Per Palagi il nuovo regolamento risente troppo dei vincoli nazionali e regionali e riduce il margine d’azione locale
Il Consiglio comunale ha varato ieri il nuovo Regolamento per gli impianti radioelettrici, ma l’approvazione non è indolore: accanto alla soddisfazione della vicesindaca e assessora all’Ambiente Paola Galgani, si registra la dura critica del consigliere Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune), che parla apertamente di “arretramento”.
Il provvedimento, che aggiorna la disciplina del 2021 recependo le ultime novità legislative nazionali e regionali, punta a una pianificazione più rigorosa dell’installazione di antenne e impianti di telefonia mobile. Tra gli obiettivi dichiarati: minimizzare l’esposizione ai campi elettromagnetici, favorire l’accorpamento delle strutture per ridurne l’impatto visivo, privilegiare edifici e aree pubbliche ed escludere – salvo motivate eccezioni – luoghi sensibili come scuole, ospedali e case di riposo. Contestualmente il Comune adotta anche il Programma degli Impianti Radio Trasmissivi per il triennio 2025-2027.
Ben diversa la lettura di Palagi. Il consigliere di Sinistra Progetto Comune evidenzia come il margine di intervento dei Comuni sia “debolissimo” a causa dell’attuale quadro normativo, e contesta il percorso con cui si è arrivati al voto. “Oggi il Consiglio comunale era chiamato a prendere atto della volontà dei gestori privati, ma senza aver lavorato per un punto di vista autonomo pubblico, tolta la parte degli uffici attivi nella tutela della salute e dell’ambiente per quanto di loro competenza. Ancora una volta a mancare è stata la politica e per questo voteremo contro alla delibera, dando la disponibilità a lavorare perché i territori e la residenza possano avere un ruolo reale, come richiesto negli anni da diversi atti di indirizzo votati dal Consiglio comunale all’unanimità ma rimasti non applicati”, ha dichiarato in una nota.
Secondo Palagi, sarebbero mancate anche alcune documentazioni utili a valutare il numero e la natura delle future installazioni, mentre il nuovo testo ridurrebbe ulteriormente gli spazi di controllo pubblico, introducendo il silenzio-assenso e tempi più brevi per le autorizzazioni: da 90 a 60 giorni. “In certi punti è un arretramento”, denuncia, attribuendo le scelte anche alla nuova legge regionale del 2024 e alla pressione delle norme nazionali.
Per il consigliere, la delibera rischia di mettere il Comune nella posizione di “prendere atto della volontà dei gestori”, senza un adeguato indirizzo politico. Da qui il voto contrario di Sinistra Progetto Comune, accompagnato dalla richiesta di restituire ai territori e alla cittadinanza un ruolo reale nei processi decisionali.
Foto: Copyright Fotocronache Germogli, protesta dei cittadini di Campi Bisenzio contro i ripetitori 5G, 10 maggio 2024
