Stride, come sempre, il contrasto tra la propaganda ufficiale e i mille risvolti della vita di tutti i giorni: è quasi tragicomico il trionfalismo di Alberto Irace, AD di Plures, sulla salvezza della multiutility «anche senza il servizio idrico» e sull’ulteriore digitalizzazione dei cassonetti che verrà promossa, nelle intenzioni degli ideatori, per «facilitare il servizio di raccolta». Una melodia quasi cacofonica tanto più che sono gli stessi giornali che hanno riportato le sue parole, ovverosia La Nazione Firenze, Corriere Fiorentino, La Repubblica Firenze e Tirreno Firenze, a dar conto della truffa milionaria (un giorno dopo di noi) ai danni dell’Opera del Duomo, di cui si è occupato e addirittura Il Centro di Luca Telese. Ricapitolando all’osso, in un giro d’affari da 30 milioni, che si presuppone italo-cinese, ne sono stati sottratti uno e mezzo per un falso restauro avvalendosi meramente…di una mail. I truffatori si sono inseriti in uno scambio tra la ONLUS e l’impresa dei lavori e hanno fatto stornare un bonifico su un altro IBAN, a proprio beneficio. Polizia postale ed esperti in cybersicurezza lanciano moniti e avvertimenti rispettivamente su Corriere Fiorentino e La Nazione Firenze, che non sono certamente né i primi né gli ultimi. Altre truffe, seppur di “taglia” minore, continuano a verificarsi ovunque nella nostra città: nonostante lo stop definitivo imposto dal Comune alle attività illegalmente ricettive dell’ex Convitto della Calza (La Nazione Firenze, Il Tirreno Firenze, Corriere Fiorentino), La Repubblica Firenze ha scoperto un magazzino messo in affitto come loft per la notte di Capodanno a un prezzo neanche irrisorio: 280€ a notte pur essendo contemporaneamente in vendita a 3.150€ al m². Pronta la denuncia del Comitato Salviamo Firenze, che critica la mancanza di volontà di vigilare affinché questi illeciti non si verifichino. La giunta Funaro si comporta tuttavia come il bue che dà di cornuto all’asino, esortando il governo a «mettere al centro le politiche abitative» mentre su di essa gravano ancora quei 578 alloggi ERP inagibili, come fa notare il Corriere Fiorentino. Da La Nazione Firenze apprendiamo invece di due interventi del Comune per pausare il cantiere della tranvia in piazza Beccaria per il rinvenimento di resti delle mura arnolfiane (XIII secolo) e interrompere i divieti al fotovoltaico in area UNESCO, con AVS-Ecolò che incita, tronfia, sostanzialmente, a smettere di tutelare il patrimonio storico in nome però della “transizione green” (cioè, essenzialmente, lo si tutela o meno solo quando fa comodo). In Consiglio comunale l’assessore Palagi (Sinistra Progetto Comune) rilancia sulla mozione per la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese e ne proporrà un’altra per sancire lo svolgimento dell’evento promesso, approfittando delle tensioni interne al PD sul tema e di questi con la Lista Funaro. Spostandosi su un fronte altrettanto caro a Palagi e a SPC, la lotta parimenti interna condotta per anni dal collettivo QF contro gli ex colleghi della GKN si sposta adesso nelle aule di tribunale, col primo che chiede lumi sulla transazione intercorsa tra i secondi e l’ex patron della fabbrica, con l’obiettivo – risponde il Collettivo di Fabbrica – di «far accettare ai lavoratori pochi soldi e subito», virgoletta anche La Repubblica Firenze. Palazzo Vecchio nel frattempo, e non solo l’amministrazione ma l’edificio stesso, è alle prese col grattacapo dell’ingente spesa da 30.000€ per far rimuovere gli ultimi residuati di vernice dopo il blitz ambientalista di Ultima Generazione nel 2023, di cui il bugnato della facciata è ancora imbrattato, ricorda la stessa testata. Imbrattata è ancora la città di episodi di cronaca nera, tra l’aggressione all’operatrice sanitaria in orario di lavoro ad opera di cinque familiari e un estraneo tre giorni fa (Il Tirreno Firenze riporta la solidarietà della UIL e dell’assessore Paulesu ma non spiega il movente) e la quarta spaccata in tre anni al Brico di Ponte a Greve, riportata da La Nazione Firenze insieme alla ben comprensibile esasperazione dei proprietari, spaccata “limitatasi” al furto di attrezzi perché il fondo cassa non viene chiaramente più lasciato lì. A complicare ulteriormente la situazione psicologica già precaria di tanti nostri concittadini, i 296 casi di scomparse ancora irrisolte dal 2016 di cui parla Il Tirreno Firenze, spesso riguardanti anziani e persone con disabilità psichica di cui si perdono le tracce e a tutt’oggi non se ne conosce la sorte. (JCM)
In copertina: Copyright Fotocronache Germogli
