Scudi di San Martino 2025 – Il valore della compassione nel segno dell’arte e del coraggio
Il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio ha ospitato sabato 8 novembre la cerimonia di consegna degli Scudi di San Martino 2025, giunti alla loro 42ª edizione. L’evento, promosso dall’Istituto Scudi di San Martino, ha celebrato come ogni anno il valore della solidarietà, dell’altruismo e del servizio al prossimo, premiando uomini e donne che, in Italia e nel mondo, si sono distinti per coraggio, dedizione e generosità.
La cerimonia, introdotta dagli squilli delle chiarine del Gonfalone di Firenze, si è aperta con l’intervento di Roberto Lupi, presidente dell’Istituto, che ha richiamato “il gesto di San Martino, simbolo di solidarietà e dedizione, capace di unire le diverse componenti della società nel valore comune del servizio e della compassione”.
Alla cerimonia hanno preso parte le più alte autorità civili, religiose e militari: tra loro Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana; Sara Funaro, sindaca di Firenze; l’europarlamentare Francesco Torselli; e l’ambasciatrice di Lituania in Italia, Dalia Kreivienė. Presenti anche rappresentanti delle Forze Armate, della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco e della Polizia Penitenziaria, oltre a numerosi membri del corpo diplomatico e del volontariato.
Durante l’evento è stato restituito il simbolico “calco” degli Scudi, custodito nell’ultimo anno nel Principato di Monaco e consegnato a Frate Ruggero Valentini della Fondazione Nostra Signora del Buon Consiglio di Tirana, in segno di continuità del messaggio di solidarietà tra i popoli.
Il Mantello della Compassione – L’opera di Lynn Guo come manifesto universale dell’umanità
(Testo critico e presentazione a cura di Lorenzo Sibilla)

Come da tradizione, ogni edizione degli Scudi di San Martino è accompagnata da un’opera d’arte che ne interpreta il valore simbolico e spirituale. Per l’edizione 2025, su mio consiglio in qualità di curatore d’arte dell’Istituto Scudi di San Martino, è stata scelta l’artista Lynn Guo, pittrice cino-australiana residente a Firenze e cofondatrice di TIAC – The International Arts & Culture Group.
L’opera da lei realizzata, intitolata Il Mantello della Compassione, è stata esposta per la prima volta nel Salone dei Cinquecento e da me personalmente presentata al pubblico nel corso della cerimonia, come testimonianza visiva del tema centrale di quest’anno: la compassione come forma più alta di umanità.
Nel dipinto, San Martino è raffigurato nell’atto di condividere il proprio mantello con un mendicante, ma ciò che colpisce non è tanto il gesto eroico quanto la sua intima umanità. L’artista sceglie di rimuovere la spada, tradizionale emblema di potere, per restituire centralità alla relazione tra chi dona e chi riceve. La luce, morbida e raccolta, avvolge entrambi i protagonisti in un’aura che trascende il tempo e lo spazio: non c’è distanza gerarchica, ma riconoscimento reciproco.
La neve che copre il paesaggio, simbolo di silenzio e purezza, diventa sfondo di un incontro universale. Il bianco del cavallo e l’oro del nimbo dialogano con il rosso caldo del mantello colore del cuore, del sacrificio e della vita che si condivide. La materia pittorica, delicata e luminosa, trasmette una calma spirituale che riconduce alla compassione come fondamento dell’esistenza.
Scrive Lynn Guo: “La mia intenzione è rimuovere l’emblema del conflitto per riflettere l’urgente bisogno nel mondo odierno di compassione anziché di confronto, di pace anziché di potere.”


In questo senso, Il Mantello della Compassione non è solo una rilettura iconografica del santo, ma una riflessione etica sul nostro presente. L’opera parla di uguaglianza, di rispetto e di empatia come atti di resistenza contro l’indifferenza contemporanea. È un invito a riscoprire la delicatezza del prendersi cura dell’altro, un gesto che attraversa i secoli e che ancora oggi rinnova il senso stesso di civiltà.
Come curatore, ho voluto che quest’opera rappresentasse l’edizione 2025 perché racchiude il nucleo simbolico degli Scudi di San Martino: unire, non dividere; servire, non dominare; donare, non trattenere.
L’arte, come la carità, diventa così un atto di luce capace di rischiarare i luoghi dell’indifferenza e di restituire alla società il volto più autentico della compassione.
