Filare di platani in pericolo lungo il Mugnone: in Via Cosseria partono opere di sicurezza idraulica per l’Alta Velocità

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TAV a Firenze: altri alberi sani potrebbero essere abbattuti lungo il Mugnone per opere legate al cantiere dell’Alta Velocità nel quartiere tra via Crimea e il Ponte degli Alpini

 

Terza giornata di allestimento del cantiere lungo le sponde del torrente Mugnone. Tra via Crimea, via Cosseria e il Ponte degli Alpini, gru e camion hanno preso possesso del quartiere. A cadere potrebbe essere un filare di maestosi platani lungo l’argine del Mugnone – alberi sani, ombrosi, parte di un piccolo ecosistema urbano che ha servito generazioni di cittadini fiorentini.

La segnalazione arriva da IDRA, una onlus che dal 1998 si dedica alla tutela dell’ambiente: gli abitanti della zona, colti di sorpresa, denunciano la mancanza di informazioni chiare e preventive: “Ci hanno chiuso la strada da un giorno all’altro – racconta una residente – ora dobbiamo parcheggiare a centinaia di metri, e nessuno ci ha spiegato cosa stanno facendo, quanto durerà, o a cosa serva davvero”. Un altro cittadino aggiunge: “Hanno fatto una sola riunione, e nessuno sapeva nulla”.

Il progetto, legato alla realizzazione della nuova stazione Alta Velocità Belfiore, prevede la creazione di un quarto fornice per raccogliere l’ulteriore apporto di acqua del Mugnone in casi di piena in modo da salvaguardare l’area della futura stazione, come si ricava dal sito internet di IDRA.

Un intervento strategico, secondo RFI e Comune, ma che potrebbe comportare l’ennesimo sacrificio ambientale in una zona già devastata da precedenti opere infrastrutturali. IDRA riporta che, “Sull’altro lato del Mugnone, ci dicono, dovrebbe saltare anche quell’ultimo filare di lecci e cipressi. Quel lembo di città era chiamato, una volta, ‘Boschetto della Rimembranza’, prima che anche lì si abbattesse agli inizi del terzo millennio la benefica scure delle opere propedeutiche a Sua Maestà l’Alta Velocità: il raddoppio del sottopasso stradale del Viale Strozzi (…) con l’abbattimento – se non ricordiamo male – di un filare di 36 alti platani con circonferenze che variavano fra gli 80 e i 190 cm. ”

Oggi, ancora una volta, il patrimonio arboreo di questa area rischia di essere spazzato via, senza un vero confronto con la cittadinanza, e in un contesto urbanistico già fragile.

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