Torna al centro del dibattito cittadino la malagestione del “Cubo Nero”. Il consigliere di Lista Schmidt denuncia
l’esclusione della Soprintendenza dai sopralluoghi, la mancata trasparenza nella gestione degli atti e una “chiusura frettolosa” del procedimento edilizio-paesaggistico
Una conferenza stampa convocata oggi alle 13.30 dal consigliere comunale Massimo Sabatini (Lista Schmidt) ha riacceso con forza i riflettori sulla vicenda “Cubo Nero” all’ex Teatro Comunale, con un’accusa diretta al Comune di Firenze e alla Sindaca Sara Funaro: secondo Sabatini, non si sarebbe trattato di semplici sviste o errori tecnici, ma di “una scelta politica”.
«Dopo le informazioni ricevute soltanto venerdì 7 novembre, dopo due solleciti e dopo mesi di richieste formali, una cosa è ormai evidente: il problema Cubo Nero non deriva da un ufficio che ha sbagliato pratica, ma è una scelta politica. Il Comune ha archiviato un procedimento senza verifiche, ignorando l’articolata risposta della Soprintendenza, e la Sindaca Funaro non ha dato una sola risposta nel merito. Questa non è una svista: è una decisione. E chi decide, deve rispondere dei suoi atti», ha dichiarato Sabatini, che ha presentato un’interrogazione urgente per chiedere spiegazioni sulla vicenda.
Di seguito, la ricostruzione integrale della vicenda così come esposta nel corso della conferenza stampa di oggi:
1. Il 15 ottobre 2025 la Soprintendenza ha messo per iscritto che non è mai stata invitata ai sopralluoghi e che la verifica paesaggistica spettava al Comune.
2. Il 22 ottobre 2025 il Comune ha chiuso il procedimento di accertamento edilizio-paesaggistico “senza violazioni” basandosi sulle dichiarazioni del soggetto privato Savills, non sugli atti della Soprintendenza.
3. La nota della Soprintendenza del 15 ottobre 2025, consegnata a mano e protocollata, è stata tenuta fuori dagli atti ufficiali e mai citata nel provvedimento finale.
4. La Sindaca non ha spiegato come sia stata possibile la chiusura del procedimento di verifica edilizia-paesaggistica senza il parere della Soprintendenza, che pure era stato chiesto e ottenuto.
5. Nessuna risposta è stata data sul perché la documentazione sia stata consegnata al consigliere Massimo Sabatini solo dopo due solleciti.
6. Nessuna risposta sulla mancata istituzione della Commissione d’indagine».
Sabatini incalza: “O la Sindaca non sapeva, e allora è grave. O sapeva, e allora è gravissimo”: «Considerato il clamore cittadino, nazionale e internazionale assunto dal piano di recupero dell’ex Teatro comunale da agosto ad oggi, se la Sindaca non era stata informata della nota della Soprintendenza del 15 ottobre 2025, allora è tenuta all’oscuro dei principali passaggi dei procedimenti più delicati che riguardano la città. Se invece lo sapeva ed ha lasciato che venisse archiviato tutto come se nulla fosse, allora la responsabilità non è più solo amministrativa: è politica».
Il consigliere ha poi elencato cinque domande rimaste senza risposta:
1. La Sindaca può esibire un atto di un ufficio comunale o della Soprintendenza che attesti la regolarità paesaggistica del progetto?
2. Perché la nota SABAP del 15 ottobre 2025 non è stata considerata nella chiusura del procedimento?
3. Chi ha deciso di non invitare la Soprintendenza ai sopralluoghi?
4. la Sindaca e la Giunta condividono l’istruttoria che ha portato all’archiviazione “senza violazioni”?
5. La Sindaca intende promuovere la riapertura del procedimento di verifica edilizio-paesaggistico e autorizzare una Commissione d’indagine consiliare?»
«La Sindaca non può restare in silenzio. Il Comune non è un notaio delle operazioni immobiliari private, che peraltro aggravano la pressione turistica sulla città che il Piano Unesco vuole invece contrastare: è il garante dell’interesse pubblico e della reputazione di Firenze, patrimonio dell’Umanità. E quando la tutela del paesaggio viene così manifestamente aggirata, il silenzio non è neutralità: è come avallare!» ha concluso Sabatini.



