Il doppiopesismo della politica fiorentina trova la sua massima espressione nel comunicato con cui, tra squilli di tromba e grande enfasi, il Comune di Firenze annuncia che dall’inizio dell’anno sono stati rintracciati e pignorati ventuno veicoli – tra moto, auto e autocarri – appartenenti a cittadini finiti nella black list dei morosi
Colpevoli, secondo l’amministrazione, di non aver pagato nel corso degli anni imposte e canoni comunali come Tari, Imu, Tasi, Cosap, Cimp (canone sulla pubblicità) e sanzioni per violazioni al Codice della Strada. Superata una determinata soglia di debito e ignorati avvisi di pagamento e intimazioni, per quei mezzi è scattata la procedura di pignoramento con successiva trascrizione dell’atto al Pra.
Tutti e 21 i veicoli sono stati rintracciati mentre circolavano regolarmente su strada o in sosta sotto casa del proprietario o del conducente. Dopo aver informato gli interessati, gli agenti hanno provveduto al sequestro e al trasferimento dei mezzi in deposito, in vista della vendita all’asta giudiziaria.
In tre casi – uno a Sesto Fiorentino e due a Scandicci – i proprietari hanno saldato il debito sul momento, evitando il pignoramento. Altri, invece, dopo la rimozione con il carro attrezzi, si sono recati presso l’ufficio comunale delle Risorse Finanziarie competente per la riscossione coattiva e il recupero dell’evasione, concordando un piano di pagamento per rientrare in possesso del veicolo prima dell’asta.
Grazie a questa attività del Reparto di Rifredi, il Comune dichiara di aver recuperato circa 70 mila euro tra imposte, sanzioni e canoni non pagati. Bene il recupero delle somme – che auspichiamo vengano effettivamente messe al servizio della collettività – ma colpisce e lascia più di un dubbio il pugno di ferro adottato verso cittadini “regolari”, colpevoli solo di essere facilmente rintracciabili perché residenti, censiti e identificabili.
Un rigore che stride con il lassismo totale riservato, invece, a chi vive nell’irregolarità più assoluta sul territorio italiano: soggetti che spadroneggiano, minacciano, girano armati, rubano, violentano, seminano paura e insicurezza. Gli stessi cittadini italiani, vessati e controllati fino all’ultimo centesimo, si ritrovano di fatto con il divieto implicito di uscire di casa la sera, se non vogliono rischiare di rimetterci la pelle.
Ancora una volta, il copione è tristemente noto: forti con i deboli e deboli con i forti. E a pagare sono sempre gli stessi.
