FOCUS LFCV | La resa della Municipale: come Firenze ha perso la sua battaglia contro il degrado

GERMOGLI PH 19 SETTEMBRE 2025 FIRENZE STADIO RIDOLFI CERIMONIA DI GIURAMENTO DEI NUOVI AGENTI DI POLIZIA LOCALE MUNICIPALE NELLA FOTO (2)

Condividi sui social

Dal collo stretto al collo di bottiglia: tre anni dopo il “caso del venditore senegalese”, Firenze paga il conto di una politica che ha preferito l’immagine al controllo del territorio

 

Di Roberto Vedovi

Era il 5 aprile 2022. Un video di due minuti – un agente della municipale con il gomito intorno al collo di un venditore ambulante senegalese – bastò a far tremare Palazzo Vecchio. Il sindaco Dario Nardella convocò l’ambasciatore del Senegal in Prefettura, si disse «dispiaciuto», promise «piena chiarezza» e, soprattutto, non prese le difese immediate dei suoi agenti.

Eppure i fatti, emersi dopo, erano chiari: il venditore aveva rifiutato le generalità, strattonato un vigile, colpito l’altro. Prognosi di tre e cinque giorni. Denuncia per resistenza e lesioni. Ma Nardella scelse il profilo basso: «Faremo verifica interna». Un gesto che, col senno di poi, appare come il primo colpo d’ala tarpata alla Polizia Municipale. Perché quel reparto – l’antidegrado, che comprende anche la PolCascine – non era un plotone di cowboy, ma l’unico argine mobile contro un abusivismo che già allora mangiava piazze, parchi, marciapiedi. E invece di difenderlo, Nardella lo espose al pubblico ludibrio.

Sinistra Progetto Comune (allora con due consiglieri, oggi con uno) e le sigle antirazziste ne chiesero addirittura lo scioglimento. «Brutalità inaccettabile», tuonarono. «Degrado umano». Il paradosso? Il degrado vero – venditori abusivi, spaccio, spaccate, aggressioni – non si sciolse con loro. Anzi, si allargò. E oggi, con la PolCascine operativa dal settembre 2024 come braccio dedicato al parco all’interno dell’antidegrado, quel vuoto del 2022 si sente ancora di più: i parchi restano fronti caldi, con interventi mirati che faticano a coprire l’intero territorio.

Tre anni e mezzo dopo, Firenze è una città allo sbando. Seconda in Italia, dopo Milano, per episodi di microcriminalità (dati ufficiali del Viminale, 2025). I parchi di notte sono terra di nessuno, nonostante la PolCascine che ha iniziato con pattuglie giornaliere ma non riesce a crescere. Il centro storico, di giorno, è un suk senza regole, con abusivi al gioco delle tre carte e borseggiatrici capaci – come ci informa un quotidiano odierno – di raggranellare fino a 2.500 € al giorno. I residenti esasperati definiscono la città invivibile: troppi soggetti pericolosi in giro, difficile far uscire i ragazzi, le donne si sentono minacciate. E il reparto antidegrado? Sottodimensionato, umiliato, abbandonato. Con un organico totale di 853 agenti, solo 90 sono previsti per l’antidegrado (su cinque turni: una goccia). Il target di 1000 unità resta un miraggio. I nuovi assunti? Devono essere ancora formati e, nel frattempo, si limitano al compitino: spesso solo multe e verbali, lasciando il lavoro sporco ai pochi esperti.

E il sindaco? Ora è Sara Funaro, ma la musica è la stessa: «Colpa del governo, ci servono pattuglie statali». L’assessore Andrea Giorgio ripete il mantra: «Siamo sotto organico». Ma chi ha sminuito per anni la municipale, chi l’ha lasciata senza mezzi, senza formazione, senza fiducia, è stato proprio Palazzo Vecchio – e Nardella ne è il padre nobile. Nardella non è più in carica, ma il suo lascito è pesante: ha insegnato agli agenti a diffidare del proprio stesso dovere. Quando un vigile ferma un abusivo, sa che il video girerà sui social prima ancora del verbale. Sa che rischia la gogna. Risultato? Meno controlli, più tolleranza, più degrado.

Nel 2022, Nardella si scusava per un intervento doveroso, sottovalutando l’abusivismo come “problema da gestire con dialogo” – e intanto l’illegalità diffusa si radicava. Oggi, il Comune difende la municipale – fin troppo, a parole – ma manca l’impulso vero: quello di chi non è assunto per fare il compitino, ma per indossare una divisa che è anche corpo di polizia giudziaria, con poteri e responsabilità che vanno oltre il verbale facile. La PolCascine è un potenziamento interno, ma resta soffocata da risorse insufficienti, e l’antidegrado nel complesso è in sofferenza. È il controsenso perfetto: si è chiesto di abolire un reparto che contrastava l’illegalità, per poi doverlo rafforzare a fatica, lasciando buchi che la criminalità riempie.

E la città paga. Un centro storico invaso dall’illegalità diffusa che non teme più nessuno. Parchi dove la PolCascine – parte integrante dell’antidegrado – è ridotta a presenza simbolica, con il reparto che deve coprire il resto senza respiro. Una sicurezza ai minimi storici, con i fiorentini che evitano certe zone dopo il tramonto, mentre spaccate, aggressioni e violenze sessuali diventano cronaca quotidiana. Il confronto con quel video del 2022 è impietoso. Allora, un fermo muscolare diventava “inumano” senza contesto: gli agenti immobilizzavano chi opponeva resistenza, ma Nardella preferì il mea culpa diplomatico a un “hanno fatto il dovere”. Oggi, lo stesso reparto – messo alla gogna – è in sofferenza cronica: formazione rinviata, denunce che si accumulano senza follow-up, e i nuovi agenti relegati a ruoli marginali.

Nardella, con le sue scuse premature, ha creato un precedente: la municipale come capro espiatorio, non come scudo. E Funaro e Giorgio ereditano il danno, scaricando sul governo un’inerzia che è innanzitutto comunale. Il collo di bottiglia è proprio qui: 853 agenti totali, ma solo 90 per l’antidegrado (su cinque turni), mentre il target di 1000 resta lontano. I nuovi non sono pronti, i veterani sono pochi, e l’illegalità – dal suk al parco – si insinua ovunque. Nardella ha aperto il varco con le sue scuse; oggi, si parla di rinforzi ma si agisce con il contagocce. Firenze merita un’uscita d’emergenza: formazione veloce, assunzioni rapide, orgoglio della divisa. Altrimenti, il collo stretto del 2022 diventerà il soffocamento definitivo della città.

Foto: Copyright Fotocronache Germogli