Firenze cambia ritmo: via i monopattini, avanti le e-bikes. Ma senza obbligo di allucchettamento, il caos della sosta resterà

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Dal 31 marzo 2026 i monopattini spariranno dalla città. Semaforo verde per le bike box e nuovi stalli: la città prova a contrastare furti e abbandoni, ma senza obbligo di allucchettamento a rastrelliera il nodo del parcheggio selvaggio resterà irrisolto

 

Tra qualche mese la mobilità fiorentina diventerà un po’ meno caotica: il 31 marzo 2026 i monopattini in sharing scompariranno dalle strade. Una decisione che è stata maturata dopo le nuove norme nazionali e le tante difficoltà riscontrate nella gestione quotidiana del servizio. In tutta onestà, molti fiorentini non sentiranno la mancanza di questi mezzi che si sono abituati a vedere sfrecciare in mezzo alle strade, spesso senza casco, causando disagi e pericoli per sè stessi e per gli altri.

Il cuore del progetto è l’espansione del bike sharing. Alle 4.000 bici che oggi si muovono in città se ne aggiungeranno altre 1.000 entro la primavera 2026. Saranno mezzi progettati per l’uso urbano intenso, con ruote più grandi e cambio integrato.

Accanto alle nuove biciclette dovrebbero arrivare anche le più volte promesse bike box, strutture chiuse e protette per la sosta, modellate sulle esperienze di Parigi e Bruxelles. L’obiettivo è ridurre furti e abbandoni e dare agli utenti un luogo sicuro dove lasciare il mezzo. La gara per l’assegnazione sarà pubblicata a breve e verranno individuati alcuni punti strategici in cui installarli. Nel frattempo prosegue la sistemazione delle rastrelliere esistenti e la creazione di nuovi stalli.

Il piano comunale includerà anche nuovi tratti ciclabili, connessioni tra quartieri e percorsi protetti. I tecnici stanno concludendo l’analisi dei flussi di traffico e delle aree più esposte al rischio incidenti, così da stabilire le priorità di intervento. Tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026 la bozza del Biciplan sarà discussa insieme ad associazioni ambientaliste, gruppi ciclistici come FIAB e Legambiente e con i cinque Quartieri.

Sul fronte economico, Palazzo Vecchio punta a rendere la bici un mezzo davvero più alla portate dei fiorentini: sono previste nuove forme di agevolazione, minuti gratuiti per gli abbonati al trasporto pubblico locale e tariffe più “amichevoli” per studenti, lavoratori, pendolari e famiglie.

Rimarrà comunque l’annoso problema del parcheggio selvaggio di queste e-bikes, problema già affrontato in un FOCUS di LFCV, legato a una gestione mal regolamentata della sosta di questi mezzi, e che la maggioranza che governa Firenze ancora non ha ancora mostrato di saper risolvere.

A Settembre 2024, Lista Schmidt aveva presentato una mozione per provare a dare finalmente un po’ di ordine a questo caos. La soluzione era ispirata a un sistema che la stessa società di sharing che opera a Firenze (Ridemovi) aveva introdotto a Barcellona: ovvero l’introduzione di un obbligo di allucchettamento delle e-bikes a rastrelliera, tramite un lucchetto elettronico che comunica direttamente con la app. Va bene qualsiasi rastrelliera cittadina. Dopo l’uso della bicicletta, l’utente è tenuto a inviare una foto per dimostrare che il mezzo è stato correttamente allucchettato a una delle tante rastrelliere sparse per la città. Nel caso in cui l’utente non invii la foto, o se la foto mostra che il mezzo non è stato adeguatamente allucchettato, viene applicata una multa direttamente tramite l’app, e  l’utente è costretto a pagare; in alternativa, all’utilizzo successivo, si trova impossibilitato a usare il mezzo.

Ma la mozione è stata bocciata prima il 5 settembre in commissione Ambiente, Vivibilità Urbana e Mobilità, con la motivazione portata dall’assessore Giorgio che un sistema “station based” danneggerebbe il servizio capillare che le e-bikes offrono a Firenze. E poi è stata definitivamente respinta in consiglio comunale il 23 settembre 2024. Peccato bocciare una best practice che ha dimostrato di funzionare perfettamente altre città europee. Peccato anche perché, al di là delle parole, i fatti sono sotto gli occhi di tutti: la città continua a non trovare la quadra in questo caos.