Trascorso uno dei ferragosti meno festeggiati e goduti di sempre, il ritorno alla routine è ancora più pesante e traumatico per chi si trova sulla “linea del fronte” della crisi e della dismissione: non vi è praticamente un solo giornale che non riporti crolli e rischi in ogni settore. Confcommercio ha appena ultimato un’inchiesta che inizia nel 2012, termina nel 2024 ed è pubblicata sulla Repubblica Firenze di oggi: in dodici anni ha chiuso i battenti un bar su quattro, per un totale di 200 esercizi di cui 50 in area UNESCO e 150 in altre, per un -22.7% che ne attesta il quantitativo attuale a 682 contro gli 882 di dodici anni fa. Se, in questo quadro, viene riportata un’intervista dal sapore propagandistico al titolare del Caffè Matteotti, di tenore completamente opposto è la testimonianza dei colleghi del non meno storico Chalet Bellariva, costretto alla chiusura dopo decenni di attività, dei quali sei solo con quel nome, per colpa dei cantieri che hanno otturato il Lungarno Colombo. La notizia, riportata su La Nazione Firenze, si accompagna ai dati cupi di Coldiretti Toscana sull’export di olio e vino verso gli Stati Uniti, calato del 2.5% a causa dei dazi americani e nel quale si prevedono perdite fino a 600 milioni di euro. I clienti statunitensi, fanno sapere dalla Tenuta Altiero di Montefioralle, sono passati dal 50% al 20% sul totale dei visitatori, proiettando speranze addirittura sul periodo natalizio. Comincia a temere anche Scandicci, ci informa Il Tirreno Firenze, ma sul versante moda: per ora si contano 7.000 lavoratori in cassa integrazione che a settembre potrebbero aumentare, senza che il cambiamento di stilisti e prodotti abbia generato alcuna inversione di rotta, sottolinea la CGIL. Proseguono invece imperterrite le problematiche della scuola: «Via 115 cattedre, mancano bidelli e un professore su tre sarà precario» è il sintetico abbozzo del quadro fornito da La Nazione Firenze, ove si legge persino che le carenze d’organico a Firenze e San Casciano potrebbero creare grattacapi già nella riapertura dei plessi. Non è da meno l’ospedale di Torregalli, in cui si è di nuovo rotta l’aria condizionata: a molti è venuto in mente un paragone con le condizioni di Sollicciano, per le insostenibili temperature in entrambi e la totale fatiscenza delle strutture, come si legge in un trafiletto del Corriere Fiorentino. Unica nota positiva, riportata su quest’ultimo: lo sciopero della fame di 2.000 sanitari in solidarietà a Gaza, soprattutto alla luce della morte della giovane palestinese sfibrata dalla fame e delle privazioni. L’unico settore che a Firenze non conosce problemi economici è quello dei cantieri: le ultime polemiche hanno innescato l’inizio dei lavori in via Fortini dopo cinque mesi, con la promessa che «riaprirà in autunno» per quest’ultima testata «ma non c’è la fine» per La Nazione Firenze, la quale riporta una mappa dei 500 alberi abbattuti e dei nuovi piccoli filari in arrivo tra fanfare assurde, come «rendere più verde piazza Beccaria», e che comunque non riporterebbero mai il verde che c’era prima pur con tutto il tempo che impiegheranno a crescere. Fanfare che giustamente esecra il consigliere Sabatini della Lista Schmidt, che fa luce sull’incresciosa situazione di una piazza Alberti divisa in due da un cantiere che doveva essere divelto il 31 luglio ed è invece ancora lì a impedire l’attraversamento pedonale. In frantumi, però, va anche il fronte dei moderati: Azione, +Europa, PSI e PRI faranno una lista per conto proprio e non seguiranno Giani, informa il Corriere Fiorentino, mentre l’accordo appena firmato tra PD e M5S lascia fuori alcune tematiche importanti come quella dell’aeroporto di Peretola (La Repubblica Firenze, Corriere Fiorentino e Il Tirreno). Sulla nostra testata abbiamo parlato del ricorso di Democrazia Sovrana e Popolare contro la data scelta per le elezioni, che impedirebbe alle liste più piccole di portare le firme necessarie in tempo. Visto e considerato tutto quanto abbiamo descritto in queste righe, solo un riso amaro possono destare in noi le ennesime, ipocrite parole del sindaco di Signa alla commemorazione dell’eccidio di San Piero a Ponti del 1944, riportate su La Nazione Firenze. Certamente il suo partito e la Città Metropolitana stanno da qualsiasi parte, meno che da quella della vita, dei diritti e della verità. (JCM)