Il consigliere, candidato alle Regionali con la Lista civica “È ora!” a sostegno di Tomasi, incalza: “Tentano di sminuire la gravità, noi avevamo proposto indagine collettiva e trasversale”.
La maggioranza ha bocciato quest’oggi in Commissione urbanistica la richiesta, presentata dagli esponenti di minoranza ed esposta dal vicepresidente Massimo Sabatini (Lista Schmidt), di attivare un’indagine collettiva per ricostruire nel dettaglio la vicenda del cubo nero. “La richiesta di un’attività di indagine per la Commissione – spiega Sabatini – era totalmente giustificata dal continuo discutere, per quasi un mese, da parte di tutta la città sull’ex Teatro Comunale e sul tremendo cubo nero che vi è sorto”. Il vicepresidente Sabatini aveva chiesto un’attività di indagine collettiva che potesse essere svolta “da entrambi gli schieramenti di Palazzo Vecchio”, “alla ricerca di una comune verità e con la massima trasparenza”. “Nonostante la gravità di quanto avvenuto – rimarca Sabatini –, gli esponenti di maggioranza hanno glissato sulla nostra richiesta, cercando di sminuirne l’importanza”. “Non possono certo bastare le tre ore dedicate nella riunione di urgenza della scorsa settimana, che hanno solo ripercorso l’iter meramente autorizzativo per ricostruire la vicenda e le conseguenze”, sottolinea Sabatini. “La Commissione di indagine poteva analizzare tutti i documenti, di tutti gli enti, convocando tutte le persone protagoniste oppure edotte dei fatti”, ricorda il consigliere che già nel maggio scorso aveva sollevato il caso. “La maggioranza ha addotto per giustificare il proprio no l’inchiesta della Procura, ma in realtà è proprio l’attività di indagine di una commissione trasparente a dare il miglior aiuto all’attività della Procura; noi possiamo fare soltanto un’attività di indagine collettiva, che avrebbe dovuto partire da obiettivi condivisi. L’obiettivo nostro era, infatti, quello di fare chiarezza su tutto: fare chiarezza su questo terribile precedente che la città ha, ma che sembra nessuno abbia voluto”. “Siccome è ovvio che la verità deve ancora uscire, volevamo raggiungerla tutti insieme in trasparenza”, conclude Sabatini.