Come riportato dal Corriere Fiorentino, questa settimana un filare di alberi ottocenteschi del Giardino di Boboli a Firenze è stato abbattuto. Nello specifico, sono stati rimossi un filare di ippocastani risalenti all’Ottocento e un maestoso cedro del Libano ultracentenario, situati nell’area del Prato dei Castagni. In risposta alle critiche, le Gallerie degli Uffizi – responsabili della gestione del giardino – hanno dichiarato che l’abbattimento si è reso necessario per motivi di sicurezza: gli alberi erano ormai vecchi, malati o instabili, e rappresentavano un potenziale pericolo per i visitatori.
A Dicembre 2024, gli Uffizi comunicavano l’inizio di un ampio intervento di restauro da oltre 15 milioni di euro, con lavori previsti per l’Anfiteatro, le fontane monumentali del Nettuno e dell’Isola, il patrimonio vegetale e la viabilità interna, con l’obiettivo di restituire al giardino il suo volto storico, migliorandone al tempo stesso funzionalità e sicurezza.
Sul fronte del verde, l’intervento consiste nel reintegrare siepi, filari e alberi dove sono presenti lacune, ricostruendo il disegno storico del giardino. Prevista anche la riqualificazione della rete dei percorsi pedonali e carrabili, con materiali più durevoli e manutenzione ridotta. Il comunicato specificava “è stata avviata la procedura dell’affidamento del restauro del patrimonio vegetale di Boboli, per un valore di circa 865mila euro; l’intervento consiste nella reintegrazione del tessuto vegetale laddove presenti lacune, ma anche in operazioni di ricostruzione del disegno originale del verde, che in alcuni punti con il passare del tempo è andato perduto. Nello specifico gli interventi previsti riguardano siepi, filari di piante e alberi ed anche i prati.”
In questo caso duole osservare che, anziché reintegrare, il primo atto sia stato abbattere il verde esistente. E ci si chiede perché si debba ripetere sempre lo stesso schema: decisioni prese in silenzio, cittadini messi da parte e informati solo a cose fatte.
Foto: Copyright Fotocronache Germogli