Continuano senza sosta gli abbattimenti di alberi lungo le strade e i viali fiorentini, sacrificati per far posto alle nuove linee tramviarie. L’ennesima ferita al paesaggio cittadino viene inferta in questi minuti sul Lungarno Colombo, con le motoseghe al lavoro per abbattere decine di pini marittimi che per decenni hanno ombreggiato questa riva del fiume Arno e disegnato il paesaggio urbano noto come Bellariva.
Uno dopo l’altro, questi alberi maestosi cadono, portando via con sè la loro storia, e lasciando solo asfalto e desolazione, mentre cresce l’indignazione dei cittadini di fronte alla trasformazione di un viale un tempo ombreggiato, che ora si trasforma nell’ennesima isola di calore urbana.
Questo video di una utente Facebook racconta la situazione di stamattina sul Lungarno Colombo:
Il progetto di tre nuove linee tramviarie, coni il conseguente abbattimento di oltre un migliaio di alberi decennali, quando non secolari, sta provocando l’indignazione di cittadini, comitati civici e consiglieri d’opposizione ed esponenti politici regionali, come Marco Stella (Forza Italia), che ha chiesto al Comune un report trasparente e un ripensamento del piano.
“Davvero non c’erano alternative?”, si chiedeva la Lipu già nel Luglio 2024, sottolineando come gli interventi di “compensazione” – ossia la messa a dimora di giovani alberelli, spesso incapaci di sopravvivere alla prima calura estiva e spesso piantati in aree diverse da quelle originarie o direttamente fuori dal Comune – abbiano ormai ampiamente dimostrato la loro inefficacia: un albero giovane impiega decenni per garantire i benefici ecosistemici di uno maturo.
Serve ombra adesso, soprattutto in una città sempre più rovente a causa del moltiplicarsi delle isole di calore. Proprio mentre Firenze affronta estati sempre più torride, la città si scopre ogni giorno più spoglia e più vulnerabile. Non a caso, nel più recente Indice di Vivibilità Climatica 2025 stilato dal Sole 24 Ore, Firenze si piazza al 78esimo posto su 107 province. Eppure, nelle ultime settimane la lista delle “perdite verdi” non ha fatto che allungarsi: circa 15 lecci abbattuti per lavori di Publiacqua sullo stesso Lungarno, un maestoso leccio centenario tagliato in Piazza Beccaria, altri alberi rasi al suolo in viale Matteotti.
Mentre si moltiplicano gli slogan su “sostenibilità”, “resilienza” e “biodiversità”, le motoseghe continuano a farla da padrone a Firenze. Una contraddizione su cui pesa anche il silenzio assordante dei partiti che si definiscono ambientalisti, come AVS e Ecolò: presenti in Consiglio Comunale accanto alla maggioranza, ma finora assenti dal dibattito pubblico su questi abbattimenti che stanno cambiando il volto della città.
Il nostro giornale resta a disposizione per ospitare le loro posizioni, qualora volessero intervenire nel dibattito.
Foto e video: Facebook