È bastata una leggera contrazione nel mercato asiatico, segno che anche da quelle parti cominciano a guardare altrove, per far crollare Ferragamo del 9,4% in questo primo semestre del 2025 (dati citati da Repubblica Firenze e Corriere Fiorentino): da capire la fonte di tanto ottimismo della sua dirigenza circa la “pronta ripresa”. Peggio va per i locali fiorentini: dopo l’artigianato tocca ai ristoranti e così, sullo sfondo di una media di incassi generali giù del 20%, pernottamenti a -10% e un’ulteriore flessione del 5% prevista per il mese di agosto, chiude anche Momoyama, tra i primi ristoranti di sushi a Firenze, che aprì a San Frediano nel 1998 e ora si valuta di far ripartire altrove. Non solo locali chic o di nicchia, però: anche le trattorie vivono la stessa tendenza. Emblematica la testimonianza del titolare dell’Antellesi, alla quale pochi giorni fa un gruppo di sette turisti indiani ha speso in tutto 63€, ma è ovunque che la spesa cala perché calano anche i consumi, soprattutto da parte dei turisti americani. Corretta l’individuazione del problema, nelle varie riflessioni emerse su La Nazione Firenze che ha riportato tutto ciò, in un fattore culturale, ma la responsabilità principale ricade sulle varie amministrazioni che hanno scelto e imposto questo modello di turismo malsano e decadente, alimentato dall’ecosistema B&B che non genera ricchezza, non dà lavoro e non fa girare soldi. Se a questa situazione economica aggiungiamo, inoltrandoci nella lettura della stessa testata, dell’«incubo delle ferie» ambientato sulla Fi-Pi-Li a causa dei continui lavori, non si intravede alcuna luce in fondo al tunnel. Chi vuole figli in una città così? Una follia di cui non fare assolutamente l’elogio e che dà vita al paradosso apparentemente inestricabile del prolungarsi del problema delle classi pollaio pur in un contesto in cui il calo demografico ha portato a 3.595 alunni in meno nelle scuole in tutta la Toscana. Apparentemente, perché i tagli alle classi, in cui Firenze non poteva non distinguersi (tutti dati del Corriere Fiorentino), hanno “sopperito”: a Greve in Chianti, dove a settembre si vedrà una sola prima elementare di 26 bambini, ha protestato persino il sindaco, mentre al Gobetti-Volta di Bagno a Ripoli viene addirittura soppresso l’insegnamento di storia dell’arte a causa dei tagli all’organico e probabilmente non ci sarà più nemmeno la gratuità dei corsi IGSE Cambridge, venendo così a configurarsi un classismo sempre più pesante dell’istruzione pubblica, dove solo quei pochi che riusciranno a mantenere adeguate finanze potranno permetterla ai propri figli. A corollario di tutto ciò, il degrado infrastrutturale sempre più marcato: in via Romana l’ennesima fuga di gas nello stesso punto dove da mesi si chiude e si riapre la strada, per la furia di residenti e negozianti; in piazza Bonsanti, come una cosca mafiosa, i topi si prendono il territorio sommandosi alle blatte in via Ricasoli e alle vipere in via Bolognese: questi però, sono riusciti addirittura a entrare nelle case infiltrandosi fino al quarto piano e sgraffignando cibo dai frigoriferi, generando oltretutto gravissimi pericoli per la salute di residenti e soprattutto bambini: una situazione che non si risolverà presto, complice anche il temporaneo abbandono degli appartamenti per le vacanze, come si specifica sul Corriere Fiorentino che ha riportato entrambe le notizie. C’è però, in tutto questo, un dato in rialzo: quello delle truffe. Nel 2024, fa sapere la Federconsumatori citata da Repubblica Firenze e Corriere Fiorentino, sono state 14.000 le denunce, ai danni di anziani e non solo, 3.000 in più rispetto al 2023, per indennizzi ammontanti in tutto a 836.000€. E mentre l’ANAC si sottomette al PD e appoggia la nomina di Frittelli alla presidenza dell’ASP Montedomini, come si legge su queste stesse testate, e prosegue il battage poltronistico per le Regionali tra Giani e il M5S, con Conte che inizia a tentennare e ammorbidirsi nei riguardi dell’ipotesi di alleanza (La Repubblica Firenze, Corriere Fiorentino e La Nazione Firenze), c’è anche chi dice no al continuo deterioramento del contesto cittadino: i lavoratori della Pergola si oppongono agli artisti e dichiarano la loro volontà di non procedere al ricorso al TAR per il declassamento, contrariamente a questi ultimi, mentre una lettera firmata da 24 tra urbanisti, architetti e docenti universitari ha denunciato la totale mancanza di trasparenza dell’amministrazione comunale su nomi e verbali della commissione paesaggistica. Entrambi gli aggiornamenti provengono dal Corriere Fiorentino e da La Nazione Firenze. (JCM)
