Il consigliere di lista Schmidt ripercorre un anno e mezzo di attività, rivendicando il ruolo di minoranza come funzione di controllo e non di pregiudiziale opposizione
In un bilancio di fine periodo pubblicato sui social, il consigliere comunale Massimo Sabatini sintetizza i suoi diciassette mesi di attività come amministratore di minoranza, una definizione che preferisce a quella di opposizione perché, spiega, quest’ultima “richiama un atteggiamento pregiudiziale, cosa che non mi appartiene”. Il suo ruolo, afferma, è stato quello di verificare l’operato della maggioranza e misurarne la qualità, un compito che lo ha portato a concentrarsi su tre vicende emblematiche: la gestione del verde, il progetto del nuovo stadio Franchi e la controversa storia del cosiddetto cubo nero.
Sabatini descrive il suo metodo come diviso tra una fase del “prima”, in cui espone in Consiglio criticità, visioni e domande su un tema, e una fase del “dopo”, costruita sulle verifiche condotte con ditte incaricate, analisi delle spese, parametri tecnici, norme e procedure. La sua attività, sostiene, ha prodotto risultati evidenti: dagli interventi sugli alberi del Lungarno Ferrucci, alle ammissioni dei ritardi sulla ristrutturazione del Franchi, fino al “dietro front clamoroso” rappresentato dalla riapertura delle verifiche sul cubo nero.
Sabatini ricorda come i momenti di confronto più accesi siano avvenuti con le tre assessore competenti per ambiente, sport e urbanistica, e sottolinea le accuse che dice di aver ricevuto, tra cui quella di avere “pochi voti”, di cercare visibilità e di “lavorare soltanto per me stesso”. Una lettura che respinge con decisione: “Il mio vero scopo è soltanto quello di lavorare per la verità in città”. Il consigliere conclude con un appello alla qualità della classe dirigente: “Sindaci, assessori, consiglieri comunali, dirigenti, funzionari e impiegati vanno scelti bene. Firenze merita sempre la verità e il meglio”.

