Ponti in collaudo, varianti incomplete, promesse future: tour elettorale tra slogan e opere non finite
Di Roberto Vedovi
Manca una settimana alle elezioni regionali, e il nostro presidente Eugenio Giani è in modalità “forbici d’oro”, pronto a inaugurare qualsiasi cosa respiri in Toscana, anche se è ancora un cantiere. È come se avesse un calendario con scritto: “Tagliare nastri ogni 48 ore fino al voto”.
E via, tra selfie e post sui social, a vendere sogni di asfalto e cemento. Prendiamo Grassina, a Bagno a Ripoli. Giani si vanta di aver riversato “grande attenzione e risorse” per infrastrutture e servizi, con la solita tiritera di una Toscana che “investe e guarda avanti”. Bello, no? Peccato che la variante di Grassina, parole sue, sarà pronta solo a dicembre. Eppure lui già festeggia come se l’avesse aperta ieri. Perché aspettare l’inaugurazione vera quando puoi fare un tweet e via?
Poi c’è il ponte sul Serchio a Lucca, pomposamente definito “un ponte verso il futuro”. Giani lo descrive come l’opera che unirà la città, renderà gli spostamenti più sicuri e ci porterà tutti in un mondo di piste ciclabili e sostenibilità. Solo un piccolo problema: non era l’inaugurazione, ma il collaudo. Le foto parlano chiaro: niente segnaletica, niente traffico, solo un bel ponte nudo e crudo. L’apertura? Rimandata al 2026, dicono fonti ufficiali. Ma perché rovinare la festa con i dettagli?
E non è finita. Appena dieci giorni fa, eccolo a tagliare il nastro della cassa di espansione di Pizziconi in Alto Valdarno. Un’altra opera “quasi pronta”, che sarà operativa tra “pochi mesi” – che in toscano significa “torna a controllare nel 2026”. Insomma, Giani ha capito il gioco: prendi un cantiere, mettici un bel nastro, fai un post entusiasta su Facebook e il gioco è fatto. La Toscana va avanti, certo, ma per ora sembra che il futuro sia solo un altro taglio di nastro.
Foto: Copyright Fotocronache Germogli