FOCUS LFCV | Il convitto della Calza: l’hotel aperto nonostante i divieti, con un finanziamento alla sindaca che riaffiora dal passato

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La Domus Rex Srl, proprietaria dell’immobile, figura tra i finanziatori della campagna di Sara Funaro: un dettaglio legale ma imbarazzante, mentre Palazzo Vecchio rincorre irregolarità denunciate da mesi

 

Di Roberto Vedovi

L’ex Convitto della Calza, il gioiello trecentesco un tempo gestito dall’ordine dei Carmelitani nella Piazza della Calza a Porta Romana, e venduto dalla Curia alla Domus Rex Srl, è diventato, di fatto, un lussuoso resort con spa, ristorante, bar e 41 camere prenotabili su Booking a partire da 300 euro a notte.

Nonostante un’ordinanza comunale di sospensione lavori emessa a fine Ottobre, l’attività procede a pieno regime: turisti entusiasti lasciano recensioni a cinque stelle, l’inaugurazione ufficiale è stata celebrata con un taglio del nastro il 13 Novembre, e la struttura – ribattezzata “Della Calza Spa & Foresteria” – continua a riempirsi di ospiti, incurante delle irregolarità denunciate da Palazzo Vecchio.

La vicenda, che ha tenuto banco in Consiglio comunale ieri 17 Novembre, è un intreccio di ritardi amministrativi, polemiche politiche e sospetti di elusione urbanistica. Ma tra le pieghe di questo pasticcio, riemerge un dettaglio emerso già in primavera: la Domus Rex Srl, proprietaria dell’immobile e guidata dall’amministratore unico Riccardo Acquari, ha versato 4.950 euro alla campagna elettorale della sindaca Sara Funaro nel 2024. Stessa cifra è arrivata da Casa Rex Srl (nota anche come Horto Convento), società del medesimo gruppo imprenditoriale. Lo ha rivelato La Nazione il 12 Aprile 2025, pubblicando l’elenco dei principali finanziatori della campagna, che complessivamente ha incassato circa 250 mila euro da privati e società.

Già due giorni dopo, il 14 Aprile 2025, la capogruppo di Firenze Democratica Cecilia Del Re presentava il primo question time sui ponteggi appena comparsi. Citava esplicitamente il contributo della Domus Rex alla campagna di Funaro e ricordava che il Consiglio comunale aveva approvato all’unanimità (anche con i voti del PD) una mozione che impegnava la giunta a farsi portavoce presso l’ordine dei Carmelitani per un utilizzo culturale e sociale dell’immobile, sulla scia del progetto presentato dalla Pneuma Foundation – fondazione privata che promuove progetti culturali, educativi e di recupero di beni storici – e di un appello sottoscritto da centinaia di residenti del quartiere 3. L’assessora Caterina Biti rispose in modo evasivo: confermava di aver incontrato i rappresentanti dei Carmelitani e della proprietà, ma diceva di ignorare se la concessione trentennale fosse già firmata e si limitava a elencare le attività vietate senza assumere alcuna posizione politica sulla mozione appena approvata dal Consiglio.

Per mesi la questione è rimasta in sordina, nonostante i lavori andassero avanti a ritmi serrati. Poi, il 27 Ottobre 2025, è arrivato un nuovo question time, questa volta del consigliere di Forza Italia Alberto Locchi. L’assessora Biti ha garantito «volontà di fare chiarezza e di intervenire laddove non siano rispettate le indicazioni che i proprietari sapevano perfettamente di dover rispettare». Locchi, sarcastico, ha invitato tutti a prenotare direttamente sul sito Dellacalza.com «per rendersi conto di persona quale sia la vera attività della struttura» e ha denunciato che il retreat utilizza lo stesso identico CIN (Codice Identificativo Nazionale) dell’Hotel Horto Convento – altra struttura del medesimo gruppo, situata a più di un chilometro di distanza in viale Ariosto, ex Conventino – un escamotage evidente per mascherare la destinazione ricettiva prevalente, in quanto la Calza non ne è ancora in possesso.

Da quel momento gli eventi si sono precipitati. L’ordinanza di stop ai lavori, datata 29 Ottobre, è arrivata quando i cantieri erano già conclusi: la proprietà aveva comunicato la fine dei lavori e presentato ricorso al TAR, portando alla revoca del provvedimento. Ma i problemi non finiscono qui. I controlli della Polizia Municipale rivelano un cambio di destinazione d’uso non autorizzato: l’immobile, classificato come direzionale con centro benessere (spa) e foresteria accessoria (non oltre il 20-30% della superficie, solo per utenti dei servizi benessere), si è trasformato in una struttura ricettiva prevalente. Su Booking, le camere si prenotano liberamente, con spa e ristorante come optional a parte; il CIN usato è quello di un’altra struttura del gruppo, pratica totalmente illegale; il ristorante e il bar operano nonostante la richiesta di somministrazione respinta il 30 Ottobre; e l’insegna sulla facciata – un bene culturale vincolato – non ha il via libera della Soprintendenza.

La sindaca Funaro, interpellata il 16 Novembre, promette “controlli accurati” e “interventi fermi in caso di irregolarità”: “Non vogliamo attività che si dichiarano in un modo e fanno un altro”. Ieri, in aula, l’assessora Biti ha ammesso che l’attività è “ribaltata” – foresteria diventata dominante – e ha annunciato la conclusione degli accertamenti entro fine settimana, con sopralluoghi coordinati tra Urbanistica, Edilizia, Attività Economiche e Vigili. L’assessore allo Sviluppo Jacopo Vicini minaccia pure di coinvolgere Booking per verificare le prenotazioni online. “La Calza ha sempre avuto destinazione direzionale – ribadisce Biti – con solo servizi alla persona e foresteria accessoria per chi usa la spa. Somministrazione? Negata. Insegna? Non autorizzata”.

Le opposizioni non ci stanno. Cecilia Del Re incalza: “Già ad aprile chiedevamo notizie sui ponteggi, e la Giunta rispondeva di ‘averli visti passando’. Ora ammettono irregolarità, ma i controlli dovevano essere durante i lavori, non ex post grazie alla stampa. Questo non crei precedenti per aggirare il blocco dei nuovi alberghi nel Poc, zona A Unesco”. Paolo Bambagioni (Lista Eike Schmidt), presidente della Commissione Controllo, tuona: “Perché osservazioni solo ora, non prima o durante? L’amministrazione insegue i privati o li guida? Chi decide, il pubblico o gli investitori?”. Matteo Chelli (Fratelli d’Italia) punta il dito sul “cortocircuito”: “Forti con i deboli (affitti brevi sanzionati) e falsamente forti con i forti (gruppi immobiliari che calcolano tutto in anticipo)”. Alberto Locchi (Forza Italia) aggiunge: “Sempre dopo, mai prima: ennesimo Cubo Nero”.

Resta un fatto: per sette mesi il Comune è parso distratto, quasi volontariamente cieco davanti a un cantiere che procedeva spedito sotto gli occhi di tutti. Solo quando l’apertura è diventata inevitabile – e le irregolarità lampanti – Palazzo Vecchio si è svegliato. E quel finanziamento da 4.950 euro della Domus Rex alla campagna di Sara Funaro, perfettamente legale ma sollevato già ad aprile, alla luce di quanto accaduto appare quantomeno inopportuno. E’ una questione di trasparenza: quando un donatore della campagna elettorale trasforma un ex convento in hotel nonostante vincoli e mozioni contrarie, e l’amministrazione interviene sempre in ritardo, è inevitabile che i cittadini si chiedano se davvero le regole valgano allo stesso modo per tutti. Per ora le porte della Calza restano aperte. I fiorentini aspettano di vedere se, almeno stavolta, chiuderanno.

 

Foto copertina: Facebook

Foto testo: screenshot tratto da portale web di prenotazione

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