La notizia era nell’aria, ma adesso ha il sapore delle grandi occasioni. Il Cinema La Compagnia di Firenze annuncia finalmente il protagonista della sua prima retrospettiva del lunedì sera del 2026: John Carpenter, titanico narratore dell’immaginario americano, autore di culto capace di influenzare, con il suo stile asciutto e inconfondibile, intere generazioni di registi, musicisti, designer e storyteller.
Le luci si abbassano, i synth si accendono, e l’appuntamento diventa subito imperdibile: 14 lunedì, da gennaio a maggio 2026, per ripercorrere la filmografia di un autore che ha reinventato l’horror, il fantascientifico, il thriller metropolitano e la satira politica con una lucidità visionaria senza paragoni.
Le date e il programma completo saranno presto disponibili sul sito ufficiale, ma l’atmosfera è già quella delle grandi attese. E poiché il Natale è il tempo dei regali, La Compagnia offre un abbonamento scontato in prevendita, impreziosito da un gadget creato appositamente per l’occasione: un omaggio direttamente da “They Live”, confezionato a mano, pensato per “aiutare gli spettatori a vedere oltre”. Un invito affettuoso a entrare davvero nel mondo carpenteriano, dove nulla è come sembra e la realtà è uno specchio incrinato che si rivela soltanto a chi ha il coraggio di guardare meglio.

John Carpenter: un maestro assoluto del cinema contemporaneo
Carpenter è una figura che trascende i generi. È un regista che ha saputo essere mainstream restando outsider, un artigiano del cinema che si è mosso tra budget ridotti e produzioni indipendenti trasformandole in manifesti estetici. La sua forza risiede nella capacità di unire la pulizia narrativa del cinema classico alla crudezza del contemporaneo, creando immagini che diventano immediatamente icone: la maschera bianca di Halloween, gli occhiali di They Live, la creatura mutante de La Cosa, Snake Plissken e la sua New York distopica, la Chinatown magica e pop di Big Trouble in Little China, i riflessi inquietanti di Il signore del male.
Il suo cinema è un universo coerente, dominato da atmosfere sospese, minacce invisibili e musica sintetica pulsante. È un linguaggio che parla al pubblico e allo stesso tempo lo sfida. Ogni opera di Carpenter è un laboratorio di tensione, ritmo visivo e invenzione sonora: un equilibrio tra semplicità e complessità che pochi registi hanno saputo mantenere intatto per decenni.
Biografia essenziale
John Howard Carpenter, nato il 16 gennaio 1948 a Carthage, New York, cresce in un ambiente già intriso di musica: suo padre è un professore universitario di violino. Proprio la musica diventerà uno degli elementi cardinali della sua poetica. Frequenta la University of Southern California School of Cinematic Arts, dove realizza cortometraggi che attraggono l’attenzione dell’ambiente cinematografico indipendente.
Il suo esordio è folgorante: nel 1976, con Assault on Precinct 13 (considerato il primo vero film dopo un esercizio di sitile fantascientifico), Carpenter reinventa l’assedio western in chiave urbana. Ma è nel 1978, con Halloween, che si consacra definitivamente: costato appena 300.000 dollari, il film diventa uno dei maggiori successi indipendenti della storia del cinema e definisce le regole dello slasher moderno.
Negli anni seguenti alterna blockbuster e produzioni più piccole, affronta generi diversi senza mai perdere la propria identità artistica e firma colonne sonore indimenticabili che influenzeranno la musica elettronica dagli anni ’80 fino alla scena synthwave contemporanea.
Filmografia essenziale
(Tutte le opere considerate cult saranno al centro della retrospettiva) – Il Cinema La Compagnia pubblicherà a breve sul sito e sui social il programma completo
1976 – Distretto 13: Le Brigate della Morte
Un western urbano feroce, essenziale, ritmato come un battito cardiaco.
1978 – Halloween – La notte delle streghe
Il film che ha ridefinito l’horror moderno, plasmando la figura del boogeyman e l’immaginario di un genere intero.
1980 – The Fog
Un racconto gotico avvolto nella nebbia, con un crescendo atmosferico da manuale.
1981 – 1997: Fuga da New York
Il futuro distopico come teatro politico: un film profetico, claustrofobico, magnetico.
1982 – La Cosa
Forse il suo capolavoro assoluto: paranoia, identità, sfiducia, effetti speciali rivoluzionari e una tensione che ancora oggi non ha eguali.
1983 – Christine – La macchina infernale
La perfetta fusione tra il mondo di Stephen King e lo stile carpenteriano.
1984 – Starman
La fantascienza sentimentale che gli vale una candidatura all’Oscar per Jeff Bridges.
1986 – Big Trouble in Little China
Un’esplosione di divertimento, mitologia pop, arti marziali e ironia postmoderna.
1987 – Il signore del male
Tra teologia, fisica quantistica e terrore metafisico, uno dei film più inquietanti della sua carriera.
1988 – Essi Vivono (They Live)
Satira politica, alieni corporativi e un messaggio che oggi suona più attuale che mai.
1992 – Il seme della follia
Un capolavoro metacinematografico: Carpenter si confronta con Lovecraft e vince.
1996 – Fuga da Los Angeles
Sequel grottesco e anarchico che continua il mito di Snake Plissken.
Questa filmografia, già di per sé monumentale, è solo una parte del percorso di Carpenter, che comprende anche titoli televisivi, produzioni minori e una carriera musicale oggi quanto mai celebrata.
Carpenter è un regista che, come pochi, ha attraversato epoche e mutamenti del cinema mantenendo intatta la sua visione. Il suo linguaggio non ha mai smesso di essere imitato, studiato, reinterpretato. Oggi, in un momento storico dominato dalla nostalgia anni ’80 e dalla reinvenzione del fantastico, il cinema carpenteriano risuona con una forza nuova: è un atto d’amore per l’immaginazione, un laboratorio di resistenza culturale e un promemoria di quanto il cinema possa essere, allo stesso tempo, puro intrattenimento e dichiarazione politica.
La retrospettiva de La Compagnia non è soltanto un omaggio, ma un modo per riportare sul grande schermo film che meritano di essere vissuti in sala, nella loro lingua originale, con la loro atmosfera piena, con quel suono sintetico che vibra come una corrente elettrica negli altoparlanti.
È anche un invito a scoprire Carpenter per la prima volta, o a rivederlo con occhi nuovi grazie al “gadget per vedere oltre” che accompagnerà l’abbonamento natalizio. Chi ha visto la grafica e conosce ESSI VIVONO può aver gia capito forse di cosa si tratta…

Il 2026 inizia così: con un tuffo nell’immaginario di uno dei maestri più influenti del cinema del Novecento e del Duemila. Carpenter non è solo un regista: è un autore totale, un visionario che ha saputo trasformare la paura in stile, la fantascienza in critica sociale, il minimalismo in potentissima narrazione.
La retrospettiva di Firenze promette di essere uno degli eventi cinematografici più importanti dell’anno. Una celebrazione di un maestro che ha saputo scolpire il buio, illuminandolo con i suoi synth.
Preparatevi: da gennaio, ogni lunedì, il mondo di John Carpenter riapre le sue porte. E questa volta, nessuno potrà dire di non averlo visto arrivare.
Stefano Chianucci
