Di Maria Romana Bergamaschi
Ho conosciuto Francesca nel gennaio del 2023, durante le riunioni del Comitato Vitabilità, da lei fondato solo un mese prima per combattere e fermare i disastrosi progetti per il Campo di Marte dell’allora amministrazione Nardella.
Vedere così tanta gente mi ha aperto il cuore: ho capito subito la sua forza di volontà, le sue qualità e capacità nel riuscire a risvegliare le coscienze di tanti, per mantenere intatta l’identità del nostro quartiere.
L’esperienza di Ribella Firenze, l’anno successivo, in occasione delle elezioni per il nuovo sindaco — anche se il risultato non è stato quello sperato — ha fatto conoscere e apprezzare ai fiorentini chi è veramente Francesca, e ha fatto conoscere il suo grande amore per questa martoriata città.
Abbiamo imparato come le parole abbiano un valore e un peso, e come esse perdano senso quando servono solo le esigenze di un partito, diventando banali e ripetitive perché non dette con cognizione di causa. Le parole di Francesca, invece, portavano alla luce le istanze dei cittadini, le loro paure, le loro reali difficoltà: il civismo puro della vita reale.
Francesca ha denunciato le verità nascoste dalle menzogne di chi ha sempre considerato i fiorentini solo un gregge da condurre e Firenze una proprietà personale.
Ricordo le sue parole conclusive all’incontro fra i candidati sindaci al Palazzo dei Congressi:
“Se non volete Davide, tenetevi Golia.”
Oggi, purtroppo, tutti hanno sotto gli occhi le prove di come è stata ridotta la nostra città: criminalità rampante, strade ridotte a deserti di cemento dopo il taglio degli alberi, ritmi di traffico parossistici, multe continue, scudi verdi, quartieri abbandonati, negozi che chiudono giorno dopo giorno. Il centro e le piazze, quelli che un tempo erano inostri luoghi di ritrovo e di socialità, ormai off-limits per i cittadini.
Francesca ci ha insegnato che, quando si combatte per le giuste cause, non bisogna mai arrendersi, perché la verità è dalla nostra parte.
Grazie di cuore per tutto, con la speranza che — magari prima di tre anni — potremo festeggiare il tuo compleanno a Palazzo Vecchio.
Tanti auguri da tutti noi.
