Secondo la legge italiana, l’assenza prolungata del segretario può portare allo scioglimento del consiglio comunale: il caso fiorentino è ormai giuridicamente rilevante
Sette mesi. Tanto è passato da quando il Comune di Firenze è rimasto senza il suo segretario generale. Come riportato prima da Nove da Firenze e successivamente da OK Firenze, la mancanza del segretario generale non è un dettaglio tecnico né una semplice vacanza temporanea di un incarico. È, invece, una violazione di legge che potrebbe avere conseguenze molto gravi, fino al possibile scioglimento del consiglio comunale. E nel silenzio delle grandi testate locali e nazionali, si apre una questione non solo amministrativa, ma potenzialmente istituzionale.
Il segretario generale è tenuto a vigilare sull’operato del comune o ente locale e funge da collegamento tra politica e struttura burocratica. Nei Comuni sopra i 100.000 abitanti — come Firenze — la sua presenza è obbligatoria per legge, come stabilisce l’articolo 97 del Testo Unico degli Enti Locali (D.Lgs. 267/2000). Si tratta di un dirigente pubblico, nominato dal Ministero dell’Interno, che ha il compito di garantire la legalità e la trasparenza dell’azione amministrativa. Non è un politico né un tecnico operativo, ma un supervisore imparziale che vigila sulla correttezza degli atti di sindaco, giunta e consiglio comunale, redige i verbali delle sedute e funge da consulente giuridico interno. Va ricordato che il segretario generale, ai sensi della legge 190/2012 (anticorruzione), riveste anche il ruolo di Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT). In sua assenza, l’intero sistema dei controlli interni si indebolisce, con ricadute anche sul piano della legalità e della gestione pubblica.
In sintesi, è il garante della legalità istituzionale: la sua assenza priva il Comune di un controllo fondamentale e può, in casi gravi, portare persino allo scioglimento del consiglio comunale. Eppure, a Palazzo Vecchio questa figura manca dal gennaio scorso, sia nell’amministrazione comunale che in quella metropolitana. Un unicum in Italia tra le grandi città.
Il caso non è senza precedenti. Come ricordato su Nove da Firenze, nel 2004 il Comune di Copparo (provincia di Ferrara) fu sciolto per una violazione analoga: il sindaco si era rifiutato di nominare il segretario, e il Presidente della Repubblica firmò il decreto di scioglimento. Una situazione che — oggi — non sembra poi così lontana da quella fiorentina, almeno dal punto di vista normativo. Ad aggravare il quadro è l’assenza di segnali ufficiali da parte della Prefettura. Nessun sollecito, nessuna diffida. Un silenzio che, secondo chi ha sollevato la questione, rischia di normalizzare un’irregolarità evidente.
La questione è ormai approdata anche a Roma. Il 6 agosto, l’Onorevole Chiara La Porta (FdI) ha presentato un’interrogazione parlamentare chiedendo chiarimenti urgenti sulla situazione di Firenze, notando, tra le altre cose, che “analoga situazione si registra presso la città metropolitana di Firenze, il cui sindaco coincide con quello del comune, anch’essa priva del segretario generale da oltre un anno” e che “secondo quanto appreso da fonti di stampa locali, la prefettura di Firenze non ha ancora adottato solleciti o diffide nei confronti delle due amministrazioni per l’omessa nomina del segretario generale; la situazione rappresenta un unicum nel panorama delle grandi città italiane, e rischia di compromettere l’efficacia del sistema dei controlli e delle garanzie previste dalla vigente normativa”. E infine: “la mancata nomina del segretario comunale, secondo la giurisprudenza amministrativa e la prassi ministeriale, può costituire una grave violazione di legge suscettibile di determinare l’avvio del procedimento di scioglimento del consiglio comunale”.
Quella che fino a poco tempo fa poteva sembrare un’ipotesi eccessiva, oggi diventa una possibilità giuridicamente fondata. E, come già evidenziato da Nove da Firenze e OK Firenze, non c’è più molto tempo per restare in silenzio.