Oltre il 50% degli alunni fiorentini rifiuta l’ora di religione. Santarelli: “Si perdono le radici”

Germogli Ph 30 gennaio 2014 Citta' del Vaticano Vaticano e Piazza San Pietro
La statua di Gesu' Cristo con il crocifisso sopra San Pietro

L’educazione religiosa è una vexata quaestio della scuola italiana. A Firenze sempre più alunni scelgono di non frequentarla, come si apprende da un rapporto dell’Uaar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti), che certifica il “sorpasso laico” di Firenze a danno dei petroniani. Anche se laico non deve, o non dovrebbe, coincidere con laicista.

“Gli studenti che hanno scelto di non frequentare l’ora di religione – si legge nel rapporto che fotografa la situazione italiana -, che in modo arcaico e irriguardoso vengono ancora chiamati “esonerati”, hanno raggiunto la cifra record di 1 milione e 164 mila (+68 mila), passando da una media del 15,5% del 2022/23 al 16,62% del 2023/24″.

“Considerando l’intero territorio provinciale – certifica l’Uaar – restano in testa Firenze (39,79%) e Bologna (38,15%), mentre si distingue in negativo Napoli al terzultimo posto con il 2,93% seguita solo da Barletta-Andria-Trani (2,13%) ed Enna (1,99%)”.

Tuttavia, è doveroso notare che l’ora di religione, stante anche la revisione del Concordato, è diventata nella maggioranza delle scuole un momento di riflessione filosofica e di valorizzazione del dialogo tra religioni (più che mai necessario oggi), prezioso per le menti ancora in costruzione, che hanno bisogno di stimoli e domande. Quelle domande che le religioni pongono.

“Dopo la caduta nella classifica per la qualità della vita nella classifica del Sole 24 Ore e la contemporanea salita in quella relativa ai crimini commessi in strada – interviene il consigliere comunale del Gruppo Misto-Noi Moderati Luca Santarelli –, finalmente la nostra città raggiunge un primato. Stavolta la classifica è per la città più atea d’Italia. Secondo i dati diffusi dall’Uaar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti), infatti, nelle scuole fiorentine il 51,51% degli alunni rifiuta l’ora di educazione alla religione cattolica. Al secondo posto si trova Bologna, forse non a caso in queste ultime settimane oggetto di una sorta di gemellaggio tra giunte comunali. Se, quindi, dobbiamo rammaricarci perché a Firenze si vive peggio e con minor sicurezza, possiamo consolarci pensando che i nostri ragazzi nel frattempo scelgono di allontanarsi dalle loro radici religiose. Una bella soddisfazione. Un primato che potrà forse essere un vanto per la parte politica che governa la città, ma che io leggo come una vera sconfitta”.

In copertina: copyright Fotocronache Germogli