Una volta, in cima al Piazzale Michelangelo, troneggiava fiero il giglio fiorentino. Icona stilizzata dell’orgoglio fiorentino, omaggio botanico alla gloria rinascimentale, oggi plastica rappresentazione della Firenze dell’era Funaro: terra secca, sterpaglie e qualche cartaccia buttata qua e là.
In un post, il consigliere Massimo Sabatini di Lista Schmidt ha colto l’essenza del disastro: “Da simbolo a cestino è un attimo.” E aggiunge: “Non viene proprio curato niente! Ne’ da chi lo pensa, ne’ da chi lo costruisce, ne’ da chi dovrebbe mantenerlo. Questa aiuola, che prima era fiorita, sembra lo specchio della città. Tanti proclami, una foto ad effetto, pochi giorni di attenzione e poi col tempo il disinteresse che impera. Senza cura, appassisce tutto.”
Se il giglio è il simbolo di Firenze, questo giglio secco e dimenticato ne rappresenta alla perfezione lo stato attuale: una città trascurata, spenta, lasciata andare.
L’epoca del Rinascimento è finita. Quella del Disfacimento è già iniziata.