La verità dietro l’alleanza PD-M5S in Toscana. Tra retorica e contraddizioni, il “campo largo” nasconde il vuoto di idee condivise
Di Francesco Gorini
Il “campo largo” non è un progetto politico né una visione. È un’ammucchiata di sopravvivenza. È l’unico modo che il PD ha per non essere spazzato via anche dalle regioni che governa da 55 anni. In realtà, l’alternanza sarebbe salutare non solo per quelle regioni, ma anche per gli stessi partiti che da troppo tempo non conoscono la panchina — ma questo, in troppi, non lo capiscono.
Il PD lo usa per non perdere le roccaforti storiche. Il M5S per evitare di essere espulso dalle poltrone che ancora conserva, aggrappandosi con le unghie e con i denti a quel sistema che doveva “aprire come una scatoletta di tonno”. In Toscana, senza l’ammucchiata, il centrodestra vincerebbe quasi sicuramente. I numeri delle politiche del 2022 parlano chiaro: centrodestra 38,6%, centrosinistra 34,6%, M5S 11,1%.
I temi divisivi — Reddito di cittadinanza, Politica estera, Transizione ecologica, Giustizia, Migranti — sono stati accantonati. Non per maturità politica, ma perché avrebbero reso impossibile l’ammucchiata. E poi ci sono i due galli nel pollaio: Conte e Schlein. Entrambi vogliono il timone, ciascuno per seguire la sua rotta. Consapevoli che l’ammucchiata non poggia su alcuna visione condivisa, hanno pensato di rinsaldarla evocando Gaza — che, pur nella sua drammaticità, non ha nulla a che vedere con le elezioni regionali.
Ma tant’è: ai pasionari dell’estrema sinistra piace, e in mancanza di idee condivise, si cerca rifugio nei simboli. È davvero possibile che tanti nel PD, in nome di un voto “contro il fascismo”, come se fossimo ancora nel 1945, siano disposti a digerire tutto ciò che il M5S ha imposto per partecipare all’ammucchiata? E a permettere che chi ci governa da 55 anni continui indisturbato con la sua tolleranza verso l’abusivismo e il degrado, pur di non disturbare quelli dell’estrema sinistra che pensa che il problema non siano i delinquenti illegalmente presenti sul nostro territorio, ma noi, colpevoli di non aver dato alle “risorse boldriniane” le opportunità che si sarebbero meritate?
Francesco Gorini è un cittadino toscano, osservatore critico del dibattito pubblico, attivo nel gruppo “Abusivismo e degrado”. Questo intervento nasce da una riflessione condivisa online e rielaborata per la pubblicazione.
Foto: Copyright Fotocronache Germogli