La giunta dei novelli conte Mascetti, che tronfia celebrava la rimozione della gru degli Uffizi senza perdere l’occasione di lanciare frecciatine al suo ex presidente Eike Schmidt, a quanto pare ne ha sentito immediatamente la nostalgia e ne ha collocata un’altra poco distante, al Porcellino, oltretutto senza alcuna specifica di destinazione d’uso, autorizzazioni, tempi, neppure il cantiere con relativi preavvisi, specifica il consigliere Sabatini della Lista Schmidt, citato da La Nazione Firenze. Notizia che fa il paio con quella dello scampato pericolo per Ilaria Bugetti, che non verrà arrestata solo perché si è dimessa (il suo sodale Matteini Bresci è invece finito ai domiciliari, si spiega su La Repubblica Firenze e Corriere Fiorentino). Perché, logicamente, loro sono loro, e noi…dobbiamo accontentarci e semmai ringraziare per i “rifugi climatici” che non rifugiano, tra riders che devono percorrere anche 60 chilometri senza sosta sotto i 35-40 gradi nei quali devono lavorare anche gli operai dei cantieri (con la scusa della “pubblica utilità”, circa la quale, però, il pubblico non viene mai interpellato e proprio con lo stesso pretesto, si deroga a ogni principio e norma di buon vivere e diritto umano, tra privacy, riposo e tutela della propria incolumità) e sedie a rotelle bloccate a totale rischio e pericolo delle persone con disabilità, tra l’inferno delle code sul Ponte all’Indiano che allungano a mezz’ora dei tempi di percorrenza di tre minuti e uova che si cuociono spontaneamente sotto la canicola. Tutte notizie verificate e riportate su La Nazione Firenze. Nel fronte della GKN, apprendiamo sempre dalla sezione fiorentina de La Nazione e dal Tirreno Firenze, le cose non vanno tanto meglio: i lavoratori QF hanno fatto sentire la loro opposizione, ma ai metodi di lotta scelti dalla FIOM a sostegno dei loro colleghi-rivali del Collettivo di Fabbrica, timorosi i primi di perdere i loro crediti (mensilità, TFR, malattie, ferie, tredicesime) e perciò desiderosi di rispettare la sentenza di sgombero. L’obbedienza e la sottomissione, tuttavia, portano a ben poco laddove a rischio è in generale tutta l’economia toscana, già parecchio sofferente, con la Regione stessa a lanciare l’«allarme baratro» qualora la percentuale di fondi da destinare al riarmo dovesse toccare le vette del 5%, si ammette sul Corriere Fiorentino. Da Sesto, a proposito di guerra, arriva la prima forma di boicottaggio organizzato verso lo Stato d’Israele, probabilmente sulla scia della rottura dei rapporti regionali con Tel Aviv e del probabile riconoscimento dello Stato di Palestina: tutti i farmaci prodotti nel primo sono stati tolti dagli scaffali. Giani però deve incassare il rischio del ribaltamento della “sua” legge sul fine vita, messa nel mirino da una bozza presentata dal centrodestra in Senato. Si riaprono comunque spiragli, e questo lo leggiamo non solo sul Corriere Fiorentino, ma anche su Repubblica Firenze e Tirreno Firenze, di spiragli di riapertura in ambito Pergola: è il ministro della Cultura stesso a dichiarare possibile un riesame del declassamento del Teatro da nazionale a cittadino, che «deve restare vanto nazionale» in un dietrofront in cui si negano «influenze esterne». In crisi anche il settore del volontariato, si informa su Repubblica Firenze, anche per il fatto che il lavoro precario a cui sempre più giovani sono condannati toglie parecchio tempo ad attività che potremmo definire “specificamente umane”: dal 2021 a oggi sono infatti 50.000 gli iscritti in meno alle varie associazioni, e solo un 43% di chi vi riesce poi si impegna in modo costante. Vedremo quanto impegno proferiranno invece i politici e militanti di professione nelle elezioni regionali, il cui ventaglio di date si restringe al lasso di tempo di una sola settimana: al voto il 12 o il 19 ottobre, afferma il governatore Giani, ripreso da Corriere Fiorentino e La Repubblica Firenze. Ed è già scontro interno, aggiunge La Nazione Firenze: il dialogo tra i Verdi e Cecilia del Re non è gradito a Sinistra Italiana, per il rischio di saturazione del seggio di Firenze 1 per il quale quest’ultima pensava di far correre l’attuale sindaco di Sesto, Lorenzo Falchi. (JCM)
