I genitori: “In assenza di risposte immediate andremo avanti per tutelare tutti”. Hanno sollecitato l’assessore Albanese e il Provveditorato. La dirigente scolastica della Vamba per ora non risponde.
Questa mattina, come apprende La Firenze che vorrei, i genitori di una sezione della classe seconda della Scuola Elementare “Vamba” (Via del Giardino della Bizzarria, 2) hanno tenuto i propri figli a casa. Questo “sciopero” nasce come gesto di protesta contro la dirigente scolastica, dottoressa Rita Trocino. Stufi dell’inerzia sia della dirigente sia degli altri superiori in grado ai quali si sono rivolti senza ottenere risposte, hanno deciso di passare all’azione dopo un mese e mezzo dall’inizio dell’anno scolastico, durante il quale la dirigente, sostengono gli scioperanti, “non ha adottato provvedimenti seri per gestire una situazione che sta compromettendo la sicurezza e la didattica dell’intera classe”.
Ma andiamo al punto. L’origine del problema, si apprende, sarebbe la presenza di un bambino di 7 anni, proveniente da un’altra scuola, il quale, sin dai primi giorni, avrebbe manifestato gravi problemi relazionali verso i compagni e un comportamento definito senza mezzi termini “oppositivo e provocatorio” nei confronti delle insegnanti e di tutto il personale.
I genitori denunciano episodi di vessazioni e percosse subite dai loro figli: in un caso addirittura un bambino è stato refertato al Pronto Soccorso al termine delle lezioni. La madre del minore è stata più volte coinvolta, ma si è rivelata poco collaborativa, rifiutando persino il consenso per l’inserimento di un educatore che coprisse parte dell’orario scolastico.
La didattica è paralizzata: le insegnanti dedicano la maggior parte del tempo a contenere il bambino, impedendo il regolare svolgimento delle lezioni. Nonostante qualche ora di personale di “potenziamento”, non è stata assegnata alcuna figura specifica di riferimento accanto al minore, una misura essenziale in casi come questo, anche in assenza di certificazione ufficiale di necessità di sostegno.
I genitori esasperati hanno ripetutamente sollecitato incontri con la dirigente Trocino (la quale aveva in epoca Covid e tessera verde un atteggiamento molto severo e burocratico), che li ha ricevuti ma, a detta loro, avrebbe minimizzato il problema per settimane, ritardando interventi concreti. Sono state inviate PEC di sollecito al Provveditorato, accusando la dirigente di “gravi inefficienze e inadempienze”, ma a oggi non è arrivata alcuna risposta. Anche l’assessore alla scuola Benedetta Albanese è stata informata e ha spinto la dirigente a trovare soluzioni efficienti.
Solo negli ultimissimi giorni sembra sia stato richiesto l’intervento dei servizi sociali, con tutti i limiti di risorse e personale che li affliggono: i tempi di attivazione sono incerti e si scontreranno inevitabilmente con le reticenze della madre.
La protesta di oggi rappresenta l’extrema ratio contro una dirigente che detiene il potere di risolvere la crisi – ad esempio, bypassando le pratiche burocratiche ordinarie per inserire una o più figure di riferimento che coprano l’intero orario di 40 ore settimanali – ma che, dicono al nostro giornale, “ha scelto l’inerzia”, “mettendo a rischio il benessere del bambino problematico e di tutti i compagni”.
I genitori esasperati annunciano che non si fermeranno qui. “In assenza di risposte immediate – fanno sapere –, seguiranno altre azioni, quelle che riterranno necessarie per tutelare in primis i bambini (tutti, senza distinzioni), le insegnanti e l’intero personale della scuola. La tolleranza è esaurita; è ora che la dirigente Trocino passi dalle parole ai fatti, prima che la situazione degeneri irrimediabilmente”.
La nostra redazione ha tentato di entrare in contatto con la dirigente Trocino quest’oggi ma è risultata assente perché “reggente in un altra scuola”, la Ottone Rosai. Qualora voglia aggiungere qualcosa restiamo disponibili.
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