Bambagioni scuote Palazzo Vecchio e attacca Funaro: “Firenze soffre, non è tutto splendore fuori da queste mura”

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In Consiglio comunale il consigliere della Lista Schmidt attacca la sindaca: “Serve un’amministrazione che legga davvero la città, non che si scaldi al fuocherello dell’autoreferenzialità”. Critiche dure alla variazione di bilancio e alla visione della maggioranza: “Vi dimenticate che rappresentate solo una minoranza dei fiorentini”

 

Aula rovente ieri in Palazzo Vecchio durante la discussione sulla variazione di bilancio 2025. A incendiare il dibattito è stato l’intervento del consigliere Paolo Bambagioni della Lista Schmidt, che ha rivolto alla sindaca e alla maggioranza una critica cruda e senza giri di parole: “La lettura che fate della città è molto autoreferenziale, e questo è il problema.”

Un intervento denso che ha toccato i nodi strutturali della città, dal traffico alla sicurezza, fino alla gestione delle grandi opere e dei rapporti con i privati. Bambagioni ha contestato il clima di soddisfazione espresso dalla giunta: “Avrei apprezzato un sindaco che avesse detto: è dura, non credevo fosse così dura. Mi rendo conto che rispetto alle necessità a volte mi sento insufficiente. Invece si preferisce rappresentare l’idea che laddove c’è un problema di fragilità, basta aprire il rubinetto delle risorse, e il problema si risolve. Ma non è così facile, la città è una cosa molto più complessa, e il primo punto è saperla leggere.”

Il consigliere ha poi aggiunto: “Fuori da queste mura, non mi sembra ci sia tutto questo splendore, come qualcuno dice. Vedo una città che soffre molto, per la tramvia, per la poca sicurezza nelle strade, per il degrado alle Cascine.” Per Bambagioni, la giunta pecca di immobilismo e non fa altro che scaricare le responsabilità sul governo nazionale: “Questo è un governo che deve agire e non agisce. Là dove c’è un problema è sempre colpa del governo. Ma i sindaci capaci ritengono che tutto quello che capita nella loro città sia un problema loro.”

Tra i passaggi più duri, il riferimento ai progetti urbanistici e sportivi: “Bisogna a volte aprirsi ai privati e non si apre, come nel caso dello stadio, dove si sta facendo una frittata preannunciata. Poi si apre al privato dove sarebbe stato meglio dire di no: penso ai finti studentati.” Bambagioni ha anche citato il caso del Cubo Nero, simbolo — secondo lui — della mancata tutela del patrimonio architettonico: “Lì non servivano soldi, bastava tutelare il nostro patrimonio architettonico.”

Il consigliere ha poi ricordato alla giunta che la legittimità elettorale non equivale a un mandato assoluto: “Dovete sempre ricordare che siete l’espressione di una minoranza dei cittadini fiorentini. La stragrande maggioranza non vi ha votato e non vi rivoterà.” Un avvertimento politico, ma anche una richiesta di umiltà: “Iniziate a guardare e fare un’analisi vera, non finta, della città in cui siete. Se non si parte dal riconoscere la realtà, vi andrà sempre bene, ma vi state solo guardando allo specchio.”

Altri punti critici: “E poi, è possibile per un giovane farsi una casa? No. È possibile per un anziano essere curato meglio? No. Questi sono i problemi veri che ha la città. È inutile fare finta di non vederli.” L’intervento di Bambagioni, applaudito si è chiuso con un tono amaro ma deciso: “La città soffre. Se non sapete leggerla, se non la conoscete per davvero, come potete sperare di governarla?” Un messaggio chiaro, rivolto tanto alla sindaca quanto alla sua maggioranza: meno propaganda, più capacità di ascoltare la Firenze reale — quella che vive il traffico, il caro-affitti e le difficoltà quotidiane — fuori dalle mura del Consiglio comunale.