Cosa succede in Valdera e perché riguarda (anche) noi?

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Parafrasando il grande Kurt Erich Suckert, alias “Malaparte”, tutta la storia viene “a finire” in rifiuti tra i rifiuti, non “in panni”. E non dai cenciaioli della laboriosa Prato, ma a Peccioli in provincia di Pisa. Siamo fiorentini, non fiorentino-centrici: guardare “lontano” per vedere vicino. Precisamente finiscono in Valdera, che è il centro baricentrico – dei rifiuti – in Toscana. “La Valdera – spiega in una nota il Coordinamento No Valdera Avvelenatarappresenta il 2% del territorio toscano ma ne riceve quasi il 50% dei rifiuti”. Il tema è rovente, complici le varie inchieste, come quella sul keu (al Green Park di Pontedera cumuli di questo materiale altamente inquinante e altamente tossico sono lasciati in abbandono, in attesa delle bonifiche). Il tutto mentre riaffiorano, per tornare ai dintorni di Firenze, discariche – più o meno colpevolmente dimenticate – nel Mugello: è il caso del Rio Rovigo. Oggi pomeriggio si è svolta una manifestazione a Peccioli (Pisa) contro il progetto di ossicombustore che, sostengono i promotori, porterebbe “ancor più rifiuti verso la Valdera”.

In un entusiasta articolo su Greenreport si legge che questo impianto servirà al “superamento della discarica”, mentre su Toscana Chianti Ambiente si rileva quanto, invece, la regione sia indietro rispetto agli obiettivi di economia circolare; alcuni mesi fa, inoltre, un servizio di Far West su Rai 3 tentò di vederci chiaro sul lungamente – e trasversalmente – incensato sistema-Peccioli, dove l’attuale primo cittadino governa da oltre trent’anni.

Ciò avviene, per allargare lo sguardo, mentre il percorso verso la multiutility è a un punto morto da tempo, complici le difficoltà di Alia, tra debiti e (s)vendita dell’argenteria. E le bollette, quelle con regolarità impeccabile, aumentano ogni anno.

Una protesta, quella di oggi, che mette sotto accusa la gestione regionale dei rifiuti, rea di aver letteralmente trasformato in maxi-discarica un territorio, anziché favorire una gestione più responsabile in ogni provincia, improntata a una circolarità effettiva. Insomma, se Firenze non è virtuosa, qualcuno starà sempre più male. Se non cambia l’approccio al rifiuto, qualcuno sarà “discarica per sempre”. Ma qualcuno dice, con sempre maggior forza e convinzione: “No grazie”.