Del resto, che mostro Frankenstein sarebbe senza l’elettricità?
Al cantiere lavorano circa 50 operai, ma le misure del “cantiere trasparente” ancora non trovano applicazione.
La sinfonia a sostegno dell’amministrazione sull‘Artemio Frankenstein si arricchisce di altre voci, più o meno appiattite. Italia Viva, che siede (ancora?) all’opposizione in Comune, ammette: “Il cantiere dello stadio Franchi è sicuramente in ritardo rispetto a quanto annunciato dalla scorsa amministrazione. Nonostante questo, ora vogliamo sostenere l’amministrazione affinché l’opera si concluda nel più breve tempo possibile, con l’obiettivo che Firenze sia pronta per Euro 2032″. Rivestendo i panni dei consiglieri di opposizione, Francesco Casini (capace quando era sindaco di far realizzare l’innovativo Viola Park) e Francesco Grazzini aggiungono: “Serve la massima trasparenza sui lavori. Ancora non c’è il cronoprogramma reale del secondo lotto, quindi consigliamo cautela sulle date di fine lavori, sulle quali grava anche l’incertezza delle risorse mancanti: riteniamo troppo ottimistica la valutazione di 265 milioni come cifra complessiva dell’intervento; a nostro avviso, i costi supereranno i 300 milioni”.
Parlare d’altro, quando la difficoltà è evidente, parlare di qualcosa di giusto sì – come fanno gli ex di Centrodestra Monaco e Semplici – ma inutile se mancano le fondamenta è sport molto diffuso a Firenze. Alleanza Verdi Sinistra – i Verdi che non vedono lo scempio del verde a Firenze, l’albericidio ‐, nell’elogiare il progetto del nuovo Frankenstein definito “moderno”, rivolgono le loro attenzioni ai pannelli fotovoltaici: “(…) Tra le attività previste, al momento, è venuta meno l’installazione di pannelli fotovoltaici sulla copertura dello stadio ma ci è stato detto che il progetto non è cambiato e l’intenzione è di portarlo in fondo nella sua interezza. Abbiamo chiesto ai tecnici del Comune e alle ditte attenzione su questo elemento poiché uno degli elementi qualificanti del progetto di restyling del Franchi era legato alla sostenibilità dello stesso. Ci auguriamo che l’Amministrazione possa reperire le risorse affinché si completi anche questo intervento che come forza politica riteniamo qualificante per ogni opera pubblica. Lavoreremo al fianco del Comune affinché il Franchi possa divenire l’impianto centrale di una nuova CER (Comunità Energetica Rinnovabile, ndr) della città”.
A oltre un anno di cantiere a rilento, però, si porrà – via Mariti docet – più attenzione alla sicurezza. Almeno così sembra di capire leggendo il pravdese dell’assessore Dario Danti. “Abbiamo deciso di convocare per il 20 gennaio tutte le parti firmatarie del protocollo, che oltre a Comune sindacati (Cgil, Cisl, Uil, ndr) sono impresa costruttrice, Cassa edile, Ance e Confapi per superare alcuni problemi tecnico-pratici e proseguire spediti nel processo di digitalizzazione del cantiere, elevando ulteriormente i già alti livelli di trasparenza, regolarità e sicurezza”, spiega Danti. “Grazie ad un particolare software saremo in grado di mettere a disposizione degli organi ispettivi che vigilano nel cantiere del Franchi una modalità innovativa che permetterà di avere in tempo reale informazioni determinanti sulle presenze in cantiere”.
Il punto della sicurezza era stato oggetto di un rilievo puntuale di Firenze Democratica. “Il ‘cantiere trasparente’ allo stadio – hanno detto Cecilia Del Re e Serena Berti – non è ancora applicato, ma la risposta dell’amministrazione è quella di accelerare i lavori delle ditte. Nei giorni scorsi, in commissione lavoro, i tre sindacati del comparto edile fecero presente che all’interno del cantiere dello stadio non trovassero applicazione le misure del ‘cantiere trasparente’ – che erano state oggetto di un protocollo firmato negli anni scorsi dall’amministrazione comunale con i sindacati, e che dovevano applicarsi per ogni cantiere superiore ai 2 milioni di euro -, esternando la loro condivisibile preoccupazione”. “Si tratta di misure di sicurezza (come l’uso del badge elettronico) volte ad innalzare l’attenzione e i controlli in chiave di prevenzione degli infortuni sul lavoro – hanno spiegato le due esponenti di Firenze Democratica –, che sono state introdotte per la prima volta per la realizzazione delle linee tranviarie, e rilanciate poi lo per ogni cantiere pubblico di una certa rilevanza”. “Al sopralluogo odierno (ieri, ndr), è stato risposto dal rup dello stadio che, ai fini dell’applicazione di queste misure, “si spera” che per il febbraio 2026 possa essere trovato un accordo tra la casse edile regionale e quella fiorentina. A fronte di questa situazione – dove il comune è il committente dei lavori per centinaia di milioni di euro, gli operai impiegati sono oltre 50 al giorno e le lavorazioni sono senz’altro complesse e delicate – dopo quanto emerso in commissione lavoro nell’imbarazzo della giunta e maggioranza ci saremmo aspettati una presa di posizione per porre rimedio a questa grave carenza e assenza di controllo che già avevamo denunciato. E invece non abbiamo letto una parola in merito da parte di sindaca e giunta – rimarcano –, ma abbiamo invece letto la richiesta da parte della sindaca alle ditte di lavorare di più, con il riconoscimento di premi per lavori più veloci, auspicando anche il lavoro notturno. Troviamo questo quadro preoccupante non solo per la situazione del cantiere in questione, ma anche per le priorità che evidentemente l’amministrazione si pone”.
