Case popolari a Firenze: ritardi, costi e promesse mancate nel progetto “sostenibile” da 20 milioni di Via Torre degli Agli

GERMOGLI PH: 10 MAGGIO 2024 FIRENZE IN VIA TORRE DEGLI AGLI E' STATO PRESENTATO IL FINE LAVORI DELLE NUOVE CASE POPOLARI NELLA FOTO IL NUOVO COMPLESSO DI CASE POPOLARI DI VIA TORRE DEGLI ALTRI
Consegne in ritardo di undici anni, tecnologie sperimentali mal funzionanti, infiltrazioni e crepe: è questo il risultato di un investimento da 20 milioni?

 

88 alloggi che dovevano essere moderni, sostenibili, all’avanguardia. Promessi nel 2013, consegnati con undici anni di ritardo. I lavori avrebbero dovuto concludersi nel 2016. Invece, la consegna è avvenuta soltanto a fine 2024, con gli assegnatari entrati tra dicembre dello stesso anno e i primi mesi del 2025. Un ritardo colossale che riassume in sé tutte le inefficienze, le promesse mancate e i disservizi dell’edilizia residenziale pubblica fiorentina.

Il costo complessivo dell’opera è stato di 20 milioni di euro, di cui 15,7 destinati direttamente alla costruzione degli alloggi. Una cifra enorme, finanziata in gran parte con fondi regionali, per un progetto che doveva rappresentare un esempio di sostenibilità, innovazione energetica e rigenerazione urbana. Secondo le Giunte comunali che si sono succedute, il complesso sarebbe stato un modello di edilizia pubblica “verde”, con impianti sperimentali per la produzione di acqua calda sanitaria e per la climatizzazione estiva e invernale, studiati in collaborazione con l’Università di Firenze. Si parlava di atri bioclimatici nei vani scala in grado di preriscaldare l’aria e ridurre i consumi delle pompe di calore, e di pannelli fotovoltaici integrati sul tetto e sulle facciate.

Ma la realtà, come spesso accade, è ben diversa. A denunciarlo è Jacopo Cellai, Coordinatore comunale di Fratelli d’Italia a Firenze, che in un sopralluogo effettuato il 26 luglio 2025, con tanto di foto, mostra la situazione degli spazi comuni e degli alloggi: “Non ci sembra affatto che tutti questi annunci siano la realtà: nei vani scala abbiamo trovato strutture chiuse a chiave che impediscono il passaggio dell’aria, e la climatizzazione delle abitazioni non funziona”. 

Il complesso dall’esterno appare ancora oggi con facciate in parte rattoppate e in parte crepate, con “bolle” e screpolature nell’intonaco. Nel corso dei mesi. le testimonianze degli assegnatari hanno lasciato poco spazio all’ottimismo: appartamenti con infissi difettosi, muffe e infiltrazioni già evidenti ancor prima dell’ingresso, garage impraticabili a causa di allagamenti, spazi interni così angusti da non permettere l’inserimento dei mobili. Una residente racconta: “è ancora oggi un cantiere aperto, gli alloggi non sono stati completati definitivamente, hanno usato materiale scadente, e non parliamo dei pavimenti in finto legno laminato che scrichiolano mentre cammini in casa…”. 

I ritardi, le incongruenze e i difetti progettuali di questo intervento sono noti da tempo. Ora che le case sono state assegnate, il quadro che emerge è desolante: un progetto nato per essere un simbolo di efficienza e sostenibilità si è trasformato in una delle vicende più opache e costose della recente edilizia pubblica fiorentina. Una storia che grida vendetta, e che impone trasparenza, responsabilità e una riflessione seria sul modo in cui vengono gestiti i soldi pubblici e la dignità abitativa di chi ha meno.