Presenti i rappresentanti delle forze dell’ordine e dell’opposizione, assenti Sindaca e Assessore alla Sicurezza. Emerse criticità strutturali: carenza di organico, affitti troppo alti per gli agenti e troppa burocrazia nei rimpatri
Di Roberto Vedovi
Si è svolto ieri sera, 28 ottobre, presso l’Hotel Adriatico, un summit sul tema della sicurezza organizzato da Simone Gianfaldoni del Comitato Cittadini Attivi San Jacopino. L’evento, moderato dalla giornalista Nadia Fondelli, autore di numerose inchieste pubblicate sulle nostre pagine, ha visto la partecipazione di cittadini, rappresentanti dei sindacati delle Forze dell’Ordine (Sindacato Lavoratori GDF SILF Toscana, Nuovo Sindacato Carabinieri NSC e Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia OSA), oltre a consiglieri comunali e di quartiere appartenenti esclusivamente all’opposizione.
In apertura, Gianfaldoni ha ricordato di aver invitato anche la Sindaca e l’Assessore alla Sicurezza, mostrando le email inviate, rimaste senza risposta. Ha spiegato che un incontro analogo si era già svolto sei mesi fa e che questa nuova occasione serviva per fare il punto sulla situazione. Ha quindi sottolineato come la microcriminalità, sia nel quartiere San Jacopino che nel resto della città, non mostri segni di miglioramento, generando frustrazione e rassegnazione nei cittadini, molti dei quali ormai rinunciano persino a sporgere denuncia.
I rappresentanti sindacali delle forze dell’ordine hanno evidenziato diverse criticità: carenza di organico, difficoltà a trattenere i giovani operatori a Firenze a causa di affitti elevati e mancanza di alloggi riservati, elementi che impediscono il radicamento sul territorio. Pur riconoscendo alcuni passi avanti grazie all’ultimo decreto sicurezza, permane tra gli operatori il timore di incorrere in procedimenti giudiziari per “atti dovuti” in casi di interventi delicati. È stata poi segnalata l’assenza di centri per il rimpatrio (CPR), che comporta un dispendio di risorse per accompagnare gli stranieri irregolari in altre regioni, aggravato dalla scarsità di accordi con i Paesi d’origine e da una burocrazia lenta e complessa.
Un altro tema centrale è stato quello del personale distolto dalle strade per compiti amministrativi, unito alla crescente disaffezione dei giovani verso il ruolo del poliziotto. A ciò si aggiungono stipendi tra i più bassi d’Europa, che scoraggiano ulteriormente le nuove generazioni.
Durante il dibattito con cittadini ed esponenti politici, si è parlato di minori non accompagnati, baby gang e persone con problemi psichiatrici, questioni che toccano da vicino la comunità. L’avvocata Maria Cristina Paoli, consigliera del Quartiere 1 e presidente del Comitato Ex Teatro Comunale, ha ricordato che la legge regionale toscana prevede l’assegnazione di un tutore per ogni minore non accompagnato, ma che tale norma viene spesso disattesa per convenienze politiche, lasciando molti ragazzi senza punti di riferimento.
L’avvocato Luca Santarelli, consigliere comunale di Noi Moderati, ha richiamato l’articolo 54 del TUEL, evidenziando le responsabilità dirette della Sindaca e dell’Assessore alla Sicurezza. Anche Massimo Sabatini (Lista Schmidt) ha rimarcato la mancanza di impulso da parte di chi dovrebbe guidare con fermezza la gestione dell’ordine pubblico. Alberto Martini, del gruppo “Aria Nuova per Firenze”, ha invece proposto la creazione di un corpo di volontari sul modello della Protezione Civile, come presidio nei punti più critici della città.
Salvatore Calleri, della Fondazione Caponnetto, ha presentato i dati aggiornati sulla criminalità cittadina, che resta su livelli molto elevati. Nessun quartiere, ha sottolineato, può oggi definirsi “isola felice”, e preoccupa l’aumento dei fuochi d’artificio usati come segnali dalla criminalità legata al traffico di droga.
L’incontro si è concluso con un messaggio di unità e collaborazione: continuare a segnalare e denunciare, sostenendo le forze dell’ordine che, pur tra mille difficoltà, restano dalla parte dei cittadini. È stato infine espresso rammarico per il disinteresse mostrato dalle istituzioni locali — Prefetto, Questore, Sindaca e Assessore alla Sicurezza — che dovrebbero invece garantire maggiore attenzione e presenza sul tema.
