Sabotando l’industria turistica mandano in tilt l’intera città

GERMOGLI PH: 8 LUGLIO 2023 FIRENZE STAZIONE DI SANTA MARIA NOVELLA TURISTI IN FILA PER PRENDERE I TAXI

Succede di tutto a Firenze. O, meglio, ultimamente non va bene niente in questa città. Tra cemento e incuria, Firenze va sott’acqua. Gangs of Florence si sparano all’Isolotto. Le attesissime tramvie fanno cilecca e nessuno rende conto di interruzioni sempre più frequenti che, a caduta, bloccano l’intera circolazione. Mentre nel mondo ci si orienta verso un turismo sostenibile, mastodontici torpedoni occupano militarmente i viali. Le spaccate suonano come un avvertimento mafioso: “Dovete chiudere, dovete andare via da qui! Qui, fiorentini non ne vogliamo”.

In tutto questo, per arrivare alla cronaca quotidiana, è sempre più complesso e snervante fare cose normali come lavorare, muoversi per una qualsiasi ragione, vivere. Viene da pensare che ciò risponda a un disegno di potere preciso: rendere la vita impossibile agli autoctoni, rimuovere ogni focolaio di innovazione, scoraggiare l’industria, spingere gli abitanti fuori dalla loro città o costringerli a viverla sempre meno.

In assenza di risposte politiche, in un centro sempre più soffocante, saturo e tremendamente brutto, iniziano vere e proprie azioni di sabotaggio contro i b&b, come quelle dei giorni scorsi. Un po’ di colla, serratura bloccata, turista imbufalito, almeno 200 euro di riparazione per il proprietario. Seppur non giustificabili, azioni comprensibili. Intere zone sono state sottratte ai cittadini e sacrificate sull’altare del profitto, di pochi. Di pochi e dei soliti (ma nessuno indaga su questa galassia di società e sul groviglio d’interessi).

Lo sfogo violento, si sa, diventa l’unica soluzione in assenza della mediazione politica. Del resto, qualcuno ha tenuto conto negli anni delle esigenze dei cittadini? Qualcuno ha tentato di rendere il centro e le aree limitrofe più vivibili? Qualcuno si è opposto alla fuga dei fiorentini? Qualcuno ha favorito la nascita di imprese che portano valore? La risposta, ça va sans dire, è no.

E a proposito di moti di ribellione, lo sciopero-non-sciopero dei taxi sta veramente creando qualche grattacapo anche ai cervelloni di Palazzo Vecchio, incapaci, evidentemente, di avere un dialogo anche con la frangia meno lontana dei tassisti.

Lo sciopero nasce come mezzo di contrasto violento rispetto a un potere che altrimenti non scenderebbe mai a patti. Creare caos, interrompere la normalità, spezzare la catena di comando del lavoro per mettere in discussione un assetto infrangibile o per ribaltare una decisione. In assenza di altro fattore produttivo, l’unico settore da colpire per ricreare un antagonismo politico è quello turistico. 

Tu rendi a me, residente e pagante tasse, la vita impossibile? Io ti disattivo – tanto tu pensi al soldo e non sorvegli nemmeno il tuo immobile – le serrature. Tu, turista, rendi insonni le mie notti con trolley e bevute tardive? Io faccio in modo di rovinarti la vacanza. Tu vuoi togliermi il pane introducendo un competitor agguerrito? Io, senza dire nulla, creo disservizio.

Facendo saltare la catena turistica, da un lato facendo mancare i taxi e dall’altro impedendo violentemente ai non fiorentini di entrare “a casa”, mandano in tilt l’intera città, colpita nel suo unico settore “produttivo”.

Firenze è viva? È tornato l’antagonismo? Sicuramente, in molti erano impreparati e balbettano reazioni a fronte di una rabbia e un’insoddisfazione crescenti che necessitano di ben altra terapia d’urto. Prima che sfoci nel tutti contro tutti.

In copertina: copyright Fotocronache Germogli