educatore, sono lasciate sole a gestire la situazione per tutte le ore di lezione: devono inseguirlo quando fugge, trattenerlo quando aggredisce, consolare chi viene colpito. Risultato: per i restanti 23-24 bambini la didattica è praticamente inesistente per gran parte della mattina. I genitori, attraverso i racconti dei figli e la chat di classe, sanno perfettamente cosa accade ogni giorno. Le famiglie hanno chiesto ripetutamente alla dirigente scolastica e all’Ufficio Scolastico Provinciale di intervenire con urgenza, anche solo con una figura di supporto provvisoria che alleggerisse le maestre dall’onere di inseguire e contenere il bambino per sei ore al giorno.

Al momento, però, non è arrivato nessun aiuto concreto. (Va detto che, in Italia, l’insegnante di sostegno può essere assegnato solo dopo un lungo iter burocratico: diagnosi, GLO – Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione – , certificazione L.104 o PEI – Piano Educativo Individualizzato). In questo caso il percorso non è ancora partito perché la madre non ha al momento avviato alcuna procedura diagnostica.

La vicenda è approdata nei giorni scorsi in Consiglio comunale con un’interrogazione urgente. L’unica risposta concreta arrivata dal Comune di Firenze è stata quella di inserire la classe nel progetto “Scuola di Rugby, scuola di vita”, nell’ambito dell’offerta “Le Chiavi della Città”: 8 ore totali, spalmate in 4 incontri da 2 ore ciascuno, anche se per regolamento comunale quel progetto sarebbe riservato esclusivamente a classi con alunni certificati L.104 o con PEI – certificazione che qui non esiste. Solo negli ultimissimi giorni i Servizi Sociali del Comune hanno iniziato a interessarsi della situazione familiare: un percorso che richiederà mesi di tavoli, relazioni e, soprattutto, la collaborazione della famiglia.

Esaurita la pazienza dopo quasi sessanta giorni di scuola, i genitori hanno tenuto i figli a casa per due giornate consecutive la settimana scorsa, in quella che hanno chiamato “protesta bianca”; Un noto pichiatra/sociologo ha criticato la scelta parlando di “ricatto”. Resta una sola domanda: se per due mesi nessuno è riuscito a mettere in classe nemmeno una figura adulta in più, e l’unica soluzione concreta è stata otto ore di rugby fuori regolamento, di chi è davvero la responsabilità? In quella classe di Firenze continuano a mancare lezioni, serenità e risposte vere. E le maestre restano drammaticamente sole.