Firenze in perdita su tutti i fronti: artigianato, abitanti, qualità della vita di chi rimane. E in Consiglio comunale non si risponde nemmeno più alle domande dell’opposizione. La Firenze sui giornali di martedì 17 giugno

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La “città-vetrina”, o meglio, la “vetrina-città” non è sempre più opaca e incrinata, forse finita vittima anche quella delle spaccate che ogni tanto fanno capolino. Non per oggi, a quanto risulta, e forse è l’unico fatto positivo, insieme al preliminare riconoscimento dello Stato di Palestina in Regione (notizia del Corriere Fiorentino) che si può rinvenire in un quadro generale che testimonia una decadenza su tutta la linea. Lavoro? Il rapporto Ebret, citato da Repubblica Firenze, testimonia di uno scarto di 602 unità tra aziende aperte e chiuse in Toscana e 2.000 posti di lavoro in meno, dove Firenze è ovviamente la più penalizzata insieme ad Arezzo e Pisa. A poco serve la sfavillante propaganda di Pitti Uomo, in un contesto come quello della moda anch’esso in crisi per quanto riguarda le esportazioni. Man mano che ci addentriamo nella stagione estiva, il turismo continua a colpire ancora più a fondo e sempre più duro: tra piazza San Marco e via Alfani viene spietatamente e vergognosamente negato il diritto al riposo e a una vita civile dei residenti, nel primo caso impedendo addirittura la riparazione del tetto in un condominio di soli B&B, i cui proprietari temono perdite di guadagni, e nel secondo per le attività di carico e scarico delle lenzuola (lavoratori sfruttati ancor più dei camerieri, tra giungle di contratti e paghe al minimo), probabilmente per un B&B o un albergo, con tutto il corollario di rumori alle due di notte. Ma quantomeno, sarà buono il servizio offerto ai turisti? Macché. Un cavo della corrente tranciato e chiude il Museo dell’Opera al Duomo insieme a Uffizi, Accademia e Bargello, con circa 1.500 persone prenotate rimaste fuori davanti alle porte chiuse. Guasto anche all’aria condizionata dell’ospedale Palagi per un malfunzionamento al pianterreno: notizie tutte riportate dal Corriere Fiorentino e, quest’ultima, insieme a La Nazione Firenze. Oltretutto, come visto da chi scrive, i bus turistici sul Lungarno Pecori Giraldi fermano ancora, e con la viabilità tranciata a metà dai lavori della CMB. In tutto ciò partono solo ora i controlli su rami e alberi, in cui si è decisa «per precauzione» (leggasi: a caso) la rimozione del ramo di un tiglio che «non presentava criticità» in viale della Catena. Quindi, o si è tagliato un ramo sano o di criticità ce n’erano. Sul fronte indagini, se ne avvieranno per omicidio colposo circa la morte del piccolo Mohamed al Bilancino e proseguono quelle sulla sindachessa Bugetti, della quale si è scoperto un «canale riservato per mantenere le comunicazioni» con Matteini Bresci anche dopo l’arresto di quest’ultimo l’anno scorso. Tutte notizie riportate anch’esse dal Corriere Fiorentino, che, come dicevamo in apertura, danno tutta l’idea di un quadro disastroso che continua tutt’ora a spingere molti fiorentini verso la fuga: nel 2035, si legge su La Nazione Firenze, saremo solo 297.000 rispetto ai 362.000 attuali. Motivi, manco a dirlo, l’overtourism, i prezzi sempre più alti e la carenza di servizi per i cittadini. Quest’ultima testata è infine l’ultima ad aver citato la conferenza stampa di ieri in Comune sulle interrogazioni inevase in Consiglio: 160 domande tutt’oggi senza risposta e in sospeso perlopiù addirittura da settembre od ottobre. Tale è lo stato della democrazia fiorentina, che a ragione ha fatto parlare l’ex candidato Eike Schmidt di «derive autocratiche». (JCM)

 

In copertina: Copyright La Firenze che Vorrei