Capodanno di lusso all’ex Convitto della Calza: due ore in spa per giustificare cenoni da 180 euro e notti da 398. In barba a multine e indagini…

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Mentre il Comune di Firenze continua a indagare e sanzionare l’ex Convitto della Calza per attività ricettiva e ristorativa abusiva, la struttura non si ferma.

 

di Roberto Vedovi

Anzi, per Capodanno 2025/2026 sfodera pacchetti esclusivi: cenone gourmet al ristorante Frac con menu raffinato (ostrica, carpaccio, risotto al tartufo, mousse allo champagne), accesso alla spa e, per chi vuole esagerare, pernottamento in camera superior. Il tutto, ovviamente, condito da quel tocco di relax “obbligatorio” che rende tutto – almeno sulla carta – perfettamente regolare.

Basta infatti obbligare gli ospiti a due ore di centro benessere (piscina, sauna, bagno turco, sala della neve) per trasformare un albergo camuffato in una innocua “Spa con foresteria”. Un escamotage geniale: la spa diventa il passepartout per cenoni da 180 euro a persona e pacchetti “Stay” da 398 euro, con colazione buffet e brindisi inclusi. Perché, si sa, a Firenze le regole urbanistiche sono rigide – destinazione direzionale, niente nuovi hotel nel centro Unesco – ma aggiungere la sigla “Spa” è come dire salus per aquam: tutto torna magicamente legale.

 

Peccato che la realtà sia un po’ diversa

 

Da mesi comitati cittadini, articoli su giornali e discussioni sui social denunciano l’operazione: l’ex convento trecentesco, venduto dalla Curia alla Domus Rex, è diventato di fatto un resort di lusso con ristorante aperto al pubblico, camere prenotabili su Booking.com (fino a poco fa rimosse dopo intervento del Comune, e in passato usando il CIN di un’altra struttura del gruppo, come l’Horto Convento) e insegne abusive. La Polizia municipale ha accertato il ribaltamento delle funzioni: la spa, che dovrebbe essere l’attività principale, è un optional; prevale invece l’hotel con 41 stanze e il bistrot Frac.

Risultato: sanzioni da oltre 4.400 euro a novembre, procedimento per divieto di attività ricettiva e, a dicembre, ordinanza di cessazione dell’uso turistico entro 90 giorni.

Ma chi se ne cura? La proprietà brinda lo stesso, con calici di vino durante la serata e bollicine per il countdown. I controlli proseguono, le irregolarità edilizie sono al vaglio, ma intanto i pochi eletti (posti limitati, si sa) possono godersi ostriche e tartufo nero in un chiostro storico, rilassandosi tra sauna e doccia emozionale. Del resto, in una città che combatte il turismo mordi-e-fuggi, niente di meglio di un Capodanno elitario: riservato a chi può permetterselo, mascherato da benessere, e servito con un sorriso.

Auguri, Firenze: che il 2026 porti più chiarezza… o almeno più spa per tutti.