Dall’ADUC un monito al governo: la lotta alla criminalità si costruisce anche con politiche abitative serie. Altrimenti, i rinforzi restano solo sulla carta
Durante la commemorazione della strage di via D’Amelio a Palermo, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha ribadito l’impegno del governo di rafforzare la presenza delle forze dell’ordine sul territorio, annunciando 37.000 nuove unità in tre anni e altri 22.000 nei prossimi due. Un numero importante, che però si scontra con una realtà socioeconomica del paese reale che rischia di vanificarne l’efficacia.
Firenze è un esempio emblematico. Qui il turnover tra i nuovi agenti è costante: dopo l’addestramento, molti chiedono il trasferimento perché non riescono a trovare alloggi a prezzi accessibili. I sindacati di polizia, interpellati da più testate locali, hanno confermato che gli stipendi attuali non bastano ad affrontare il mercato immobiliare della città. Gli affitti medi superano gli 800 euro per un monolocale e arrivano facilmente a oltre 1.200 euro per un appartamento di dimensioni normali. Con uno stipendio iniziale intorno ai 1.400 euro netti, le spese abitative diventano insostenibili.
Quella di Piantedosi è una dichiarazione d’intenti importante, che però in città come Firenze – sottolinea l’ADUC (Associazione Utenti e Consumatori APS) in un comunicato – rischia di restare fine a sé stessa se non accompagnata da misure concrete. L’ADUC denuncia il paradosso di una città che chiede sicurezza ma non è in grado di accogliere chi la deve garantire, mentre le case disponibili finiscono nei circuiti degli affitti brevi turistici.
La questione non riguarda certo solo Firenze, ma diventa simbolica in un contesto in cui si pretende un’azione di contrasto alla criminalità senza dotare le forze dell’ordine degli strumenti sociali ed economici per restare sul campo.
ADUC chiede al governo di affrontare con realismo il problema: aumentare il numero dei poliziotti non è sufficiente se questi non hanno un luogo dignitoso dove vivere, se non possono mantenere una famiglia o accedere a un minimo di qualità della vita. Senza un cambiamento concreto nelle politiche abitative e retributive, conclude l’ADUC, l’annuncio di nuovi agenti rischia di restare una promessa incompiuta.