Inchiesta per corruzione a Prato: al via gli interrogatori, Bugetti rischia gli arresti domiciliari

GERMOGLI PH: 18 LUGLIO 2024 FIRENZE FORTE BELVEDERE FESTA PER I 165 ANNI DE LA NAZIONE NELLA FOTO ILARIA BUGETTI
Bambagioni (Lista Schmidt) denuncia intrecci tra politica e affari: “Non comanda chi è eletto, ma chi manovra da dietro”.
Torselli (Fdi): “Sistema di potere PD al collasso”

 

Si è aperto questa mattina presso il tribunale di Firenze il ciclo di interrogatori legati all’inchiesta per corruzione che coinvolge la sindaca di Prato, Ilaria Bugetti (Pd), e l’imprenditore tessile Riccardo Matteini Bresci. Proprio quest’ultimo è stato il primo a comparire davanti al gip Alessandro Moneti, che dovrà pronunciarsi sulle misure cautelari richieste dalla Procura: custodia in carcere per Matteini Bresci e arresti domiciliari per Bugetti. La sindaca, raggiunta nei giorni scorsi da un avviso di garanzia, ha annunciato l’intenzione di rassegnare le dimissioni.

L’indagine, che ruota attorno a presunte irregolarità nella gestione dei costi e dei controlli relativi alla depurazione delle acque reflue del distretto tessile pratese, coinvolge anche altre figure chiave dell’amministrazione e del tessuto economico locale. Oltre a Bugetti e Matteini Bresci, risultano indagati il vicesindaco di Prato Simone Faggi (Pd), per l’ipotesi di false dichiarazioni, e Alessio Bitozzi, funzionario del Consorzio Progetto Acqua, che secondo l’accusa avrebbe svolto un ruolo di mediazione tra Bugetti e l’imprenditore Matteini Bresci.

Le reazioni politiche: attacco al “sistema toscano”

La vicenda ha immediatamente assunto una dimensione regionale e politica, con dure prese di posizione da parte delle opposizioni. Francesco Torselli, europarlamentare di Fratelli d’Italia, denuncia una responsabilità strutturale del centrosinistra toscano: “Ridurre la vicenda giudiziaria che coinvolge Ilaria Bugetti alla sola città di Prato è una comoda scorciatoia. La verità è un’altra: Bugetti, prima di indossare la fascia tricolore, è stata per oltre quattro anni una figura chiave in Regione, guidando la commissione Sviluppo Economico – forse la più strategica dell’intero Consiglio regionale che, ricordiamo, si occupa di industria. E oggi qualcuno vorrebbe farci credere che tutto questo non riguardi la Toscana?”

Torselli paragona il caso Bugetti ad altri scandali regionali nella Toscana targata PD degli ultimi anni, aggiungendo: “Questa volta non vi permetteremo di ridimensionare la vicenda. Come il Forteto non riguardava solo Vicchio e Dicomano, e il Keu non era solo un problema di Santa Croce, la vicenda Bugetti non può essere circoscritta a Prato. Non solo, anche il vicesindaco, che ricopriva il ruolo già dalla precedente amministrazione, è coinvolto, segno che il fatto è l’ennesima crepa di un sistema che mostra evidenti segni di collasso. É solo l’ultima conferma di un modello di potere, quello della sinistra toscana, che per anni ha occupato le istituzioni piegandole a logiche di partito, senza alcun rispetto per la cosa pubblica. Un sistema autoreferenziale, opaco, che ha governato anteponendo i propri interessi a quelli dei cittadini. Auguro a Bugetti di chiarire la sua posizione ma Prato e la Toscana meritano ben altro: amministratori trasparenti, responsabili, liberi da ombre. Il tempo dei giochi di potere è finito: ora serve voltare pagina davvero” .

Sulla stessa linea anche Paolo Bambagioni, consigliere comunale della Lista civica Eike Schmidt e presidente della Commissione Controllo del Comune di Firenze, che punta il dito contro presunti intrecci tra politica, fondi e nomine: “No, non è colpa di una ‘compagna che sbaglia’. Il male vero è il sistema di potere toscano: ne abbiamo la conferma da Prato. […] Non solo il motore economico della Toscana è senza guida nel momento più complesso della sua storia recente, ma si è scoperchiata una gestione dove non sembra si agisca per il bene dei cittadini ma solo per l’interesse di alcuni. Anche nella decisione di Bugetti di dimettersi abbiamo avuto chiaro che non l’ha presa lei in autonomia ma è stata ‘invitata’ da Schlein e Fossi. Allora ci chiediamo chi comanda: che è eletto oppure chi viene eletto serve solo a fare comandare qualcun altro? Questo è il motivo per il quale, con i documenti che abbiamo raccolto, abbiamo scelto di presentare un esposto alla Procura e non sulle spese elettorali come ha dichiarato quest’oggi Funaro in un’intervista ma sulla correlazione tra fondi elettorali, nomine e appalti” .

Le dimissioni annunciate dalla sindaca Bugetti e l’inchiesta in corso non sono solo un caso giudiziario locale, ma l’ennesima crepa in un sistema politico che da anni domina la Toscana. Un sistema su cui si addensano interrogativi sempre più urgenti su integrità, trasparenza e responsabilità nella gestione della cosa pubblica. Mentre la magistratura prosegue il suo lavoro, la politica continua a perdere terreno, credibilità e fiducia.

Foto: Copyright Fotocronache Germogli