Firenze: abbattere alberi per piantare slogan? Le contraddizioni verdi di chi siede in maggioranza

GERMOGLI PH:20 AGOSTO 2024 FIRENZE VIA VILLAMAGNA LAVORI CANTIERE DELLA  TRAMVIA ABBATTIMENTO ALBERI

A Firenze, il cemento e il ferro avanzano, e gli alberi cadono. Sono stati contati in circa 1.150 gli alberi destinati all’abbattimento per far spazio alle tre nuove linee tramviarie, in un contesto di trasformazione urbana che sta sollevando un’ondata profonda di malcontento tra residenti, ambientalisti e comitati cittadini.

Le parole del consigliere Paolo Bambagioni (Lista Schmidt), che ha denunciato pubblicamente l’abbattimento di oltre mille alberi sani e decennali a Firenze ed il silenzio di coloro che sono chiamati a rappresentare la coscienza ecologista nella maggioranza che siede in Consiglio comunale (i tre consiglieri Caterina Arciprete, Giovanni Graziani e Vincenzo Pizzolo, espressione dell’Alleanza Verdi-Sinistra / Ecoló), hanno riacceso il dibattito sul futuro ambientale della città. In questo clima teso è arrivata ieri la replica dei consiglieri ecologisti Arciprete, Graziani e Pizzolo, che LFCV ha pubblicato per intero.

Questa replica, a nostro parere, si presenta come un esercizio ben confezionato di equilibrismo politico: molte buone intenzioni, promesse generiche e cifre presentate senza un reale contesto critico. Un linguaggio che richiama sì alla sensibilità ambientale, ma che fatica a nascondere le contraddizioni tra i proclami ecologisti e le scelte concrete della maggioranza di cui questi consiglieri fanno parte.
Restano le incongruenze di un’azione politica che, almeno finora, appare più difensiva che realmente trasformativa.

Ma andiamo con ordine.


IL “BILANCIO ARBOREO POSITIVO”: UN TRUCCO SEMANTICO

I consiglieri sostengono che Firenze, dal 2019 a oggi, abbia visto accrescere il proprio patrimonio arboreo di circa 10.000 unità, arrivando a quota 80.000 alberi. Una cifra che, letta così, potrebbe sembrare confortante. Ma questo numero ha un valore solo apparente, se non si distingue tra gli alberi maturi decennali che sono stati persi e i giovani arbusti che li hanno sostituiti. Gli alberi maturi, grazie alla loro maggiore biomassa, immagazzinano e sequestrano una quantità significativamente superiore di carbonio rispetto agli alberi giovani. E soltanto gli alberi maturi sono in gradi di contribuire in modo sostanziale alla biodiversità, fungendo da habitat per numerose specie e supportando processi ecologici vitali come la ciclicità dei nutrienti e la regolazione del microclima. Infine, negli alberi appena piantati, le chiome sono ridotte quando inesistenti, e l’ombreggiatura trascurabile.

In altre parole, piantare 10.000 alberelli non compensa la perdita di 1.000 alberi secolari, né dal punto di vista climatico né da quello ecologico. La perdita di alberi decennali o secolari, purtroppo, rappresenta una perdita ecologica irreversibile nel breve termine.


“ISOLE DEL FRESCO” O MIRAGGIO POLITICO?

I tre consiglieri promettono in un prossimo futuro l’impegno per garantire “isole del fresco” e per “migliorare la comunicazione alla cittadinanza”. Ma queste promesse arrivano dopo oltre un anno di governo cittadino. Perché queste “isole” non sono già state pianificate, localizzate, finanziate? Dove sono le aree-pilota di intervento? Quando si comincerà con la loro concreta realizzazione? Per quanto riguarda il “Piano del Verde e degli Spazi Aperti”, poi, non risulta che sia stata effettuata nessuna campagna trasparente di consultazione pubblica per coinvolgere le tante realtà civiche e ambientaliste durante la sua stesura. Come mai? E per quanto riguarda gli abbattimenti, in molti casi, troppi cittadini sono venuti a sapere di questa “mattanza” solo quando le motoseghe erano già in azione.

Diversi studi hanno documentato che gli alberi piantati lungo le strade possono ridurre la temperatura dell’aria fino a 3,8 °C, mentre ogni albero maturo può contribuire all’assorbimento di decine di chilogrammi di CO₂ ogni anno. Tagliarne altri, e in misura così massiccia, non farà altro che aumentare le tante “isole di calore” urbane, ridurre la biodiversità e aggravare le condizioni climatiche già critiche della città.


EMISSIONI: CALCOLI A METÀ

Un altro dato che viene presentato con enfasi riguarda le emissioni: secondo i consiglieri, quando il sistema tramviario sarà a regime, si eviteranno oltre 32.000 tonnellate di CO₂ all’anno. Ma le 32.000 tonnellate di CO₂ che si “eviteranno” alla conclusione dei lavori per la tramvia riguardano emissioni potenziali, cioè gas serra che non verranno immessi in atmosfera se i cittadini passeranno all’uso del mezzo pubblico. Ma queste emissioni non sono “rimosse” dall’atmosfera: sono solo non prodotte.

Al contrario, l’assorbimento arboreo è una forma di sequestro attivo del carbonio già presente nell’atmosfera. Ma nessun calcolo viene offerto sul versante opposto: quanta CO₂ non sarà più assorbita a causa dell’eliminazione di centinaia di alberi maturi. Gli alberi secolari inoltre non servono solo ad assorbire anidride carbonica: offrono ombra e promuovono il raffrescamento urbano, provvedono al contenimento del particolato atmosferico (PM10, PM2.5), all’assorbimento di ozono e altri inquinanti, alla protezione dalla siccità e gestione delle acque piovane, oltre a costituire un habitat per la fauna urbana. Questi benefici non sono replicabili nel breve periodo con la sola messa a dimora di alberelli, né con una futura riduzione delle emissioni.


“ABBIAMO BATTAGLIATO”. POTETE DOCUMENTARLO?

I consiglieri concludono la loro nota affermando di aver lavorato per ‘ridurre gli abbattimenti in fase progettuale’. Sarebbe utile, a questo punto, conoscere dati concreti a supporto di questo impegno: quanti alberi sono stati effettivamente salvati grazie al loro intervento? In quali strade, piazze o aree verdi della città? Con quali modifiche progettuali? In assenza di una documentazione verificabile, tali dichiarazioni rischiano di restare affermazioni esclusivamente politiche.

Quello che ci rattrista notare è un’apparente discrepanza tra dichiarazioni di principio e scelte operative, in un contesto in cui chi si presenta come ‘ambientalista’ sembra oggi più impegnato a giustificare gli abbattimenti che a promuovere soluzioni alternative.

Concludiamo con cinque domande ai consiglieri Arciprete, Graziani e Pizzolo:

1. Siete consapevoli che un nuovo alberello non è paragonabile, in termini di benefici ecosistemici e raffreddamento urbano, ad un albero maturo?

2. Perché, pur avendo ruoli di governo da oltre un anno, non avete ancora predisposto o attuato le “isole del fresco” che oggi promettete? E come mai la comunicazione sul taglio degli alberi è stata finora tardiva o inesistente?

3. Avete stimato quanta CO₂ non verrà più assorbita a causa dell’abbattimento previsto di un migliaio di alberi maturi? Avete confrontato questi numeri con i benefici previsti dalla tramvia? Inoltre: se la perdita ecologica per gli alberi abbattuti è immediata e certa, mentre i benefici della tramvia sono futuri e condizionati da cambiamenti nei comportamenti collettivi, su quali basi si può affermare con serietà scientifica che l’operazione nel suo complesso sia in linea con l’obiettivo di neutralità carbonica al 2030?

4. Potete indicarci quante piante avete effettivamente salvato in fase progettuale grazie alla vostra azione politica? Esistono documenti, modifiche, atti pubblici che lo dimostrano? Se sì, avete intenzione di pubblicarli?

5. Affermate di essere disposti a togliere parcheggi per piantare alberi. Ma allora come spiegate che stiamo assistendo al contrario: abbattimenti di alberi per far spazio a nuove infrastrutture?

Daremo conto di risposte e chiarimenti da parte dei consiglieri appena questi perverranno.

Firenze è una città che soffre sempre di più per l’innalzamento delle temperature, l’inquinamento e il consumo di suolo. In una città in sofferenza, la tutela del verde urbano non può essere materia di compromesso politico o bilanciata da slogan. Chi si dice ecologista deve esserlo nei fatti, non solo nei comunicati stampa.

 

Foto: Copyright Fotocronache Germogli