Caro Direttore,
Tu mi chiedesti argomenti a sostegno della candidatura di Tomasi: dovrei dirTi che un buon amministratore dovrebbe essere valutato per le cose buone che ha fatto e, in un confronto analitico, si vedrebbe la differenza tra ciò che è stato fatto da Giani in 25 anni almeno da quando opera nelle amministrazioni in vari ruoli e ciò che ha fatto Tomasi. Si vedrebbero le due diverse densità e valori, si vedrebbe il perché uno appare poco in tv e l’altro è ovunque, ma è un altro il ragionamento che devo fare, quasi mio malgrado.
Se Tomasi volesse veramente vincere, Tomasi avrebbe l’obbligo morale di creare una lista di opposizione credibile alternativa al PD. Ciò è giustificato dal fatto che ogni volta che il PD ha perso nelle amministrazioni comunali della Toscana, ha dimostrato la sua incapacità di fare opposizione: si disperdono, si perdono in chiacchere sterili e fanno discorsi inutili, dannosi a se stessi e alla comunità che rappresentano; gli esempi non mancano, a partire da Colle val d’Elsa.
Il PD perde se il M5S vuole, ed è probabile che in barba agli accordi nazionali, lo voglia.
Quindi Tomasi dovrebbe ipotizzare una terza lista, almeno teorizzarla, sognarla quasi. La narrazione potrebbe essere quella del “Da chi vorrei essere sconfitto?”
In fondo la considerazione legittima di Tomasi potrebbe essere: Cari pentastellati, se casomai decideste di non votare con il PD, allora non votate me, ma votate “La Lista che non c’è!”
E tutto ciò in virtù di due slogan:
- La Toscana non è un laboratorio, la Toscana è un prototipo da molto tempo;
- Il PD in Toscana perde se il M5S vuole.
RT
In copertina: copyright Fotocronache Germogli