Continua il teatro dell’orrido all’Artemio Frankenstein: liquidazioni, tranvia e dismissione non aiutano gli scherani della sindachessa. La Firenze sui giornali di venerdì 24 ottobre

GERMOGLI PH 18 MAGGIO 2025 FIRENZE STADIO ARTEMIO FRANCHI LAVORI CANTIERE CURVA FIESOL

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La mozione di sfiducia annunciata dal centrodestra verso la sindachessa Funaro fa tremare la maggioranza a Palazzo Vecchio: compatta ma assai debole la difesa dei suoi lanzichenecchi, unici a profittare realmente dalla sua gestione della cosa pubblica. Non è però solo l’opposizione a mettere in luce le evidenti criticità, nello specifico, della questione stadio, divenuta il nodo del contendere: se persino La Repubblica Firenze dedica un intero articolo a «quei pali piantati otto mesi dopo» e al «precedente del cantiere TAV», con opinioni esperte sulla mancata conoscenza del sottosuolo, friabile, su cui sorge lo stadio, è quasi ridicolo che si parli di un ritardo «che non comporta slittamenti sui tempi di consegna di fine lavori», come se fosse il giorno in più o in meno il problema, e non proprio quelle «criticità tecniche» citate quasi come un incidente di passaggio ma che sono, invece, la questione principale del marasma in cui si trovano i lavori, e che andava risolta a monte. L’«effetto domino» e l’«escalation di difficoltà» di cui parla il Corriere Fiorentino, relativi ai gravi limiti di cui parla il Direttore Generale della stessa Fiorentina, citato dal Tirreno Firenze, sono tutti frutti di queste criticità generatesi unicamente dall’ignoranza di chi era preposto a condurre a termine i lavori: un rischio economico non da poco, anche in vista di Euro 2032 che genererebbe un indotto di lavoro e guadagni importante per Firenze, ma di cui si teme un ritardo che porterebbe a “saltare” a pie’ pari gli Europei. Un esempio plastico di tale ignoranza lo fornisce La Nazione Firenze, rammentando tutti i tentativi di rabbercio dal Mercafir in poi. Se ne sono accorti anche al Bar Marisa, da dove denunciano, in un confronto coi giornalisti di quest’ultima, l’immobilità dei cantieri e dove preferivano il progetto di Commisso, chiedendosi perché Nardella ai tempi si fosse tanto impuntato contro il restyling. Difficile, dunque, che sia tutta colpa del centrodestra che «non ha nulla da dire», e ancor più difficile che basti il «dispiacere» di Funaro. Ma fosse questo l’unico problema della città, saremmo in una situazione quasi paradisiaca al confronto di ciò che viviamo adesso: URBIT, per parte sua, ha lanciato un appello, citato in un trafiletto dal Corriere Fiorentino, per una nuova legge urbanistica nazionale onde «evitare altri cubi neri», dal momento che quella attuale è ferma al 1942 (un po’ come la mentalità e l’approccio della giunta). La nuova legge nazionale sull’aumento della cedolare secca per alberghi e affitti brevi ha scontentato tutti a Firenze, tra chi contesta l’aumento in sé e per sé come un attacco diretto ai piccoli proprietari, chi contesta il fatto che le tasse di soggiorno non possono essere un surrogato di fondi per lo Stato e chi, pur appoggiando il decreto, ne critica l’assenza di politiche abitative o la poca enfasi posta sulla riduzione degli affitti brevi (verso i quali si prepara una stangata da 10 milioni a fronte di 2.500 locazioni, informa Il Tirreno): Property Managers, Federalberghi, CGIL e Comitato Salviamo Firenze si trovano così, incredibilmente, tutti sulla stessa barca, è la sintesi che emerge dal resoconto del Corriere Fiorentino. Stesso scenario si replica nell’ambito della moda, dove sindacati e piccole imprese risultano uniti contro la norma “salva-griffe” del governo circa l’obbligo di apposizione della dicitura «Filiera della moda certificata» tramite certificazione di conformità, laddove se ne contesta la paventata eliminazione di responsabilità dei committenti verso le irregolarità nelle filiere. Il contesto interno in quelle della Piana è infatti, se vogliamo, ancora più gramo: la crisi fa salire la disoccupazione di ben 737 unità, con un tasso di richieste di cassa integrazione che tocca punte dell’80% e 800 richieste di avviamento professionale in meno, riportano La Nazione Firenze e Il Tirreno Firenze. In tutta la Toscana, riporta La Repubblica Firenze, di ore di cassa integrazione se ne riportano addirittura 6 milioni in metà anno. Ma anche in zone relativamente più centrali e storicamente benestanti del capoluogo, come viale Europa, si respirano tempi bui: per colpa della tranvia stanno chiudendo diverse attività, come ElenaSoniaConsuelo (attiva dal 2009), Bomber Firenze (lì dal 1991) e l’edicola davanti alla Coop (che dal 1998 ne ha visti passare di clienti). Cerca di resistere, per il momento, il trippaio di Gavinana, sentito da La Nazione Firenze che ha condotto l’inchiesta e ha intervistato anche la titolare di Tentazioni Intimo e Moda in via del Ponte Rosso, che oltre ai disagi dei cantieri denuncia anche un +10% di bollette rispetto all’ante-Covid e un momento di inaudita complicazione in 35 anni di lavoro. Frattanto, viene confermato il divieto di spostamento di un locale da via Maso Finiguerra a Piazza del Duomo (Corriere Fiorentino) ma assegnato un appalto da 530.000€ per trasformare l’ex scuola Marescialli sulla falsariga del social housing e progettare la nuova “piazza Mediterranea”, con poca o nessuna chiarezza sui costi di gestione, la tutela del complesso monumentale e la coerenza delle nuove funzioni (Il Tirreno Firenze). Prosegue però, intanto, l’allerta meteo, tra frane e cadute di alberi, smottamenti ed esondazioni e un operaio salvato dalla piena: è il quadro degli eventi che si stanno svolgendo in tutta la regione, sintetizzati in un trafiletto del Corriere Fiorentino, e che hanno visto in Lunigiana, Alta Versilia e Garfagnana il loro epicentro. (JCM)

 

In copertina: Copyright Fotocronache Germogli