Consolato USA, Italia Viva (s)consolata torna ad attaccare Meloni: “Meno passerelle a Washington, difenda Firenze”

Consolato USA Firenze

Milani (PD) si scopre pugnace e chiama in causa gli Esteri, Grazzini (Italia Viva) addirittura Meloni per evitare la chiusura del Consolato USA di Firenze.

 

Chiude il Consolato USA di Firenze. Nell’indifferenza quasi generale, la sindaca Sara Funaro si straccia le vesti, forse perché la città che dovrebbe amministrare perde sempre pezzi e mai guadagna posizioni (o investimenti). Il solito Luca Milani, Capogruppo PD, insolitamente pugnace, intervenuto proprio ieri bollando la manifestazione di mercoledì contro il degrado come “di destra”, parla di decisione “gravissima e inopportuna” e annuncia “un atto per chiedere al Ministero degli Esteri di operare per il mantenimento della sede del Consolato USA a Firenze”. Dalla Farnesina ci spostiamo direttamente a Palazzo Chigi. Il consigliere comunale del partito dell’ex premier amicissimo di Michael Ledeen, Francesco Grazzini parla della chiusura come di “un errore politico, culturale ed economico di portata enorme”. Nella sua densa “philippica” (il ph- è per farla più all’americana), Grazzini, constatata l’inconsistenza locale, decide di dirottare il colpo niente meno che su Giorgia Meloni: “La Presidente Meloni ha finalmente qualcosa di concreto di cui occuparsi a Washington: difendere Firenze e la Toscana da una decisione miope e lesiva, che spezza un legame ultracentenario tra la nostra città e gli Stati Uniti d’America. Dimostri di occuparsi degli interessi del paese e non di inutili passerelle. In tal caso noi saremo i primi a ringraziarla e a farle i complimenti”. Viene da pensare che questo astio verso Meloni sia da ricondurre all’aver perso e mai più ritrovato quella Special Relationship che prima Matteo da Rignano aveva con Washington. Insomma, vorrebbero essere loro a “fare da pontieri”, loro vorrebbero vendere agli italiani la panzana che i dazi non ci sono anche se ci sono (10%), vorrebbero essere loro, inconsolabili, a mediare l’acquisto del costoso gas naturale liquefatto stars and stripes e a favorire la penetrazione degli USA nelle aziende strategiche italiane, telecomunicazioni in primis. Loro vorrebbero fare le passerelle a Washington. E magari nemmeno in posizione eretta.