Un’intero filare di alberi sani e adulti – principalmente platani – è stato abbattuto lungo il torrente Mugnone nel tratto di Via Cosseria, nell’ambito di lavori legati alla sicurezza idraulica della nuova stazione Alta Velocità Belfiore, di cui abbiamo ampiamente parlato su queste pagine. Le immagini pubblicate sui social mostrano un paesaggio radicalmente trasformato: tronchi segati, rami accatastati e palazzi che svettano sull’asfalto. Dove prima c’era un filare che ombreggiava il corso d’acqua e ospitava uccelli stanziali e migratori, ora resta una distesa di cemento e asfalto.
L’associazione IDRA, in un comunicato social dal titolo “Romito, missione compiuta: lo sfregio è servito!”, cita il tradimento dei principi contenuti nell’articolo 9 della Costituzione (“La Repubblica t il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”) e la Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze fu tra i firmatari nel 2000, proprio a Palazzo Vecchio).
Quella del Mugnone non è solo una questione ambientale, ma un simbolo: un pezzo di paesaggio urbano è stato cancellato, mostrando come troppo spesso sviluppo e tutela del territorio vengano messi in conflitto anziché in dialogo.