I cittadini del Q5 contro la cabina elettrica Enel del Sodo: “Scelte calate dall’alto, ignorato il territorio”

GERMOGLI PH 22 NOVEMBRE 2024 FIRENZE VIA DELLA QUIETE PROTESTA CITTADINI CONTRO LA COSTRUZIONE DI UNA CENTRALE ELETTRICA
Il Comitato “Osservatorio Quartiere 5” denuncia mancanza di trasparenza e di partecipazione: “Non siamo contro il progresso, ma contro l’arroganza. Chiediamo rispetto e trasparenza. E continueremo a opporci con tutti i mezzi civili a nostra disposizione

 

È una lettera aperta dai toni duri quella diffusa dal Comitato “Osservatorio Quartiere 5”, che raccoglie oltre un centinaio di residenti delle aree del Sodo e di Castello, nella zona nord-ovest della città. Al centro della protesta, la realizzazione della nuova cabina elettrica di trasformazione che – secondo quanto denunciato dal comitato – sta avvenendo senza alcun coinvolgimento dei cittadini, in un’area considerata sensibile sia dal punto di vista ambientale che storico-paesaggistico.

Il comitato accusa apertamente le istituzioni locali e regionali di aver gestito il progetto “nel silenzio più totale”, senza attivare alcun percorso partecipativo o informativo. Le critiche sono rivolte in particolare all’ex presidente del Quartiere 5, Cristiano Balli (in carica dal 2014 al 2024), ritenuto corresponsabile dell’attuale situazione: “Ci rimane difficile credere che un presidente di quartiere, o il Comune, o la Regione non siano a conoscenza di quello che viene progettato nel territorio che amministrano. In particolare ci riferiamo al signor Cristiano Balli, che ha amministrato il quartiere 5 dal 2014 al 2024, il quale sarebbe tenuto non solo a fare delle scuse a tutta la cittadinanza del Sodo a Castello, ma anche ad adoperarsi in prima persona per risolvere le problematiche che oggi ci troviamo ad affrontare, e che lui in prima persona ha contribuito a creare.”

Un territorio fragile, ricco di storia

La zona interessata dall’intervento è particolarmente delicata: ospita ville medicee riconosciute come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, oltre a numerose chiese, aree verdi e residenze storiche. Il comitato sottolinea come si tratti di un’area agricola di pregio, che secondo precedenti promesse della politica sarebbe dovuta diventare un parco pubblico. Invece, denunciano i cittadini, si sta procedendo con “una cementificazione sistematica e non condivisa”.

A preoccupare è anche la collocazione dell’impianto: “La cabina sorgerà a meno di dieci metri dalle abitazioni, vicino a una scuola e a una chiesa – affermano – e sarà un’infrastruttura sproporzionata, impattante e potenzialmente rischiosa, situata su un terreno fragile e in prossimità di falde acquifere”.

Due anni di silenzi e decisioni unilaterali

Il documento ripercorre inoltre le tappe che hanno portato alla realizzazione dell’opera. Dal 2023 a oggi, spiegano i cittadini, sono state installate due antenne 5G senza alcun preavviso – una delle quali a meno di 50 metri dalle abitazioni – e nel 2024 è stato approvato il progetto della cabina elettrica senza dibattito pubblico. Un ricorso al TAR è stato presentato a dicembre dello stesso anno per presunti vizi di procedura, ma i lavori sono comunque proseguiti.

“Incontri successivi con la vicesindaca Paola Galgani e con il presidente della Regione Eugenio Giani – continua la nota – hanno confermato che il progetto poteva essere collocato altrove. Ma si è preferito andare avanti, vincolati dai tempi e dai fondi del PNRR, senza mai valutare alternative tecnologiche meno invasive, come l’interramento o l’uso di cabine isolate in gas”.

La richiesta: stop ai lavori e ascolto dei cittadini

La richiesta del comitato è netta: annullamento dell’autorizzazione concessa a E-distribuzione e apertura immediata di un confronto con i cittadini. “Non siamo contro il progresso, ma contro l’arroganza – scrivono –. Chiediamo rispetto e trasparenza. E continueremo a opporci con tutti i mezzi civili a nostra disposizione”.

La lettera aperta è stata inviata a deputati e senatori dell’area fiorentina, agli assessorati regionali competenti, nonché alla Commissione per i beni paesaggistici e ambientali. Il Comitato “Osservatorio Quartiere 5” auspica che la politica “recuperi il suo ruolo di ascolto e servizio”, interrompendo una gestione calata dall’alto e insensibile alle specificità del territorio. “Vedere ruspe all’opera accanto a scuole, chiese e ville medicee – concludono i residenti – è uno sfregio al paesaggio e alla memoria collettiva. Serve un atto di responsabilità prima che il danno diventi irreversibile”.

Foto: Copyright Fotocronache Germogli