FOCUS LFCV | Lo Stadio di Firenze: un viaggio tra le promesse mancate

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Di Nadia Fondelli

Dopo avervi parlato delle complesse vicende dell’ex camping Michelangelo, continuiamo il nostro viaggio fra le grandi promesse mancate delle ultime amministrazioni fiorentine. Inevitabile parlare dello stadio del Campo di Marte, intitolato ad Artemio Franchi, ex Stadio Berta ed ex Stadio Comunale. Potrei iniziare questo racconto come una novella, con il classico “C’era una volta…”, perché la nascita dell’impianto ha quasi il sapore di una favola.

Dopo la fusione tra le società Libertas e Club Sportivo Firenze, lo stadio Velodromo Libertas di via Bellini divenne presto “stretto” per il pubblico sempre più numeroso della squadra, lanciata verso la Serie A. Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano, che fondò la Fiorentina nel 1926 e ne fu presidente, decise così che era necessario un nuovo impianto. Il luogo individuato fu una porzione del Campo di Marte, dov’era la piazza d’armi e l’ex aerodromo dismesso. La zona era perfetta: vicina alla ferrovia e ben collegata. Ridolfi, segretario del fascio ed esponente di spicco della vita cittadina, oltre che rampollo di una delle più blasonate famiglie fiorentine, è passato alla storia come un mecenate dello sport e della cultura. A lui si deve anche la nascita della società di atletica Assi Giglio Rosso, del Maggio Musicale Fiorentino e del Centro Tecnico Federale di Coverciano.

Così, dal primo progetto del 1929 fino all’inaugurazione del 13 settembre 1931 con un’amichevole contro l’Admira Vienna, passarono solo due anni. Anche se, a onor del vero, solo nei lotti successivi furono realizzate le scale elicoidali, la torre di Maratona e le due curve. Tra ditte inadempienti e problemi burocratici, non mancarono le difficoltà, soprattutto a causa del Comune di Firenze che non mantenne gli impegni presi e si rifiutò di concedere i finanziamenti per completare l’opera, che rischiava di restare incompiuta. Il marchese Ridolfi, deciso che Firenze dovesse avere un proprio stadio, si sostituì in parte alle casse pubbliche coprendo un terzo del valore dell’opera, vendendo beni personali come il quotidiano La Nazione, il Castello di Verrazzano a Greve in Chianti e la villa di Vitigliano nel Chianti fiorentino.

Nel 1988, con l’approssimarsi dei Mondiali di Italia ’90, lo stadio subì importanti lavori che fecero storcere il naso a molti. Per aumentare la capienza, poiché la Soprintendenza impedì di alzare le tribune, si scelse di eliminare la pista d’atletica, che deteneva anche un record mondiale (quello di Sebastian Coe, che nel 1981 corse gli 800 metri in 1’41”73). I lavori durarono due anni, “costringendo” la Fiorentina a giocare due campionati e una Coppa Uefa fuori casa.


Le illusioni del nuovo millennio

Arriviamo ai tempi recenti, all’idea del nuovo stadio o del restauro del Franchi, che cominciava ad accusare il peso degli anni e delle nuove normative sulla sicurezza.

Siamo nel 2010, quando l’allora sindaco Matteo Renzi firma con l’ACF Fiorentina (guidata all’epoca da Diego Della Valle) una convenzione per l’utilizzo dell’impianto che prevede un riammodernamento, anche in vista della costruzione di un nuovo stadio nell’area Mercafir. Per farlo, l’amministrazione approva una variante urbanistica e pubblica un bando per il project financing. E qui inizia la “novella”, interpretata da attori noti…

In quel gennaio 2010, con grande lungimiranza, un quotidiano fiorentino titolava: “Rompicapo Franchi”. Eh già… Bella l’ideona del sindaco rampante, ma il problema, fin da subito, fu: cosa fare del Franchi senza il calcio? In soldoni: chi avrebbe garantito al Comune di Firenze le entrate necessarie per la manutenzione? C’era chi pensava a uno stadio del rugby sul modello del Flaminio di Roma, come se a vedere le partite di rugby andassero 40.000 persone a settimana. C’era chi proponeva di aumentare i concerti estivi, con buona pace dei residenti e dei decibel.E chi, come l’allora assessore allo sport e alla cultura Eugenio Giani, ipotizzava addirittura di trasferirvi parte degli uffici comunali attualmente in affitto. L’allora presidente della Commissione Sport, Dario Nardella, si spinse oltre: secondo lui, anche la Fiorentina, pur trasferendosi a Castello, avrebbe dovuto partecipare alla gestione economica del vecchio complesso.L’allora presidente del Quartiere 2, Gianluca Paolucci, addirittura esultò per la “liberazione” del Campo di Marte dallo stadio e propose un concorso di idee aperto a tutti per decidere cosa farne del Franchi senza calcio: Hanno vinto i cittadini che da anni sopportano di stare in gabbia tutte le domeniche. Ora siano i fiorentini a decidere cosa fare del Franchi.”


Conti (che non) tornano

Torniamo però ai conti che non tornano, considerando che già con Domenici sindaco si pensò a un progetto di riqualificazione del Campo di Marte, ma il nodo non era semplice. Lo storico impianto progettato da Nervi costava, secondo stime del 2010, 1,5 milioni di euro l’anno alle casse comunali. Se la Fiorentina non lo avesse più usato, il costo sarebbe sceso, ma comunque – tra manutenzione ordinaria e straordinaria, utenze e personale – si stimava una spesa annua di circa un milione di euro l’anno.

Dove trovare quei soldi? E qui lo stallo. E intanto passano gli anni…


Lo stadio dei sogni (e dei plastici)

Per dare un’accelerata (ovvero spingere i Della Valle a intervenire), il sindaco Renzi fa realizzare un plastico dello “stadio dei sogni”, dichiarando: “Da domani un privato potrà presentare il progetto per l’area Mercafir.” È il 28 maggio 2012, e sulla stampa locale leggiamo: “Oggi presentiamo una proposta coerente, fattibile e realizzabile, che farà il bene della città e dei fiorentini.” Lo stadio porterà ricchezza alla città, considerando che “darà lavoro a 1200 persone”, secondo le stime di Palazzo Vecchio.

Renzi mette però le mani avanti, definendo il progetto una “ipotesi di lavoro”. La paura è che nessuno bussi alle porte di Palazzo Vecchio, visto che i Della Valle lo hanno detto chiaramente più volte: l’ipotesi non li affascina, considerate le metrature limitate e l’impossibilità di realizzarvi la cittadella viola, per loro ritenuta fondamentale. E quindi, chi – se non loro – potrebbe essere realmente interessato?

Del resto ai fratelli marchigiani, che l’imprenditoria la conoscevano bene, Renzi con le sue spacconerie non stava granchè simpatico. Al punto che Diego Della Valle in diretta su la 7 lo definì “una sòla” … “uno che parla di lavoro senza aver mai lavorato”.

Eppure, nonostante tutto, il 5 dicembre 2012 il sindaco si spinge oltre ed annuncia trionfante: In teoria, la prima pietra del nuovo stadio potrebbe essere posata entro il 2012.” Appunto… in teoria. L’estate seguente, poco prima di lasciare Palazzo Vecchio dove faceva, a suo dire, “il più bel mestiere del mondo”, e di trasferirsi a Palazzo Chigi a Roma, il rottamatore, confessandosi con la stampa, disse a mezza bocca “II nuovo stadio? La vedo dura perché servono tanti soldi”. Non se n’era accorto prima?


Il cerino passa a Nardella

Il cerino acceso passa così al delfino Dario Nardella, ex presidente della Commissione Sport, che – ricordiamolo –  la vicenda la conosceva bene in quanto ex presidente della Commissione Sport ed ex Assessore allo Sport del comune di Firenze, oltreché successore in pectore fino alle amministrative del 2014 e poi sindaco.

Più mite nei modi, ma ben addentro alla vicenda, Nardella è talmente sicuro che lo stadio alla Mercafir si farà”, che nel 2019 convoca una conferenza stampa ad hoc, mostrando rendering e slide accattivanti che confermano che la realizzazione del nuovo stadio alla Mercafir, nella zona sud della grande area oggi occupata dal Mercato Ortofrutticolo “è sicura”. Annuncia anche in diretta radio che la realizzazione della struttura “avverrà entro il termine di questo mandato amministrativo” (che sarebbe scaduto a maggio 2024). E addirittura, nel corso di quella conferenza stampa, incalzato da noi giornalisti, annuncia anche la data in cui la Fiorentina giocherà la prima partita al nuovo stadio nell’area Mercafir: settembre 2023.

Dopo essersi fatto sfuggire la cittadella viola, che nel frattempo stava sorgendo senza troppi rumors e chiacchiere nel territorio di Bagno a Ripoli, Nardella accellerò perché vedeva come fumo negli occhi l’ipotesi, che piaceva al nuovo patron viola Rocco Commisso, di uno stadio da realizzarsi nel comune di Campi Bisenzio. dimenticando peraltro di essere sindaco anche della città metropolitana: “Stadio a Campi Bisenzio? Mi batterò contro come sindaco metropolitano e sindaco di Firenze con tutte le forze che ho”, diceva schiumando di rabbia il 12 ottobre 2019. Aggiungendo: “Il progetto Mercafir è l’unico caso per cui è già stata approvata la variante urbanistica. Abbiamo tutto pronto, tempistiche e investimenti.”

E pensare che a Campi Bisenzio era già tutto “apparecchiato” , viabilità compresa, dall’allora sindaco Emiliano Fossi, già lanciato nella politica nazionale Dem grazie ai suoi buoni rapporti con la segretaria Pd. Firenze e il suo stadio hanno quindi pagato anche la divisione politica interna al partito democratico che ha visto contrapposti Nardella e Fossi.
Non a caso quest’ultimo in quei giorni dichiarava “Sono dichiarazioni sorprendenti da parte di chi guida la Città Metropolitana… non è una competizione tra sindaci ma un problema da risolvere insieme per il bene del nostro territorio.” E come dargli torto….

Poi com’è andata lo sappiamo tutti. L’area del mercato ortofrutticolo peraltro (che non si è mai capito dove esattamente avrebbe potuto essere trasferito), non ha mai convinto Commisso, anche perché a suo dire il comune lo voleva “buggerare”,  dando un valore economico ai manufatti che dovevano invece essere demoliti e smaltiti.

Così l’operazione Mercafir, fra plastici esposti a Palazzo Vecchio e slide con rendering di hotel, gallerie commerciali e chi più ne ha più ne metta, fallì miseramente poco prima della pandemia (era il febbraio 2020), quando lo stesso patron viola optò per l’acquisto dei 25 ettari di Bagno a Ripoli, dove oggi sorge il centro sportivo più grande d’Italia, realizzato in tempi da record: ovvero “fast fast”, come chiedeva lui anche al Comune di Firenze per lo stadio.
Per dovere di cronaca, il mercato ortofrutticolo è ancora lì e non è mai stato trasferito.


Ritorno al Franchi

Torna così in auge l’idea di ristrutturare il Franchi, ipotesi sempre sostenuta dal presidente del Quartiere 2, Michele Pierguidi, contrario a un eventuale abbandono dell’impianto. Commisso, però, non è mai stato convinto di investire in uno stadio che non sarebbe stato di sua proprietà.

Demolire il Franchi? Impossibile, dato che l’opera avveniristica di Pierluigi Nervi è tutelata. Il Ministero dei Beni Culturali, il 15 gennaio 2021, fu categorico: il Franchi non si può abbattere. Tuttavia, puntualizzava, qualche intervento era possibile, purché non venissero toccate le scale elicoidali, la tribuna e la torre di Maratona.

Fu così che, con faccia di bronzo, Nardella – dimenticando annunci e promesse precedenti – dichiarò: “Il Franchi lo rifacciamo noi”. Si spinse anche oltre, snocciolando idee e tempistiche: un concorso internazionale rivolto alle archistar, accesso a ogni finanziamento possibile perché “dal punto di vista economico non peseremo di un euro sui cittadini rispetto a quanto già il Comune spende oggi per il Franchi”, e ancora: “assegnazione entro il 2023, per far iniziare i lavori entro la fine del mandato”.

Nel marzo 2022 venne svelato il progetto vincitore, quello dello studio Arup, che ha consegnato il progetto esecutivo a fine settembre 2024. A febbraio 2024, giusto giusto a fine mandato, il sindaco Nardella dà il via – a favor di telecamere e taccuini – ai lavori per il nuovo Artemio Franchi, illustrando anche quelle che sarebbero state le tappe che porteranno alla conclusione dell’opera.
Ma inciampa di nuovo sulla solita buccia di banana delle date, annunciando la fine dei lavori prevista per il 31 dicembre 2026. “Siamo contenti che le cose stiano andando come ci eravamo prefissati – e anche oltre. Firenze è in pole position come candidata per gli Europei del 2032.”

Progetto di riqualificazione dello stadio Franchi di Firenze – Courtesy Arup Italia

Peccato però che, nel mezzo, ci sia stata la comica vicenda dei fondi PNRR. Il 24 aprile 2023, dopo promesse e rassicurazioni, è arrivata la (prevista) doccia fredda nel gioco delle tre carte nardelliano: l’intervento allo stadio Franchi di Firenze non potrà essere rendicontato a valere sulle risorse PNRR, ha sentenziato la Commissione europea, confermando la “non eleggibilità dell’intervento nell’ambito dei Piani Urbani Integrati (PUI) della Città Metropolitana”.

Dunque, mancano all’appello 55 milioni per il restyling del Franchi. Restano solo i 95 milioni (già stanziati) relativi ai grandi attrattori culturali. Ma il punto è: dove trovare i fondi per coprire un progetto da 200 milioni complessivi? “Siamo profondamente delusi per questa decisione dell’Unione Europea” – commentava il sindaco –“sul progetto di restauro e riqualificazione dello Stadio Franchi, che non è semplicemente uno stadio ma un monumento nazionale, vincolato dallo Stato… C’è chi spera che lo stadio Franchi faccia la fine del Flaminio, dello stesso architetto Nervi: abbandonato e degradato…”

Ma come! Nardella non era forse lo stesso che si era battuto per l’abbandono del Franchi, annunciando perfino la data della prima partita alla Mercafir, facendo infuriare il presidente del Quartiere 2?

Nel caos generale rispunta anche l’ex sindaco, ex premier ed ex amico di Nardella, il “bomba” Matteo Renzi che dello stadio nuovo doveva posare la prima pietra entro il 2013 e che recentemente quasi lo sbeffeggiava sui social: “Non si possono usare i soldi del Pnrr per rifare lo stadio della Fiorentina. I soldi dell’Europa devono andare alle case popolari e alle scuole, non per gli stadi di Serie A.”


I lavori al Franchi, Novembre 2024 (Fotocronache Germogli)


La tragicommedia continua

Nel frattempo, il cerino passa a Sara Funaro, nuova sindaca nardelliana. Quanto manca alla fine dei lavori – o, per meglio dire, della parte finanziata?

Tutto è scritto nero su bianco nel cronoprogramma di Palazzo Vecchio, allegato alla perizia di variante siglata tra il Comune e le ditte riunite nel consorzio “Nuovo Stadio Franchi”. Il restyling della parte coperta dai fondi PNRR dovrà essere completato entro il 31 ottobre 2026, ovvero 879 giorni dopo la consegna ufficiale dei lavori, avvenuta il 2 giugno 2024. Rispetto alla data iniziale – fissata al 16 aprile 2026 – il ritardo accumulato è, ad oggi, di 189 giorni. Ma la nuova scadenza del 31 ottobre 2026 è strategica anche per un altro motivo: proprio quel giorno, gli ispettori UEFA dovranno aver concluso il tour degli impianti italiani candidati a ospitare le gare di Euro 2032.

L’obiettivo, dunque, è completare entro quella data il corpo d’opera principale: demolizioni, restauro, riparazione e rinforzo di tutte le strutture vincolate, incluse la pensilina storica, la palazzina d’onore dell’atrio, la torre di Maratona e le scale elicoidali. Non solo: dovranno essere ultimate anche tutte le gradinate, le fondazioni delle quattro megacolonne che sorreggeranno la nuova copertura, i nuovi spazi per atleti e giornalisti, i servizi igienici, l’area VIP food e la riqualificazione delle sedute – fatta eccezione per quelle del lato est della Maratona.

Tanta roba… Ma oggi, a che punto siamo?

Partiamo dalla Curva Fiesole, che è attualmente un cantiere aperto. Per questa è stata promessa la fine dei lavori entro l’11 agosto 2026, ovvero circa 20 giorni prima del centenario viola. Quel giorno è ancora lontano, ma i lavori sembrano procedere a rilento: dal 6 aprile al 29 giugno era prevista la montatura delle gradinate, ma i tempi appaiono già in affanno. Andiamo avanti. La fase 2 del maxi cantiere dovrebbe partire a giorni, precisamente il 31 maggio 2025. Da quel momento, le ruspe dovrebbero iniziare a operare in Curva Ferrovia, nella parte bassa della Maratona e nella Tribuna d’Onore. Nello stesso periodo dovrebbero cominciare anche le operazioni di rimozione del terreno di gioco. La fase più impegnativa – il restauro e il rinforzo delle strutture, incluse gradinate e scale elicoidali – richiederà circa tre mesi. Secondo il cronoprogramma, le operazioni nella parte bassa di Maratona e in Curva Ferrovia saranno completate rispettivamente il 25 ottobre e il 14 ottobre 2025.

Per quanto riguarda la Tribuna d’Onore, ci vorrà più tempo:

  • 160 giorni per il restauro della facciata monumentale (termine previsto: 20 marzo 2026);

  • 146 giorni per la nuova area VIP nella palazzina d’onore (termine: 6 marzo 2026);

  • 118 giorni per la riqualificazione degli skybox esistenti (fine prevista: 6 febbraio 2026).

E il settore alto della Maratona, oggi parzialmente cantierizzato? A marzo è prevista la ricostruzione delle gradinate interne, mentre il 5 marzo 2026 dovrà essere completato il rinforzo e restauro della torre di Maratona.

Tutte queste tappe dovranno incastrarsi entro l’estate del 2026, perché il 3 agosto di quell’anno dovrà partire il collaudo statico, che si concluderà il 1° ottobre 2026. Il sipario sul restyling del primo lotto calerà con la fine del collaudo degli impianti a dicembre 2026.


E alla fine?

Sperando che tutto vada per il verso giusto e che, finalmente, il nuovo (o ristrutturato) stadio di Firenze veda la luce dopo oltre vent’anni di promesse e illusioni da parte delle amministrazioni dem che si sono succedute a Palazzo Vecchio, resta l’amara constatazione:
più di 20 anni, 4 mandati amministrativi e 3 sindaci (Domenici, Nardella e Funaro)… e non siamo ancora arrivati a niente.

 


Le dichiarazioni

Leonardo Domenici
7 marzo 2020
La soluzione migliore per lo stadio, per Firenze e per la Città metropolitana sia farlo, nuovo, a Campi Bisenzio

Matteo Renzi
28 maggio 2012
Da domani un privato potrà presentare il progetto per l’area Mercafir. Oggi presentiamo una proposta coerente, fattibile e realizzabile, che in primo luogo farà il bene della città e dei fiorentini
5 dicembre 2012
In teoria la prima pietra del nuovo stadio potrebbe essere posata entro il 2012.
31 luglio 2013
II nuovo stadio? La vedo dura perché servono tanti soldi
2 aprile 2023
Il restyling del Franchi è una follia
13 novembre 2023
Franchi? Vincolo assurdo della Sovrintendenza. Servono stadi nuovi ma non coi soldi pubblici

Dario Nardella
12 ottobre 2019
La consegna del nuovo stadio avverrà entro il termine di questo mandato amministrativo 
12 ottobre 2019
Il progetto Mercafir è l’unico caso per cui è già stata approvata la variante urbanistica. Abbiamo tutto pronto, tempistiche e investimenti
12 ottobre 2019
La Fiorentina giocherà la prima partita nel nuovo stadio in area Mercafir a settembre 2023
15 gennaio 2021
Il Franchi lo rifacciamo noi
24 aprile 2023
Siamo profondamente delusi per questa decisione dell’Unione europea sul progetto di restauro e riqualificazione dello Stadio Franchi che non è semplicemente uno stadio ma un monumento nazionale vincolato dallo Stato . C’è chi spera che lo Stadio Franchi faccia la fine del Flaminio, abbandonato e degradato…

Sara Funaro
14 giugno 2024
Se sarò sindaco porterò avanti i lavori e instaurerò un dialogo costruttivo con la Fiorentina. Il Flaminio due non lo voglio
3 marzo 2025
Manca poco per terminare i lavori del primo lotto, c’è stato anche un lieve ritardo che è stato dovuto anche alle piogge. L’obiettivo è recuperare i ritardi accumulati.


La cronologia

1929 – Primo progetto per la costruzione dello stadio a Campo di Marte

1931 –  Inaugurazione dello stadio con partita contro Admira Vienna (primo lotto, mancano le curve)

1933 – Terminano con i fondi di Ridolfi i lavori con le due curve

1934 – Ospitati incontri del Mondiale di calcio

1981 – Nel corso del meeting di atletica leggera Sebastian Coe realizza il record degli 800 metri piani in 1’41”73

1988 – Iniziano i lavori di ristrutturazione per i Mondiali di calcio. Viene eliminata la pista di atletica e interrato il campo.

2010 – Il sindaco Renzi lancia il progetto del nuovo stadio in area Mercafir

2012 – Nasce il plastico del nuovo impianto esposto in palazzo Vecchio

2013 – Renzi ammette che è difficile che il progetto si realizzi

2019 – Il sindaco Nardella afferma che il progetto Mercafir si farà entro la fine del mandato (2024) e che la Fiorentina giocherà la prima partita nel nuovo stadio a settembre 2023

2019 – Nardella si oppone con fermezza all’ipotesi del nuovo stadio a Campi Bisenzio

2020 – Il nuovo patron viola Rocco Commisso compra e avvia i lavori della cittadella viola a Bagno a Ripoli

2021 – Il Ministero dei beni culturali conferma che il Franchi non può essere abbattuto

2021 – Dario Nardella afferma che il Franchi lo rifarà il comune e avvia il concorso pubblico

2022 – Il comune chiede 200 mila euro per la ristrutturazione con finanziamento Pnrr

2022 – Svelato il progetto vincitore (Arup)

2023 – La commissione europea boccia 55 milioni per i fondi Pnrr

2024 – A febbraio partono i lavori di restauro

2025 – Il 31 maggio fine dei lavori del primo lotto e avvio del secondo

2026 – A fine ottobre prevista la fine lavori restauri

 

Foto Copertina: Sailko, CC BY 3.0 via Wikimedia Commons

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