Espulsa per aver accolto uomini, il caso Artemisia divide il fronte antiviolenza. Fratelli d’Italia valuta un esposto al Garante

GERMOGLI PH 3 APRILE 2025 FIRENZE PIAZZA SS ANNUNZIATA MANIFESTAZIONE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

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La decisione di D.i.Re di espellere l’associazione fiorentina suscita reazioni politiche e istituzionali. FdI: “Un atto contrario ai principi di uguaglianza e collaborazione tra generi”

 

Dopo oltre trent’anni di attività nel sostegno a donne, bambini e adolescenti vittime di violenza, l’associazione fiorentina Artemisia è stata espulsa da D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza, la principale rete nazionale dei centri antiviolenza. La decisione, assunta nei giorni scorsi dall’assemblea nazionale dell’organizzazione, è arrivata in seguito alla scelta di Artemisia di accettare soci uomini, in coerenza con uno statuto che punta a “riconoscere modelli maschili positivi” e a promuovere un impegno condiviso tra donne e uomini contro la violenza di genere.

Una scelta definita da D.i.Re “legittima ma incompatibile” con il proprio statuto, che prevede associazioni composte esclusivamente da donne. Artemisia, tra le socie fondatrici della rete, ha replicato rivendicando “il dovere e l’opportunità di coinvolgere gli uomini come parte del cambiamento” e ha annunciato di voler proseguire il proprio lavoro “ancora più convinta” anche fuori da D.i.Re.

La vicenda ha subito scatenato un acceso dibattito politico. In una nota diffusa oggi, i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia – Alessandro Draghi, Angela Sirello (capogruppo), Giovanni Gandolfo e Matteo Chelli – hanno espresso solidarietà ad Artemisia e duramente criticato la decisione della rete nazionale. “L’espulsione di Artemisia – scrivono – rappresenta un fatto grave e profondamente contrario ai principi di uguaglianza, inclusione e collaborazione che dovrebbero ispirare il lavoro comune contro la violenza di genere”.

Artemisia, tra le associazioni fondatrici di D.i.Re, opera da oltre trent’anni a Firenze con competenza riconosciuta a livello nazionale e internazionale, accogliendo, proteggendo e sostenendo migliaia di donne e minori vittime di violenza. La sua scelta di aprire la base associativa anche agli uomini non è una violazione di principi, ma un atto di maturità civile e di coerenza con l’idea che il contrasto alla violenza di genere richieda il coinvolgimento dell’intera società, senza esclusioni. Secondo i rappresentanti di FdI, la scelta di D.i.Re rischia di indebolire il fronte unitario contro la violenza, “ripiegando su una visione escludente e ideologica”. Il gruppo annuncia di voler valutare una segnalazione all’Autorità Garante contro le discriminazioni e un esposto al Dipartimento per le Pari Opportunità, citando il decreto legislativo 198/2006 in materia di parità di trattamento tra uomini e donne.

Se D.i.Re rivendica la propria identità femminista e autonoma, Artemisia propone una visione “cooperativa”, in cui il cambiamento passi anche attraverso la partecipazione maschile. “Non si può combattere la violenza sulle donne con nuove barriere ideologiche – sostengono i consiglieri – ma solo con alleanze, formazione, ascolto e corresponsabilità”.

Foto: Copyright Fotocronache Germogli